«Più ore di tv, più scelta a ciascun utente»
Sono le Olimpiadi dei social media, della diretta e delle emozioni rivissute nel tempo. Sono, allo stesso tempo, i Giochi Olimpici che vantano un numero record di ore trasmesse. A fronte di un’offerta senza precedenti per quantità, la Rai ha dato possibilità di scelta: ai tre canali tv e a RadioUno si affiancano il Web, con RaiRio2016 e due milioni di browser unici connessi, e i social media. Su Facebook e Twitter oltre tre milioni di utenti unici hanno commentato, condiviso o interagito sulle Olimpiadi. Sino al 18 agosto ci sono state trentotto milioni di visualizzazioni dei circa settecento video postati da RaiSport e RaiDue su Facebook. La app della Rai è stata scaricata 700mila volte sui di- spositivi mobili.
È arrivato a marzo, Gabriele Romagnoli, 56 anni, a dirigere RaiSport, «quando molte scelte erano già state fatte e io le ho condivise. Diamo merito alla squadra produttiva Rai che ha preparato a Rio la macchina e tutti i collegamenti».
Qual è il motivo di un’offerta senza precedenti?
La scelta della Rai era obbligata, avendo l’esclusiva dei diritti tv: dare una copertura totale all’evento. Mai erano state effettuate 5mila ore di trasmissione. Sono anche di più: 5mila sono le ore di telecronaca, alle quali aggiungere i servizi prodotti per telegiornali e programmi di rete, da Unomattina ad Agorà. Abbiamo dato a ogni spettatore la possibilità di scegliere: o la forma classica su Rai2, in cui si dava il meglio di ciascun momento o il nuoto e poi l’atletica su RaiSport1 o i giochi di squadra su RaiSport2. Sui tv connessi al Web basta premere il tasto blu del telecomando per rivedere quello che si vuole (lo hanno fatto sinora 400mila utenti, ndr).
C’è stata qualche sovrapposizione e qualche evento messo in secondo piano...
Se si sceglie la cronaca tipo “tutto il calcio minuto per minuto”, si prendono picchi di ascolto, ma qualcosa si perde. RadioUno ha un solo canale. In tv abbiamo avuto un’offerta più ampia. Sport come i tuffi (il bronzo di Tania Cagnotto ha il record di ascolto con 4,84 milioni davanti all’oro di Daniele Garozzo nel fioretto, con 4,82) e la ginnastica, in prima serata su RaiDue, hanno fatto grandi ascolti, perché possono contare anche su un pubblico femminile. Gli orari, poi: la finale di beach volley in tarda serata avrebbe fatto il 30%. Hanno giocato quando a Rio era mezzanotte.
Quanti uomini e donne la Rai ha in Brasile? Era circolata la voce di 300 persone...
Non so chi l’abbia messa in giro. Sono invece duecento: la tv inglese e la tv tedesca hanno più persone della Rai ma hanno trasmesso meno ore. I giornalisti presenti erano 47 e direi che cinque-sei in più non avrebbero fatto male.
Perché rispetto alle precedenti Olimpiadi ha assunto maggior importanza l’intervista all’atleta?
La storia personale è la ragione che sta dietro quello che accade sui campi di gara. Tutti hanno letto la storia del giocatore italiano di beach volley che ha avuto un tumore: quest’informazione cambia la percezione dell’evento. Ormai gli atleti non sono più quelli che dicevano «sono contento di essere arrivato primo». Sono abituati a comunicare, hanno tutti profili sui social media.
Alcune telecronache non sono troppo tecniche, da canale specializzato e altre non sono un po’ troppo “tifose”?
Il primo caso è il golf, ma si tenga conto che Maurizio Losa,come altri giornalisti Rai, ha fatto anche otto ore di diretta consecutive, in parte in tv e in gran parte sul Web: ha spiegato i termini tecnici del golf, ma non tutti lo seguivano in quel momento. Al contrario, ad esempio, molti si sono lamentati che Patrizio Oliva non abbia fatto più commenti tecnici sulla boxe.
Qual è stato il momento che ha più commosso Gabriele Romagnoli?
Deve ancora venire, forse. Ricordo l’Italvolley di Velasco, ad Atlanta 1996. Perse l’oro all’ultimo scambio...
«L’intervista è ormai parte integrante dell’evento, ne cambia la percezione»