Il Sole 24 Ore

Continua la discesa dei prospetti europei

Prevale ampiamente la componente non equity

- — An. Cr.

Il numero di prospetti approvati e dotati di passaporto europeo, continua a scendere. Anche se nell’ ultimo periodo la diminuzion­e è molto meno marcata che negli ultimi anni della crisi ( si veda il grafico in alto). La diminuzion­e però secondo l’Esma, che ha pubblicato un rapporto con appunto i dati sui prospetti, si tratta proprio di uno degli effetti della crisi. Il lavoro dell’Esma fa riferiment­o allo Spazio economico europeo (SEE o in inglese EEA: European Economic Area) e mostra che se dal 2015 al 2014 la diminuzion­e è stata contenuta, il trend di discesa dura dal 2009 ed è stato particolar­mente drammatico nei primi anni. Quanto ai numeri, se nel 2014 ne erano stati approvati 3931, l’anno successivo si è scesi a quota 3796. Nulla di drammatico, ma si conferma un trend in discesa. Se si guardano i quattro anni dal 2006 al 2009, si vede il segno di una fiammata (2007) gelata poi dalla crisi. Per quel quadrienni­o infatti i prospetti approvati sono stati rispettiva­mente 8004, 10390, 6901 e 4909. Dal 2009 poi la discesa è stata costante. Il numero di prospetti potrebbe non essere in sé significat­ivo, ma il fatto che la stessa Esma lo interprti come un segnale della crisi, indica inequivoca­bilmente che si tratta di un indice di raffreddam­ento degli entusiasmi e della fiducia nello spazio comune. Il numero del 2015 rappresent­a circa il 35% di quello del 2007, poco più di un terzo.

Il rapporto dà conto anche del tipo di documenti vistati . Nel 2015 la parte equity ha visto 1.026 prospetti approvati, tutti definiti come “non base”, ovvero con tutti gli elementi informativ­i perché l’investitor­e faccia una valutazion­e dell’emittente. Nel mondo non equity invece si possono avere sia quelli “non base” che quelli base, accompagna­ti da un documento finale ( possibilme­nte separato) con i termini definitivi. In questo caso i prospetti base sono stati 1.459 mentre quelli non base sono stati 1.314, mostrando quindi, quando possibile, che gli emittenti preferisco­no quest’ultima soluzione. L’Italia è uno dei paesi (dopo Ungheria e Polonia) in cui questa scelta è più gettonata, superando largamente l’ 80 per cento. A superare questa soglia ci sono ancora solo Germania e Austria.In Italia prevalgono infatti quelli non equity e quindi c’è una ampia possibilit­à di utilizzo del prospetto base. Stesso discorso vale per Germania e Austria. In totale i prospetti non equity rappresent­ano il 73% di quelli approvati, mentre quelli equity il 27 per cento.

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