Fondi pensione, gestione del rischio differenziata
Le indicazioni del progetto di direttiva
La nuova direttiva europea porterà i fondi pensione a rivedere diverse delle attività svolte finora. In particolare per gli aspetti che riguardano la gestione del rischio, la comunicazione agli iscritti e la remunerazione dei responsabili. Parliamo del testo legislativo approvato in via provvisoria dal Parlamento europeo il 28 giugno 2016 e in via di approvazione definitiva entro la fine dell’anno e che poi dovrà essere recepito dagli Stati membri al massimo entro il 2018.
Con riferimento alla gestione del rischio, la direttiva pone particolare attenzione sulle diverse caratteristiche presenti in un fondo a prestazione definita e in uno a contribuzione definita. I fondi a prestazione definita sono quei programmi dove ai partecipanti è garantito un certo livello di prestazione (tipo le nostre casse di previdenza per i professionisti) e i contributi versati devono risultare sufficienti a erogare tali prestazioni. Nei fondi a contribuzione definita (tipo i nostri fondi contrattuali), invece, la prestazione finale risulta essere equivalente ai contributi versati rivalutati dei rendimenti ottenuti dalla gestione del patrimonio accantonato.
Nella prima tipologia di fondi, il rischio dell’ investimento( il rischio, cioè, che nel tempo si ottenga un rendimento inferiore a quanto inizialmente previsto) è corso direttamente dal programma, che nel caso è costretto a rivedere l’ entità delle prestazioni garantite o il livello dei contributi richiesti. Nel secondo caso, invece, il rischio finanziario dell’ investimento è corso dall’iscritto, che a seconda dei rendimenti ottenuti riceverà alla cessazione dal servizio una prestazione più o meno elevata.
In tale ottica, le analisi attraverso le quali la strategia ottimale degli investimenti deve essere indi- viduata variano notevolmente. Nei fondi a prestazione definita, infatti, l’allocazione del patrimonio dovrà esser effettuata attraverso un’analisi di tipo Alm (asset liability management), che abbia come obiettivo quello di massimizzare la probabilità che i contributi stabiliti (e il relativo patrimonio accantonato) siano nel tempo sufficienti a garantire le prestazioni promesse. Nel secondo caso, invece, nei fondi a contribuzione definita, la definizione della strategia degli investimenti adeguata non potrà non presupporre un’attenta verifica dei pos- sibili risultati sull’entità delle prestazioni finali che gli iscritti potranno ricevere al pensionamento (analisi che attualmente purtroppo non risulta così diffusa tra i fondi pensione italiani).
Quanto alla comunicazione, la direttiva pone forte enfasi, in particolare tra i fondi a contribuzione definita, sul livello di prestazione che sarà garantito al pensionamento. Un punto cruciale è costituito dalle proiezioni della copertura che potrà essere erogata alla cessazione definitiva del rapporto di lavoro.
La direttiva richiede che assolutamente tale tipo di proiezione sia messo a disposizione degli iscritti e che siano evidenziate le ipotesi adottate. In particolare, quelle utilizzate per la conversione della prestazione maturata sotto forma di capitale in rendita vitalizia. Non solo. I fondi dovranno altresì supportare gli iscritti in tutte le decisioni necessarie per il raggiungimento al pensionamento di un adeguato livello di reddito finale.
Un ultimo aspetto è relativo alle politiche di remunerazione garantite nei confronti dei responsabili dei fondi pensione. Aspetto che attualmente solo da pochi programmi risulta essere disciplinato. In futuro, invece, i fondi pensione dovranno specificamente approvare tali politiche, con l’obiettivo di erogare incentivi ai manager coinvolti solo in presenza di effettivi risultati di lungo termine raggiunti e senza aver esposto gli iscritti a rischi troppo elevati.
In definitiva, è un quadro normativo ancora in via di evoluzione, nei confronti di un settore che sempre più assumerà importanza sul mercato a fronte delle tante difficoltà che i sistemi pubblici purtroppo evidenziano per il progressivo invecchiamento della popolazione generale.
COMUNICAZIONE Cresce l’enfasi sulle informazioni da fornire agli iscritti sulla prestazione che sarà erogata al termine della carriera lavorativa