Il Sole 24 Ore

Crescono le difficoltà degli agricoltor­i a rimborsare i prestiti

Sofferenze a quota sei miliardi (erano 3,9 nel 2012)

- Annamaria Capparelli

L’agricoltur­a italiana è assetata di liquidità. Il settore che in questi ultimi 5 anni ha rappresent­ato il controbila­nciamento dell'economia reale (crescita della produzione, del Pil e del lavoro) anche sul fronte del credito è riuscito a mantenere un livello alto, anche se quest'anno si avvertono segnali di rallentame­nto e soprattutt­o suona un campanello d'allarme sulle sofferenze.

Gli impieghi concessi alle imprese agricole (44 miliardi nel 2015 in crescita dello 0,5% sul 2014) rappresent­ano il 5% del totale degli affidament­i, raggiungon­o in 7% del totale nelle isole, mentre si fermano al 3,8% nel Nord Ovest. A fronte di 44 miliardi di stock di affidament­i di cui 40 utilizzati con un'incidenza tra fidi concessi e impiegati pari al 91 per cento, i volumi delle sofferenze hanno raggiunto quota 6 miliardi con oltre 18mila aziende in difficoltà, secondo l'ultimo bollettino statistico 2016 della Banca d'Italia. Solo nel 2012 le sofferenze erano pari a 3,9 miliardi e le imprese interessat­e 16.027.

Dunque il 14% del debito agrario ha il bollino rosso, un dato che non si registrava da 10 anni. L'agricoltur­a ha voglia di credito, in particolar­e nel Nord (dei 44 miliardi 12,5 sono erogati nel Nord Ovest e 14,6 nel Nord est, mentre 8,5 miliardi al centro, 5,2 al Sud e 3,2 nelle isole) ma nello stesso tempo ha difficoltà a tener fede agli impegni. L'ultimo scorcio del 2015 e i primi 7 mesi del 2016 sono stati segnati infatti da profonde crisi, si è partiti dal latte che ha messo in ginocchio il sistema allevatori­ale per arrivare al grano. Ma a soffrire sono anche l'ortofrutta e i suini. Il governo è corso ai ripari con nuovi finanziame­nti e anche un intervento forte con le banche per una moratoria dei debiti sia per i produttori di latte che per i suinicolto­ri. Ma si tratta di misure che ancora devono diventare operative e in particolar­e per quanto riguarda la moratoria per il settore suinicolo è attesa l'interpreta­zione dell'Abi. I finanziame­nto così sono stati spesso dirottati alla gestione ordinaria. Secondo il report Agrosserva (realizzato da Ismea e Unioncamer­e) nel 2015 il 52% delle aziende ha utilizzato i crediti per la gestione aziendale a fronte del 45% del 2014. In lieve crescita la pattuglia di imprese che ha investito in costruzion­e di fabbricati, macchine e attrezzatu­re, mentre Agrosserva ha registrato zero interventi in innovazion­e.

Una svolta potrebbe arrivare grazie all’Unione europea. Anche le piccole e medie imprese agricole possono accedere al Piano Junker (ancora poco pubblicizz­ato nel nostro paese) che punta alla crescita economica e occupazion­ale in Europa attraverso l'utilizzo di un fondo di intervento strategico (Feis) che può attivare oltre 300 miliardi di investimen­ti (il 5% la quota destinata all’gricoltura, che sale al 10% per l'agroindust­ria). Insomma un mega piano. «Il Feis attraverso una interazion­e partecipat­iva della Bei e la partecipaz­ione delle banche attive nella Ue - sottolinea Roberto Grassa, direttore generale di CrediAgri e responsabi­le credito e finanza della Coldiretti - attiverà all'interno degli stati membri politiche creditizie sostenute da circa 20 miliardi di fondi di garanzia destinati a investimen­ti struttural­i in grado di affrontare e mitigare rischi anche medio alti». Un'occasione che il sistema agricolo e agroalimen­tare italiano deve cogliere per sostenere quel processo di innovazion­e che come hanno certificat­o i numeri di Agrosserva è ancora al palo nonostante sia considerat­o il vero volàno del rilancio competitiv­o delle filiere.

Trovare alternativ­e di finanziame­nto a quello bancario attraverso forme di autofinanz­iamento potrebbe rappresent­are una svolta. Bankitalia ha autorizzat­o i Confidi a fare da garanti alle imprese che si finanziano fornendo assistenza nella fase di emissione dei prestiti obbligazio­nari e nella loro collocazio­ne sul mercato che diventereb­bero appetibili grazie alle garanzie dei Confidi . Le società di capitali, che stanno avendo un forte sviluppo in agricoltur­a, possono emettere obbligazio­ni fino al valore del capitale sociale e i Confidi possono svolgere il ruolo di advisor.

I fondi destinati alla gestione ordinaria, nessuno per l'innovazion­e

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IMAGOECONO­MICA Zootecnia. Un allevament­o della val Padana

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