In portafoglio titoli sabaudi ormai fuori corso
Il 28 febbraio 1941 un genitore acquista un certificato di debito pubblico emesso in Roma dal Regno d’Italia. Esso - pari a 2.400 lire - con allegate cedole, viene intestato nominativamente al figlio nato il 25 giugno 1939. Questo nell’anno 2013, in occasione di un sopralluogo per motivi ereditari scopre in un luogo insospettabile della casa di famiglia, il citato certificato integrale in originale con annesse cedole. Il Tesoro non intende pagare poiché sostiene che il titolo è andato in prescrizione. A questo punto cosa può fare l’interessato? La prescrizione decorre dalla data di emissione oppure dal momento in cui l’interessato è venuto a conoscenza del certificato a lui nominativamente intestato?
La risposta ricevuta dal lettore da parte del Dipartimento del Tesoro del Mef è corretta. «La prescrizione decorre dal momento della scadenza e non da quello del ritrovamento, come invece affermano tanti sog- getti interessati a incassare facili parcelle e quote associative promettendo incassi impossibili da ottenere –, precisa Giuseppe D’Orta dell’Aduc –. Se non fosse prescritto, comunque, il credito sarebbe costituito soltanto dal capitale più gli interessi indicati nel titolo, e non spetterebbe di sicuro la stratosferica rivalutazione monetaria che, secondo gli esperti di cui abbiamo detto sopra, consentirebbe a tante persone di diventare milionarie». «Sarebbe ora che chi di dovere (magistratura, ordini forensi) intervenga con seri provvedimenti nei confronti di chi promette guadagni milionari per farsi pubblicità – sottolinea D’Orta –. Anche una maggiore attenzione da parte dei giornali che incappano in queste trappole, non guasterebbe». Naturalmente non certo dalle pagine di Plus24 dove abbiamo sempre messo in guardia i lettori dagli «azzeccagarbugli» di turno.