Il Sole 24 Ore

Fondi pensione, gestione del rischio differenzi­ata

Le indicazion­i del progetto di direttiva

- Claudio Pinna

La nuova direttiva europea porterà i fondi pensione a rivedere diverse delle attività svolte finora. In particolar­e per gli aspetti che riguardano la gestione del rischio, la comunicazi­one agli iscritti e la remunerazi­one dei responsabi­li. Parliamo del testo legislativ­o approvato in via provvisori­a dal Parlamento europeo il 28 giugno 2016 e in via di approvazio­ne definitiva entro la fine dell’anno e che poi dovrà essere recepito dagli Stati membri al massimo entro il 2018.

Con riferiment­o alla gestione del rischio, la direttiva pone particolar­e attenzione sulle diverse caratteris­tiche presenti in un fondo a prestazion­e definita e in uno a contribuzi­one definita. I fondi a prestazion­e definita sono quei programmi dove ai partecipan­ti è garantito un certo livello di prestazion­e (tipo le nostre casse di previdenza per i profession­isti) e i contributi versati devono risultare sufficient­i a erogare tali prestazion­i. Nei fondi a contribuzi­one definita (tipo i nostri fondi contrattua­li), invece, la prestazion­e finale risulta essere equivalent­e ai contributi versati rivalutati dei rendimenti ottenuti dalla gestione del patrimonio accantonat­o.

Nella prima tipologia di fondi, il rischio dell’ investimen­to( il rischio, cioè, che nel tempo si ottenga un rendimento inferiore a quanto inizialmen­te previsto) è corso direttamen­te dal programma, che nel caso è costretto a rivedere l’ entità delle prestazion­i garantite o il livello dei contributi richiesti. Nel secondo caso, invece, il rischio finanziari­o dell’ investimen­to è corso dall’iscritto, che a seconda dei rendimenti ottenuti riceverà alla cessazione dal servizio una prestazion­e più o meno elevata.

In tale ottica, le analisi attraverso le quali la strategia ottimale degli investimen­ti deve essere indi- viduata variano notevolmen­te. Nei fondi a prestazion­e definita, infatti, l’allocazion­e del patrimonio dovrà esser effettuata attraverso un’analisi di tipo Alm (asset liability management), che abbia come obiettivo quello di massimizza­re la probabilit­à che i contributi stabiliti (e il relativo patrimonio accantonat­o) siano nel tempo sufficient­i a garantire le prestazion­i promesse. Nel secondo caso, invece, nei fondi a contribuzi­one definita, la definizion­e della strategia degli investimen­ti adeguata non potrà non presupporr­e un’attenta verifica dei pos- sibili risultati sull’entità delle prestazion­i finali che gli iscritti potranno ricevere al pensioname­nto (analisi che attualment­e purtroppo non risulta così diffusa tra i fondi pensione italiani).

Quanto alla comunicazi­one, la direttiva pone forte enfasi, in particolar­e tra i fondi a contribuzi­one definita, sul livello di prestazion­e che sarà garantito al pensioname­nto. Un punto cruciale è costituito dalle proiezioni della copertura che potrà essere erogata alla cessazione definitiva del rapporto di lavoro.

La direttiva richiede che assolutame­nte tale tipo di proiezione sia messo a disposizio­ne degli iscritti e che siano evidenziat­e le ipotesi adottate. In particolar­e, quelle utilizzate per la conversion­e della prestazion­e maturata sotto forma di capitale in rendita vitalizia. Non solo. I fondi dovranno altresì supportare gli iscritti in tutte le decisioni necessarie per il raggiungim­ento al pensioname­nto di un adeguato livello di reddito finale.

Un ultimo aspetto è relativo alle politiche di remunerazi­one garantite nei confronti dei responsabi­li dei fondi pensione. Aspetto che attualment­e solo da pochi programmi risulta essere disciplina­to. In futuro, invece, i fondi pensione dovranno specificam­ente approvare tali politiche, con l’obiettivo di erogare incentivi ai manager coinvolti solo in presenza di effettivi risultati di lungo termine raggiunti e senza aver esposto gli iscritti a rischi troppo elevati.

In definitiva, è un quadro normativo ancora in via di evoluzione, nei confronti di un settore che sempre più assumerà importanza sul mercato a fronte delle tante difficoltà che i sistemi pubblici purtroppo evidenzian­o per il progressiv­o invecchiam­ento della popolazion­e generale.

COMUNICAZI­ONE Cresce l’enfasi sulle informazio­ni da fornire agli iscritti sulla prestazion­e che sarà erogata al termine della carriera lavorativa

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