Il Sole 24 Ore

«Daremo più forza al brand Serie A»

Presidente della Lega

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p «Ripartiamo da un patrimonio consolidat­o. Siamo una delle prime quattro Leghe in Europa e abbiamo un campionato tra i più titolati». Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A da sei anni (il rinnovo delle cariche avverrà in autunno) è ottimista sul futuro del calcio italiano. Pur non negandone complessit­à e problemi struttural­i.

Presidente, cosa si aspetta dalla stagione 2016-17?

Abbiamo club che hanno vinto tanto, che hanno brand internazio­nalmente riconosciu­ti. Molti di questi si sono rinforzati. Vivremo un torneo di grande interesse. Con due rilevanti novità.

Si riferisce alla presenza delle nuove proprietà cinesi nella piazza milanese?

Sì. Ma più in generale al fatto che queste realtà straniere, del Nord America come del Far East, rappresent­ano ormai una presen- za significat­iva nel nostro mondo e potranno apportare esperienze e modelli di governance internazio­nali, influendo a mio avviso in maniera molto positiva. L’altra novità riguarda le innovazion­i tecnologic­he. Come è successo nella Premier inglese.

La Serie A sperimente­rà la moviola in campo.

Siamo stati scelti dalla Uefa come una delle sedi per testare nel prossimo biennio questi sistemi di supporto tecnologic­o agli arbitri e, anche se si tratta di un’applicazio­ne per ora offline, che servirà a solo verificarn­e la funzionali­tà, credo sia un passo avanti importante per la credibilit­à delle competizio­ni. È una scelta che Lega e Federcalci­o hanno condiviso fin dall’inizio e che ci vede in prima fila sul fronte dell’innovazion­e, così come è avvenuto per la Goal-line technology.

Non altrettant­o possiamo dire sul fronte delle infrastrut­ture. A parte le eccezioni di Juventus, Udinese e Sassuolo, dobbiamo arrangiarc­i con un’impiantist­ica vecchia di sessant’anni. La Lega può fare qualcosa in più?

Quando scegliemmo il nuovo logo della Lega optammo per uno stadio. Questo perché riteniamo questo capitolo cruciale per il progresso del calcio italiano. Nel 2013 abbiamo contribuit­o a scrivere una legge quadro che ritengo molto buona sotto il profilo della semplifica­zione e della certezza dei tempi. Purtroppo quella normativa non era sufficient­e sotto il profilo delle compensazi­oni finanzia- rie, avendo ad esempio escluso l’edilizia residenzia­le.

Si deve avere più coraggio sulle perequazio­ni?

Fermo restando che non un euro deve uscire dalle tasche dei contribuen­ti, credo che si debba avere un approccio più razionale alla questione. Si deve capire che gli impianti sportivi, oltre che un volàno produttivo, possono rappresent­are uno strumento di riqualific­azione urbana e di sviluppo territoria­le. Per questo devono essere ampliate le possibilit­à di compensazi­oni economico-finanziari­e. Come dimostrato dal caso virtuoso dell’Arsenal.

Stadi, ma anche internazio­nalizzazio­ne del brand “Serie A”. Quali iniziative avete in programma?

Stiamo cercando di promuovere il marchio del nostro campionato, ma è fondamenta­le che ciò av- venga i n sinergia con i club. Un’iniziativa importante in questi anni è stato lo svolgiment­o all’estero della Supercoppa italiana. Dopo il ciclo cinese, per la prossima, che si giocherà durante le festività natalizie, potremmo tornare in un Paese del Golfo.

Capitolo diritti tv. Dopo le multe antitrust per l’asta 2015-18, per cui anche la Lega ha fatto ricorso al Tar, a breve ripartirà il percorso di assegnazio­ne per il triennio 2018-21. In Parlamento si discute di una revisione della Legge Melandri per sposare parametri di distribuzi­one più equi, sul modello Premier.

Come Lega siamo pronti a mettere a disposizio­ne del Legislator­e la nostra esperienza, dopo di che ci atterremo rigorosame­nte a quello che verrà deciso. Dipenderà da cosa sarà stabilito dalla legge e cosa sarà lasciato alla discrezion­alità

«Cruciale per il progresso del calcio la riqualific­azione delle infrastrut­ture»

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