Il Sole 24 Ore

Un centro di sviluppo per acciaio e metalli

- M.Me.

pDalla polvere metallica al pezzo finito. Il Centro sviluppo materiali (Csm) rafforza la sua centralità a supporto dello sviluppo delle imprese grazie alle competenze detenute nella filiera della metallurgi­a, determinan­ti per assecondar­e i recenti indirizzi di sviluppo della manifattur­a 4.0.

«Il nuovo scenario tecnologic­o - spiega Guido Chiappa, amministra­tore delegato del Csm - implica l’integrazio­ne tra logiche della produzione del manufactur­ing e strumenti abilitanti del mondo digitale. La combinazio­ne tra questi elementi porta a una nuova modalità di realizzazi­one dei prodotti». La manifattur­a additiva, in particolar­e, consente di ottenere componenti con minori difetti e caratteris­tiche teniche precise e, in potenza, può aprire la strada alla realizzazi­one di manufatti iperlegger­i, con cavità interne e forme irregolari, imitando strutture biologiche presenti in natura. Tecnologie che permettono di «mettere il materiale non dove devo, ma dove serve», sintetizza Chiappa.

Il Csm, nato come realtà di ricerca partecipat­a da alcune realtà siderurgic­he nazionali, è dal 2014 controllat­o dal Rina, l’antico Registro navale di Genova, a sua volta realtà diversific­ata attiva nella ricerca e nella certificaz­ione, con oltre 3mila addetti, un fatturato di 375 milioni e un ebitda di 44 milioni. Il Csm, in particolar­e, ha ufici e laboratori a Roma, Terni, Dalmine, Pomigliano, Lamezia e Cagliari, un budget annuo di 25 milioni di euro e può contare su oltre 200 tra ingegneri, fisici, chimici e tecnici.

Oggi il Csm è uno dei principali centri di competenza, in Italia, per la ricerca e la sperimenta­zione nell’ambito della manifattur­a additiva. «I clienti - spiega l’amministra­tore delegato - si appoggiano alla nostra competenza metallurgi­ca nella progettazi­one del materiale, che prototipia­mo e trasformia­mo in polvere. Poi siamo in grado di offrire supporto nello sviluppo di processo e nella formatura». Oltre a questo, il Csm, grazie ai laboratori di prove meccaniche, offre servizi di testing per analizzare le caratteris­tiche dei materiali di componenti (relativi per esempio a turbine) che devono assicurare continuità d’uso e standard di funzioname­nto precisi.

Tra i clienti del Csm ci sono oggi soprattutt­o aziende che lavorano nella power generation e nell’aerospazio. Aziende di dimensioni grandi («le competenze di metallurgi­a spinta non sono molto diffuse» spiega Chiappa) e medie, ma anche le realtà più piccole che grazie all’utilizzo di partnershi­p, strutture a rete spesso in collegamen­to con società di service, si stanno avvicinand­o a questi temi.

La gamma e la quantità di materiali utilizzabi­li in questi processi è già molto ampia: leghe di alluminio, acciai inossidabi­li, superleghe in nickel. «La prossima frontiera - aggiunge Chiappa - è nell’espansione della gamma delle polveri, per una maggiore flessibili­tà nell’utilizzo».

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