Save, 65 milioni per lo scalo di Verona Quota in Charleroi: c’è l’ipotesi-vendita
La società verso la cessione della partecipazione in Charleroi Rischi geo-politici: per l’azienda il settore è impostato al rialzo
Sviluppare e ampliare l’aeroporto di Verona. Inoltre: aumentarne le sinergie con quello di Brescia. Sono tra le priorità del Gruppo Save a sostegno del business. L’ attività, a ben vedere, nel primo semestre del 2016 è stata caratterizzata da ricavi e redditività in rialzo rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio. Al di là, però, dei numeri di conto economico il risparmiatore è interessato alle strategie aziendali. Tra queste, per l’appunto, c’ è il focus sull’ aeroporto di Verona( oltre a quello di Brescia che, va ricordato, fa capo anch’esso alla Catullo Spa). Ebbene: l’ azienda, fin qui, ha portato avan tiuna politica di razionalizzazione dello scalo stesso e l’ incremento dei vettori attivi sul medesimo. Adesso, però, il gruppo punta a compiere un ulteriore passo in avanti. Vuol ere- alizzare la seconda fase dello sviluppo della pista di Verona. In tal senso Save ha presentato all’Enac un progetto di ampliamento dell’ aeroporto veneto. Il piano, che dovrà ricevere l’ ok dell’Ente nazionale perl’ aviazione civile, implica tra il 2016 e il 2018 un investimento intorno a 65 milioni. Ma non è solo il focus sul Nord Est. S ave, si sa, è socia della società di gestione dello scalo belga di Charleroi. Ebbene: il gruppo è giunto a valutare la dismissione della partecipazione. L’ipotesi era già stata ventilata in passato. Ora però, al netto di novità sempre possibili, il gruppo pare più deciso ad dire addio alla pista belga.
Sviluppare e ampliare l’aeroporto di Verona. Inoltre: aumentarne le sinergie, sulla falsariga del modello di Venezia e Treviso, con quello di Brescia. Sono tra le priorità del Gruppo Save a sostegno del business. L’attività, a ben vedere, nel primo semestre del 2016 è stata caratterizzata da ricavi e redditività in rialzo rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio. Il fatturato si è assestato a 86 milioni (+15,9%) mentre l’utile netto è aumentato del 30%. Al di là dei numeri di conto economico, però, il risparmiatore è interessato alle strategie aziendali.
Tra queste, per l’appunto, c’è il focus sull’aeroporto di Verona (oltre a quello di Brescia che, va ricordato, fa capo anch’esso alla Catullo Spa). Ebbene: l’azienda, fin qui, ha portato avanti una politica di razionalizzazione dello scalo e l’incremento dei vettori attivi sul medesimo. La strategia, è l’indicazione di Save, ha dato i suoi frutti. Nello scorso luglio i passeggeri, in continuità con la prima metà dell’esercizio, sono cresciuti, assestandosi a quota 392mila (+11,2% se confrontati con quelli di un anno prima). Una dinamica, aggiunge Save, da attribuirsi soprattutto all’operatività delle compagnie Volotea, Ryanair e Neos che, insieme, hanno visto il rialzo del 35% del loro traffico aeroportuale.
Adesso, però, il gruppo punta a compiere un ulteriore passo in avanti. Vuole realizzare la seconda fase dello sviluppo dello scalo di Verona. In tal senso Save ha presentato all’Enac un progetto di ampliamento della pista veneta. Il piano, che dovrà ricevere l’ok dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, implica tra il 2016 e il 2018 un investimento intorno a 65 milioni. Tra le altre cose è previsto, da una parte, l’ampliamento dell’aerostazione con il suo sviluppo su due piani. E, dall’altra, la realizzazione di 3-4 nuovi pontili d’attracco per gli aeroplani.
Ma non è solo Verona. L’obiettivo, in generale, è quello di migliorare i fondamentali della Catullo Spa. Vale a dire: incrementare soprattutto il conto economico dell’aeroporto di Brescia. Quest’ultimo, allo stato attuale, è in perdita. Il target, sfruttando anche la messa a sistema con la pista veronese, è quello di arrivare al break even nel giro di 2-3 anni. L’obiettivo, indubbiamente, è ambizioso. Per centrarlo Save ha presentato un piano di sviluppo all’Enac per la stessa pista di Brescia. La quale, nelle intenzioni del gruppo aeroportuale, dovrà svilupparsi in particolare come polo logistico.
