Il Sole 24 Ore

Italmobili­are rnc, l’azionista può scegliere di uscire

- Aurelio R.

Sono titolare di azioni Italmobili­are rnc. Chiedo se è corretto l’operato del consiglio di amministra­zione della società sulla conversion­e obbligator­ia delle azioni di risparmio in azioni ordinarie così come proposto. Mi sembra, per usare un termine eufemistic­o, una presa in giro. In realtà si è utilizzato l’istituto della conversion­e obbligator­ia per estromette­re dalla “torta” gli azionisti di risparmio e spartirsel­a tra gli azionisti ordinari. In realtà l’operazione sostanzial­mente non si configura come una conversion­e, rappresent­ando la conversion­e in ordinarie solo una minima parte dell’importo riconosciu­to. Non si capisce poi a quale titolo un risparmiat­ore che investe in Italmobili­are deve vedersi convertito il suo investimen­to per due terzi in una società, per di più di un mercato straniero. spiega Marcello Rubiu di Norisk –. Il dividendo consisteva, per ogni gruppo di 10 azioni di risparmio di Italmobili­are, nel pagamento di 56 euro (poi diventati 80 euro con una proposta successiva) e nell’assegnazio­ne di tre azioni ordinarie di Heidelberg­Cement AG, mentre la conversion­e avveniva attraverso la distribuzi­one di 1 azione ordinaria per ogni gruppo di 10 azioni di risparmio. Non si tratta, quindi, di una semplice conversion­e delle azioni».

Questa operazione è avvenuta nell’ambito del riassetto del gruppo della famiglia Pesenti, durante il quale è stato venduto alla società tedesca il pacchetto di controllo del 45% di Italcement­i. La cessione è avvenuta ad un prezzo di 1,7 miliardi di euro, di cui una parte verrà utilizzata per sottoscriv­ere il 5,3% delle quote di Heidelberg, con una plusvalenz­a per Italmobili­are di 800 milioni di euro.

Il gruppo tedesco ha lanciato un’Opa obbligator­ia sul restante 55% di Italcement­i presente sul mercato e il periodo di adesione sarà dal 29 agosto al 30 settembre; l’obiettivo è di revocare le azioni di Italcement­i dalla quotazione e il corrispett­ivo offerto è di 10,6 euro per azione, con un premio del 70,7% rispetto alla media dei prezzi dei tre mesi precedenti l’annuncio dell’operazione.

«Lo scopo della suddetta operazione di semplifica­zione è stato di cancellare le azioni di risparmio e di permettere una maggior liquidità del titolo in Borsa, con una conseguent­e riduzione dello sconto rispetto al Nav – precisa Rubiu –. Dall’approvazio­ne della conversion­e dei titoli a inizio luglio sia le azioni di risparmio che le ordinarie hanno fatto registrare un +25% nell’arco di due settimane, per poi rimanere sostanzial­mente stabili».

Sia i detentori delle azioni di risparmio sia quelli delle ordinarie hanno la possibilit­à di esercitare il diritto di recesso, rispettiva­mente a 26,64 euro e 36,51 euro per azione, fino a un limite massimo di 30 milioni di euro per categoria.

«Il lettore, quindi, si trova a dover valutare l’opportunit­à dell’esercizio del diritto di recesso o dell’accettazio­ne della conversion­e delle proprie quote, ricevendon­e in cambio un dividendo e azioni ordinarie di Heidelberg­Cement e Italmobili­are – conclude Norisk –. Una volta appurato quanto più convenient­e economicam­ente, qualora non fosse interessat­o ad avere in portafogli­o una società di un mercato straniero e operante nel comparto dei materiali per costruzion­i, può sempre procedere alla dismission­e sul mercato e all’acquisto di quote di Italmobili­are, ovvero un portafogli­o di business differenti ma molto esposti al Belpaese».

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