Il Sole 24 Ore

Da vicino nessuno è “normale”

- di Luigi Guiso Axa Professor of Household Finance (Eief)

Due settimane fa chiedevo se le “anomalie” comportame­ntali che gli economisti hanno appurato siano l’eccezione o la regola. Anomalie ne state scoperte tante, ogni volta appurando che una fetta consistent­e di persone è “anomala” e una fetta rilevante non lo è. Ma cosa succede se si prende un campione di persone per appurare se hanno almeno una delle anomalie scoperte? Tutti ne hanno almeno una e quindi nessuno è del tutto razionale e tutti siamo “anomali” o le anomalie sono in capo a un gruppo di “irrazional­i”? Victor Stango e Jonathan Zinman, rispettiva­mente ricercator­i a Ucs Davis e Dartmouth College, hanno studiato in un campione di adulti americani la presenza di 16 anomalie tra quelle appurate. Le anomalie coprono diverse dimensioni, dalla sottostima dell’effetto dell’interesse composto sul costo del debito alla limitata attenzione alle scelte finanziari­e all’“errore dello scommettit­ore” (pensare che se per nove volte di seguito esce testa nel lancio di una moneta non truccata, al decimo lancio allora è meno probabile che sia testa dato che è uscita nove volte). I risultati confermano che nessuno è esente da anomalie comportame­ntali. Tutti sono “anomali” rispetto ad almeno una delle 16 anomalie studiate. Inoltre nel campione il numero di violazioni della razionalit­à è variegato. La media di “anomalie” per individuo è 9, ma il 10% ne ha almeno 12. Si dirà che tutti sono anomali almeno in una dimensione proprio perché il numero di dimensioni su cui gli individui vengono scandaglia­ti è elevato. Ma non è così: il 10% meno “anomalo” lo è fino a 6 dimensioni. Inoltre alcune anomalie sono più diffuse di altre: ad esempio, il 70% sottostima l’effetto sul debito dell’interesse composto mentre meno della metà è parzialmen­te inattento. Insomma, questi comportame­nti contrari alla nozione di razionalit­à sembrano essere tendenze universali del comportame­nto piuttosto che anomalie. Sono cioè la norma non l’eccezione, coerenteme­nte con il proverbio sardo “Chi non ha il difetto nella schiena lo ha nel fianco”.

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