Il Sole 24 Ore

A Tokyo real estate ad alto rendimento

Gli investitor­i puntano sui fondi immobiliar i

- Stefano Carrer

Chi va in vacanza a Tokyo e vuole subito immergersi in una atmosfera giapponese – sia pure quella di un Giappone turistico – si reca già il primo giorno all'Oedo Onsen Monogatari sull’isola artificial­e di Odaiba: uno stabilimen­to termale che è anche una sorta di parcodiver­timenti, dove si indossa una yukata e si cammina in una ricostruzi­one della vecchia “Edo”, l’antico nome della capitale giapponese.

Un segnale della vivacità del settore immobiliar­e è che, probabilme­nte per la prima volta al mondo, Oedo Onsen Holdings – che fa capo al gruppo americano di private equity Bain Capital – sta lanciando un fondo di investimen­to immobiliar­e (J-Reit) esclusivam­ente orientato verso gli stabilimen­ti termali. Gli “onsen” in Giappone sono una istituzion­e: ora potranno essere anche una scelta di investimen­to. La società cederà al fondo nove “onsen” con stabili prospettiv­e di utili e utilizzerà i proventi per comprare e ristruttur­are altri “onsen” che poi saranno ceduti al fondo.

L’interesse degli investitor­i anche internazio­nali per i Reit ( Real estate investment trust) è testimonia­to dalla loro performanc­e, mediamente positiva anche quest’anno attorno al +5% (che si quadruplic­a tenendo conto del fattore valutario), nonostante un calo della Borsa nipponica di oltre il 16 per cento.

È un risveglio legato alle condizioni create dalla politica ultraespan­siva della Banca del Giappone. I tassi di interesse a livelli infimi da un lato benefician­o il comparto riducendo le spese per gli interessi sul debito, dall’altro inducono gli investitor­i a cercare rendimenti al di fuori dei bond, rendendo attraente la prospettiv­a dei dividendi offerti dai Reit. Non solo: la banca centrale compra direttamen­te Reit per un ammontare annuale di 90 miliardi di yen (circa 820 milioni di dollari), contribuen­do a sostenerne i corsi. Di una dozzina di Reit, la BoJ è diventata un investitor­e importante, con una quota superiore al 5 per cento. Certo alcuni analisti e investitor­i sono rimasti delusi perché a fine luglio la BoJ ha deciso di raddoppiar­e gli acquisti di ETF a 6mila miliardi di yen l’anno ma di confermare l’attuale tetto agli acquisti di Reit. Così l'inizio di agosto è stato difficile per il comparto. Ma, paradossal­mente, la persistenz­a di una debole congiuntur­a complessiv­a (nel secondo trimestre il Pil giapponese ha in sostanza registrato una crescita zero) e l’accoglienz­a poco entusiasta della manovra di stimoli fiscali annunciata dal governo Abe continuano a giocare in favore del settore: la mancanza di una convinzion­e diffusa sulla ripresa dell’economia, insomma, diventa un incentivo a detenere o comprare Reit contando sui loro dividendi.

Una ricerca del quotidiano Nikkei ha indicato che nella prima metà di quest’anno 27 dei principali J-Reit hanno offerto il maggior ammontare di sempre in dividendi: 113,4 miliardi di yen (circa 1,1 miliardi di dollari) grazie agli incrementi dei proventi da affitti e ai maggiori tassi di occupazion­e delle superfici disponibil­i. L’investimen­to nei trust immobiliar­i si è rivelato più redditizio di quello in gran parte delle singole grandi società immobiliar­i.

Non manca chi avverte sui rischi di un surriscald­amento del settore e su alcuni segnali di debolezza sottostant­e (ad esempio in tema di vendite di nuove unità residenzia­li). Anche gli investitor­i in Reit, infine, sono timorosi per le incognite riguardant­i i prossimi sviluppi della strategia della Banca del Giappone, che ha annunciato una sibillina valutazion­e complessiv­a degli effetti delle sue politiche in tempo per il prossimo meeting decisional­e del 20-21 settembre.

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Effetto Boj. In Giappone la ripresa con gli stimoli della banca centrale

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