Fin qui alcune indicazioni riguardo le future strategie aziendali. Quale però l’andamento del traffico sugli scali del gruppo? Tra gennaio e luglio 2016 il sistema aeroportuale del Nord Est (Venezia, Treviso e Verona) ha realizzato complessivamente 8,5 milioni di passeggeri con un incremento del 9,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una dinamica cui ha contribuito in particolare modo la pista veneziana del «Marco Polo». Quest’ultima, infatti, ha registrato il record del traffico mensile: 1,1 milioni di passeggeri. Tutto rose e fiori, quindi? La realtà è più complessa. Il risparmiatore esprime un timore: le variabili politico-finanziarie, cui deve aggiungersi la paura del terrorismo, possono limitare la voglia di viaggiare e, di conseguenza, lo stesso business di Save. Il gruppo, pur consapevole del tema, rigetta la preoccupazione. La società in generale ricorda che, dall’attentato contro le «Torri gemelle» di New York, conviviamo con simili eventi. Ebbene: dal punto di vista del traffico aereo, è l’indicazione, questi terribili fatti hanno un impatto sull’immediato. Nel medio-lungo periodo però l’impostazione del settore rimane al rialzo. La considerazione pare corretta. Tuttavia può ulteriormente obiettarsi che gli attentati in Europa (e non solo) si susseguono senza soluzione di continuità. Quindi il Vecchio continente può essere percepito come una meta di viaggio da frequentare di meno. Save ribatte che, forse, si sarebbe potuto avere un traffico maggiore. E però: in primis la diversificazione, attuata da tempo dalla società, delle rotte di volo permette di controbilan- ciare l'eventuale rallentamento di un’area con la crescita di un’altra. Inoltre, aggiunge sempre Save, proprio i recenti dati sui passeggeri mostrano come, anche grazie al focus sui voli low cost, la dinamica di fondo del traffico del gruppo resta positiva. Così, al netto di eventi che possano alterare l’attuale scenario, la società conferma la crescita del traffico per l’intero 2016, rispetto allo scorso esercizio, del 5-10%.
Già, l'incremento del traffico. Save, da sempre, programma gli investimenti sulle strutture in funzione dell’andamento dei passeggeri. A fronte del contesto descritto si comprende il perché degli sforzi sull’ampliamento degli scali. In tal senso prosegue il piano complessivo di sviluppo. Il programma, tra il 2012 e il 2021, prevede circa 850 milioni d’investimenti. Di questi intorno a 150 milioni sono gli esborsi stimati nel 2015 e 2016. In particolare, per l’esercizio in corso, i Capex dovrebbero raggiungere la quota di circa 100 milioni. Il focus è sul «Marco Polo» di Venezia. Così parte degli impieghi hanno contribuito al collegamento tra il water terminal e l’aerostazione che sarà completato entro la fine di ottobre. Altri, invece, sono serviti per le nuove stazioni di Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza. Inoltre: c’è stata la realizzazione della centrale di trigenerazione (recupero di calore per produrre energia) che verrà consegnata a breve. Ancora: ci sarà il completamento dell’allargamento dell’area cosiddetta di landside (dove vengono, ad esempio, i controlli sui passeggeri). Questi ultimi lavori, per un impegno complessivo di circa 55 milioni, saranno consegnati nella prossima primavera. Qui, a ben vedere, nella precedente «Lettera al risparmiatore» era stato indicato che l’opera sarebbe terminata a fine dell’anno in corso. Il ritardo è l’indizio di qualche problematica? Save risponde negativamente. Si è trattato, afferma, di un semplice rallentamento tecnico. In generale, sottolinea il gruppo, l’ampliamento del «Marco Polo» è in linea con i tempi previsti e procede di pari passo con il trend dei passeggeri.
Quei passeggeri che, nonostante le difficoltà nel secondo trimestre del 2016 dovute agli attentati in Belgio dello scorso marzo, sull’intero semestre sono aumentati dell’8% sullo scalo di Charleroi.
Al di là però dell’andamento operativo, rispetto all’aeroporto belga c’è da rilevare un altro tema: le sorti della partecipazione di Save (in trasparenza circa il 18%) nella società di gestione dello scalo stesso (Bsca). Su questo fronte, va ricordato, nell’ottobre 2014 la Commissione Europea ha statuito che alcune misure della Stato belga in favore di Bsca configurano l’aiuto di Stato. In particolare: il canone di concessione non sarebbe sufficientemente remunerativo. A fronte di ciò la Commissione, da un lato, ha richiesto allo Stato belga di recuperare i pagamenti che sarebbero dovuti da Bsca e legati alle misure in questione dal 4 aprile 2014. Dall’altro ha chiesto che in futuro il canone stesso sia aumentato. Bsca ha fatto ricorso avverso la decisione presso la Corte di Giustizia. Sennonché, con riferimento al procedimento, nessun reale passo in avanti è stato compiuto. Tanto che Save è giunta a valutare la dismissione della partecipazione. L’ipotesi era già stata ventilata dalla società nella precedente «Lettera al risparmiatore». Tuttavia, al netto di novità sempre possibili, ora il gruppo pare più deciso ad uscire dallo scalo belga. In primis per il descritto stallo sul fronte del procedimento giuridico. Ma anche per l’impossibilità, fin qui, di concretizzare la sua tradizionale strategia. Cioè: passo dopo passo acquisire maggiori quote societarie per, poi, diventare sempre di più socio industriale dello scalo stesso.
In un simile contesto, e senza dimenticare il nuovo forte impegno sugli aeroporti di Verona e Brescia, ben si comprende il minore interesse per Charleroi.
Dal probabile addio allo scalo belga alla più certa cessione della quota, detenuta tramite la controllata Archimede 1, del 40% in Centostazioni. Vale a dire: la parthership con Ferrovie dello Stato che gestisce un network di 103 medie stazioni italiane. Anche in questo caso la «Lettera al risparmiatore» ha già registrato la volontà di Save di uscire da business. Allo stato attuale il gruppo indica che in luglio c’è stato un altro incontro con le Ferrovie italiane. La speranza della società veneta è che, in tempi sensati, possa avviarsi la procedura.
SCENARI Nel primo semestre del 2016 ricavi e redditività in aumento Un obiettivo è migliorare i fondamentali della Catullo Spa, riportando in nero i conti dello scalo di Brescia