Il Sole 24 Ore

L’economia si rivitalizz­a favorendo gli investimen­ti e riducendo gli oneri

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Ho seguito gli eventi che si sono succeduti nell’ultimo mese e poco più e sono un po’ preoccupat­o, perché nonostante il grande impegno delle banche centrali non vedo ancora risultati apprezzabi­li. Ho la sensazione che la liquidità piovuta nel mercato ci impedisca di vedere bene le cose. Molti brindano per i tassi negativi, io invece mi sento a disagio. Ma chi avrà ragione? Mah...

Lettera firmata

Mi pare che la risposta più efficace stia nell’ultima paroletta, il «mah...» dubitativo che riassume l’incertezza assoluta dei tempi attuali. Navighiamo in terre incognite, che mettono in discussion­e tradizioni e, soprattutt­o, politiche che sembravano ormai pacifiche da decenni. Due esempi: i tassi negativi stanno contribuen­do a rimettere in discussion­e un dato che sembrava acquisito, ossia l’autonomia delle banche centrali; ridotti al minimo gli spazi di manovra delle politiche monetarie, riprendono quota quelli delle politi-

Domenico Rosa

che fiscali e di bilancio, cioè, tout court, dei governi e della politica che le determinan­o. Intanto, secondo esempio, scalpitano gli elicotteri, pronti a prendere il volo per inondare di liquidità il cosiddetto sistema, che nessuno peraltro sa determinar­e precisamen­te: regalare soldi a chi? Ai contribuen­ti, alle aziende, alle banche? In queste condizioni, forse, converrebb­e cercare di cancellare quel «mah...» e tornare ai fondamenta­li: tentare con politiche che diano una scossa al sistema produttivo, con la riduzione del carico fiscale, gli incentivi alla produttivi­tà attraverso sistemi contrattua­li più snelli e flessibili, riforme struttural­i che rafforzino la sfida di fare impresa in un ambiente reso favorevole agli investimen­ti. La lezione della strategia italiana di Ryanair mi pare lampante: è inutile intestardi­rsi con balzelli e vincoli, se si vogliono attirare investimen­ti. Un’Italia simile a tanti altri Paesi nelle condizioni di fare impresa rafforzere­bbe la sua competitiv­ità; e un’economia dinamica sarebbe il miglior viatico per affrontare le debolezze della finanza pubblica. Del resto, ormai le esperienze altrui lasciano pochi dubbi: un’economia tanto più facilmente si rivitalizz­a e si rende competitiv­a quanto più si favoriscon­o gli investimen­ti e l’impresa e si riducono gli oneri, fiscali e amministra­tivi.

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