La Premier league punta a 5 miliardi di ricavi
I ricchi sempre più ricchi in un calcio che vede l’Italia sempre più quarta forza europea. Spagna e Germania, però, devono inchinarsi dinanzi ad una Premier League divenuta irraggiungibile per tutte. Se gli ultimi dati sul giro d’affari del principale campionato d’Oltremanica sembrano essere già di per sé lapidari, le proiezioni per la prossima stagione non lasciano speranze alle inseguitrici.
Dopo aver chiuso il 2015 con 4,4 miliardi di ricavi, la massima serie inglese si avvia ad alzare l’asticella a quota 4,8 miliardi per il 2016 e, grazie al nuovo accordo per la cessione dei diritti televisivi, punta ai 5,8 miliardi per il 2017.
Eppure è la Serie A, percentuali alla mano, ad essere il campionato più teledipendente d’Europa (il 61% dei ricavi è frutto dei diritti televisivi). Al cospetto della massima serie inglese, però, ottiene meno della metà: 1,1 miliardi contro i 2,3 della Premier, cifra destinata a bal- zare a quota 4 miliardi (2,3 dei quali solo dal mercato interno) nella stagione che si appresta a cominciare. Un gap enorme, ma non è solo qui che gli inglesi primeggiano: la Premier è prima in Europa anche per ricavi da stadio (768 milioni di euro nel 2015) e commerciali (1,3 miliardi nel 2015), con accordi di sponsorizzazione da record e una percentuale di riempimento dei propri stadi pari al 96% (seppur con una media spettatori inferiore alla Bundesliga).
L’audience dal vivo è da sempre stato un cavallo di battaglia dei tedeschi, capaci di competere sul piano economico pur non portando a casa cifre pari ai competitor per quanto riguarda i diritti televisivi. Una storia destinata a cambiare a partire dal 2017, grazie al nuovo accordo da 1,4 miliardi di euro annui fino al 2021. Il testa a testa con la Liga, però, vede gli spagnoli di poco favoriti nelle proiezioni per i 2017 (2,98 contro 2,75 miliardi di ricavi previsti), ma ad oggi la differenza tra le due leghe è minima. Nel 2015 la Bundesliga ha sfruttato la diversa varietà di ricavi commerciali (merchandising ufficiale, pouring rights e naming right degli stadi) che hanno garantito una cifra pari al miliardo di euro contro i 643 milioni spagnoli, chiudendo così l’anno con 2,4 miliardi di euro di ricavi, a fronte dei 2,05 miliardi della Liga.
Resta dietro la Serie A: i 210 milioni di ricavi da stadio e i 483 milioni di ricavi commerciali, nel 2015, non permettono al calcio italiano di restare al passo delle superpotenze spagnole e tedesche. Un trend destinato a proseguire, sebbene la proiezione per il 2017 vede la Serie A “sfondare” il tetto dei due miliardi di ricavi. Col contratto televisivo da 1,1 miliardi annui in scadenza nel 2018, però, bisognerà attendere prima di un eventuale salto di qualità. A meno che non si riesca ad aumentare i ricavi da altri settori, come accaduto in Ligue 1. I 625 milioni di ricavi commerciali risentono dell’influenza di Paris SaintGermain e Monaco, con i loro accordi da record finiti (come nel caso del PSG) nel radar della Uefa. Intanto il massimo campionato francese, dopo la flessione dello scorso anno a 1,4 miliardi di ricavi complessivi, punta ad invertire il trend. Per il 2016 ci si avvicina al miliardo e mezzo di euro.
Dietro le top five, il vuoto: i ricavi generati dalle squadre della Prem’er Liga russa non raggiungono il miliardo di euro (896 milioni nel 2013, poi un trend al ribasso negli ultimi anni fino a circa 803 milioni). Sopra il mezzo miliardo di euro, infine, solo la Süper Lig turca, inseguita dalla Eredivisie olandese.
GAP La Serie A è il campionato più teledipendente d’Europa (61% dei ricavi da diritti tv), ma ottiene solo 1,1 miliardi contro i 2,3 degli inglesi