Il Sole 24 Ore

«Tengono» i BTp Lo spread resta fermo a 117 punti

- Maximilian Cellino u

Nel giorno in cui la scure del mercato riprende ad abbattersi sulle banche italiane ed europee, la penalizzaz­ione tributata dagli investitor­i nei confronti del nostro Paese non si estende ai titoli del Tesoro. Ieri i BTp sono stati generalmen­te venduti sul listino, ma insieme agli altri titoli europei e statuniten­si, prova ne sia che lo spread col Bund si è mantenuto a 117 punti base. Lo scarto a favore dei Bonos spagnoli dei titoli italiani è invece salito a 18 punti, massimi dal gennaio 2015.

pTengono i BTp in una giornata in cui le banche italiane sono finite di nuovo sotto attacco, e il fatto che la «fuga» degli investitor­i dagli asset tricolori non si sia estesa anche ai titoli del Tesoro (che sulla scadenza decennale hanno mantenuto a 117 punti base la distanza dai Bund tedeschi) stupisce per la verità fino a un certo punto. Da tempo ormai il metaforico recinto eretto dalla Bce con i suoi riacquisti di debito pubblico ha impedito che la tempesta si propagasse dalle banche ai titoli di Stato e ha semmai favorito un fenomeno opposto: se si vuol colpire il nostro paese lo si può fare or- mai a danno degli istituti di credito e non dei bond sovrani.

Se proprio si vuol vedere nella giornata di ieri un segnale di debolezza a nostro carico occorre guardare alla Spagna: anche i Bonos sono stati in genere venduti sui listini, ma meno dei nostri BTp. Così il rendimento del decennale iberico, pur salendo allo 0,96% è rimasto 18 cent sotto quello italiano: non accadeva dal gennaio 2015 e soltanto due mesi fa la situazione era capovolta. Qui però i movimenti non sono legati alle difficoltà del sistema bancario e hanno piuttosto a che vedere con la percezione di rischio politico che gli investitor­i hanno dei due Paesi.

Non è infatti ancora detto che Mariano Rajoy riesca a finalmente a formare un governo con l’appoggio di Ciudadanos, ma il mercato sembra ormai aver relegato in secondo piano le difficoltà che da mesi si incontrano a Madrid per mettere invece nel mirino il referendum sul quale si deciderà anche il futuro del Governo Renzi a novembre: di qui la penalizzaz­ione relativa inflitta dagli investitor­i.

Tornando ai titoli di Stato europei in generale, resta da spiegare perché il giorno successivo a un mini-rally innescato dalle aspettativ­e su nuove misure di stimolo Bce dopo la diffusione dei verbali dell’ultima riunione ci sia stata una netta inversione di tendenza. Qui molti analisti guardano però agli Usa, che hanno visto crescere ieri i rendimenti (il Treasury decennale è tornato all’1,59%) per le ennesime esternazio­ni di un banchiere centrale (John Williams della Fed di San Francisco) che lasciano uno spiraglio aperto per un rialzo dei tassi già a settembre: i bond europei si muovono in modo correlato, e subiscono la volatilità che arriva da oltre l’Atlantico.

LA VARIABILE POLITICA Lo scarto con i Bonos spagnoli sale ai massimi da gennaio 2015 Con il governo di Madrid in dirittura d’arrivo, il mercato ora guarda all’incognita referendum

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