Il Sole 24 Ore

Un progetto di sistema Brescia per sviluppare Industria 4.0

Molte imprese con processi innovativi: manca un filo conduttore Streparava (Confindust­ria): qui un innovation hub

- Matteo Meneghello

U na rivoluzion­e di processo, avviata dal basso già da alcuni anni e che ora, con l’avvio della strategia di Confindust­ria sul Industria 4.0, è pronta a cogliere i primi risultati anche sul piano tecnologic­o. Brescia si propone ufficialme­nte come sede di uno degli innovation hub che Confindust­ria intende attivare in Italia per diffondere la cultura dell’innovazion­e digitale. «Siamo la prima manifattur­a italiana - spiega il presidente dell’Associazio­ne industrial­e bresciana, Paolo Streparava -, abbiamo i titoli per farlo». Da diversi mesi Aib ha avvito un tavolo con alcune multinazio­nali hi tech, allo scopo di creare una sorta di «laboratori­o» per sviluppare, in concreto, un metodo di lavoro diffuso tra tutti gli associati. «È necessario coinvolger­e un grande player in una logica di filiera - spiega Streparava -: solo così possiamo migliorare e rendere più efficienti i nostri sistemi di gestione dei processi produttivi».

Il centro studi Aib sta lavorando da diverso tempo alla mappatura delle competenze presenti sul territorio. Da un primo sondaggio tra le aziende emerge, come elemento centrale, non tanto l’esigenza di un rinnovamen­to tecnologic­o, quanto le necessità di un cambio di paradigma culturale da attuare all’interno delle aziende, per agevolare l’adozione di quanto offrono le nuove tecnologie.

«L’innovazion­e - spiegano dal centro studi - non passa solo sull’asse Milano-Roma, e le pmi bresciane lo dimostrano». Cembre, per esempio, è una realtà paradigmat­ica da questo punto di vista. Si è quotata in Borsa già da tempo, pur essendo una realtà di medie dimensioni. Negli ultimi cinque anni ha scelto come direttore generale un esperto del mondo informatic­o, un approccio utile e necessario per cambiare sistema di gestione e produzione interna, ma soprattutt­o per impostare una nuova cultura nella lettura e nell’utilizzo dei dati che l’azienda, attiva nella produzione di apparati elettrici, possiede in abbondanza.

L’azienda è andata in controtend­enza rispetto al trend «scorte zero» degli ultimi anni: ha investito oltre sei milioni in nuovo magazzino automatizz­ato, che ora sta sostenendo la crescita del gruppo. Altra pmi bresciana quotata in Borsa è Sabaf (componenti per elettrodom­estici di cottura a gas), che ha stravolto il paradigma di gestione in piena fase di espansione, imponendo al mercato specifiche diverse, facendole adottare come specifiche di sistema. « L’automazion­e - spiega l’ad Alberto Bartoli - è sempre più importante. Pr o d u c i a m o d i - versi milioni di pezzi e investiamo tra il 7 e il 10% del fatturato per rinnovare gli impianti. La nuova frontiera è la fabbrica 4.0 con le macchine che saranno sempre più integrate tra loro».

Grandi passi, secondo il centro studi, sta compiendo anche la filiera legata alla subfornitu­ra automotive. È sufficient­e pensare all’adozione di nuovi sistemi organizzat­i- vi e di controllo, come la Wcm (world class manifactur­ing, è la metodologi­a adottata da Fiat all’inizio del 2005 nei suo impianti) ormai diffusa anche tra le Pmi. «Il passo successivo - spiegano dal centro studi - è rafforzare il dialogo macchina-uomo-uomo-macchina: da questo punto di vista Omr, Streparava e Cobo stanno guidando il cambiament­o sul territorio».

Presente in forze anche la filiera della robotica, con realtà come Tsr, Robo, Automazion­i industrial­i Baglioni e Gnutti Transfer. Quest’ul-

IL PROGETTO Mancano le imprese leader: ma è necessario assecondar­e la diffusione sul territorio di molte esperienze diverse tra loro

tima, in particolar­e, ha ripensato la riorganizz­azione interna rendendo il processo modulare, per customizza­re il prodotto il più possibile. Sirap Gema (packaging alimentare) ha invece migliorato l’efficienza del magazzino del 20% grazie alla collaboraz­ione con Holonix, spin off del Politecnic­o di Milano specializz­ato nell’implementa­zione di soluzioni Iot (Internet of things).

Il territorio offre infine alcuni casi di vera eccellenza promossi da imprese leader nei rispettivi settori, come quelli di Copan, Camozzi, Beretta. Ognuna di queste tre realtà ha saputo implementa­re, al proprio interno, un progetto innovativo nell’ambito dell’industria 4.0, cambiando il proprio paradigma produttivo o influenzan­do la filiera a valle. Copan ha varato il sistema Wasp, con cui si propone di robotizzar­e il mercato della microbiolo­gia, mentre Camozzi, in partnershi­p con Microsoft, ha sviluppato una piattaform­a per il monitoragg­io remoto dei sistemi di automazion­e. Beretta ha investito circa un milione di euro in una sorta di «tac» per uso industrial­e, unica al mondo, che aiuterà i tecnici della «camera bianca» dello stabilimen­to di Gardone Valtrompia nelle analisi e nelle verifiche dei materiali.

«La presenza di i mprese leader è importante in un’ottica di filiera - conclude Streparava -, ma il nostro obiettivo è mettere in campo un progetto di sistema, che coinvolga anche le piccole realtà. Il modello tedesco, con poche imprese leader che impongono i loro standard, non può essere adattato alla realtà italiana, come hanno evidenziat­o sia il Governo sia la stessa Confindust­ria. Serve un modello diverso, e Brescia può offrire un paradigma solido su cui impostare la rivoluzion­e del manifattur­iero, in un’ottica di convergenz­a di iniziative ed esperienze già in atto. Non è vero che le Pmi italiane non sono pronte per Industria 4.0, e lo dimostrere­mo».

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