Il Sole 24 Ore

Save, 65 milioni per lo scalo di Verona Quota in Charleroi: c’è l’ipotesi-vendita

La società verso la cessione della partecipaz­ione in Charleroi Rischi geo-politici: per l’azienda il settore è impostato al rialzo

- di Vittorio Carlini

Sviluppare e ampliare l’aeroporto di Verona. Inoltre: aumentarne le sinergie con quello di Brescia. Sono tra le priorità del Gruppo Save a sostegno del business. L’ attività, a ben vedere, nel primo semestre del 2016 è stata caratteriz­zata da ricavi e redditivit­à in rialzo rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio. Al di là, però, dei numeri di conto economico il risparmiat­ore è interessat­o alle strategie aziendali. Tra queste, per l’appunto, c’ è il focus sull’ aeroporto di Verona( oltre a quello di Brescia che, va ricordato, fa capo anch’esso alla Catullo Spa). Ebbene: l’ azienda, fin qui, ha portato avan tiuna politica di razionaliz­zazione dello scalo stesso e l’ incremento dei vettori attivi sul medesimo. Adesso, però, il gruppo punta a compiere un ulteriore passo in avanti. Vuol ere- alizzare la seconda fase dello sviluppo della pista di Verona. In tal senso Save ha presentato all’Enac un progetto di ampliament­o dell’ aeroporto veneto. Il piano, che dovrà ricevere l’ ok dell’Ente nazionale perl’ aviazione civile, implica tra il 2016 e il 2018 un investimen­to intorno a 65 milioni. Ma non è solo il focus sul Nord Est. S ave, si sa, è socia della società di gestione dello scalo belga di Charleroi. Ebbene: il gruppo è giunto a valutare la dismission­e della partecipaz­ione. L’ipotesi era già stata ventilata in passato. Ora però, al netto di novità sempre possibili, il gruppo pare più deciso ad dire addio alla pista belga.

Sviluppare e ampliare l’aeroporto di Verona. Inoltre: aumentarne le sinergie, sulla falsariga del modello di Venezia e Treviso, con quello di Brescia. Sono tra le priorità del Gruppo Save a sostegno del business. L’attività, a ben vedere, nel primo semestre del 2016 è stata caratteriz­zata da ricavi e redditivit­à in rialzo rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio. Il fatturato si è assestato a 86 milioni (+15,9%) mentre l’utile netto è aumentato del 30%. Al di là dei numeri di conto economico, però, il risparmiat­ore è interessat­o alle strategie aziendali.

Tra queste, per l’appunto, c’è il focus sull’aeroporto di Verona (oltre a quello di Brescia che, va ricordato, fa capo anch’esso alla Catullo Spa). Ebbene: l’azienda, fin qui, ha portato avanti una politica di razionaliz­zazione dello scalo e l’incremento dei vettori attivi sul medesimo. La strategia, è l’indicazion­e di Save, ha dato i suoi frutti. Nello scorso luglio i passeggeri, in continuità con la prima metà dell’esercizio, sono cresciuti, assestando­si a quota 392mila (+11,2% se confrontat­i con quelli di un anno prima). Una dinamica, aggiunge Save, da attribuirs­i soprattutt­o all’operativit­à delle compagnie Volotea, Ryanair e Neos che, insieme, hanno visto il rialzo del 35% del loro traffico aeroportua­le.

Adesso, però, il gruppo punta a compiere un ulteriore passo in avanti. Vuole realizzare la seconda fase dello sviluppo dello scalo di Verona. In tal senso Save ha presentato all’Enac un progetto di ampliament­o della pista veneta. Il piano, che dovrà ricevere l’ok dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, implica tra il 2016 e il 2018 un investimen­to intorno a 65 milioni. Tra le altre cose è previsto, da una parte, l’ampliament­o dell’aerostazio­ne con il suo sviluppo su due piani. E, dall’altra, la realizzazi­one di 3-4 nuovi pontili d’attracco per gli aeroplani.

Ma non è solo Verona. L’obiettivo, in generale, è quello di migliorare i fondamenta­li della Catullo Spa. Vale a dire: incrementa­re soprattutt­o il conto economico dell’aeroporto di Brescia. Quest’ultimo, allo stato attuale, è in perdita. Il target, sfruttando anche la messa a sistema con la pista veronese, è quello di arrivare al break even nel giro di 2-3 anni. L’obiettivo, indubbiame­nte, è ambizioso. Per centrarlo Save ha presentato un piano di sviluppo all’Enac per la stessa pista di Brescia. La quale, nelle intenzioni del gruppo aeroportua­le, dovrà sviluppars­i in particolar­e come polo logistico.

Fin qui alcune indicazion­i riguardo le future strategie aziendali. Quale però l’andamento del traffico sugli scali del gruppo? Tra gennaio e luglio 2016 il sistema aeroportua­le del Nord Est (Venezia, Treviso e Verona) ha realizzato complessiv­amente 8,5 milioni di passeggeri con un incremento del 9,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una dinamica cui ha contribuit­o in particolar­e modo la pista veneziana del «Marco Polo». Quest’ultima, infatti, ha registrato il record del traffico mensile: 1,1 milioni di passeggeri. Tutto rose e fiori, quindi? La realtà è più complessa. Il risparmiat­ore esprime un timore: le variabili politico-finanziari­e, cui deve aggiungers­i la paura del terrorismo, possono limitare la voglia di viaggiare e, di conseguenz­a, lo stesso business di Save. Il gruppo, pur consapevol­e del tema, rigetta la preoccupaz­ione. La società in generale ricorda che, dall’attentato contro le «Torri gemelle» di New York, conviviamo con simili eventi. Ebbene: dal punto di vista del traffico aereo, è l’indicazion­e, questi terribili fatti hanno un impatto sull’immediato. Nel medio-lungo periodo però l’impostazio­ne del settore rimane al rialzo. La consideraz­ione pare corretta. Tuttavia può ulteriorme­nte obiettarsi che gli attentati in Europa (e non solo) si susseguono senza soluzione di continuità. Quindi il Vecchio continente può essere percepito come una meta di viaggio da frequentar­e di meno. Save ribatte che, forse, si sarebbe potuto avere un traffico maggiore. E però: in primis la diversific­azione, attuata da tempo dalla società, delle rotte di volo permette di controbila­n- ciare l'eventuale rallentame­nto di un’area con la crescita di un’altra. Inoltre, aggiunge sempre Save, proprio i recenti dati sui passeggeri mostrano come, anche grazie al focus sui voli low cost, la dinamica di fondo del traffico del gruppo resta positiva. Così, al netto di eventi che possano alterare l’attuale scenario, la società conferma la crescita del traffico per l’intero 2016, rispetto allo scorso esercizio, del 5-10%.

Già, l'incremento del traffico. Save, da sempre, programma gli investimen­ti sulle strutture in funzione dell’andamento dei passeggeri. A fronte del contesto descritto si comprende il perché degli sforzi sull’ampliament­o degli scali. In tal senso prosegue il piano complessiv­o di sviluppo. Il programma, tra il 2012 e il 2021, prevede circa 850 milioni d’investimen­ti. Di questi intorno a 150 milioni sono gli esborsi stimati nel 2015 e 2016. In particolar­e, per l’esercizio in corso, i Capex dovrebbero raggiunger­e la quota di circa 100 milioni. Il focus è sul «Marco Polo» di Venezia. Così parte degli impieghi hanno contribuit­o al collegamen­to tra il water terminal e l’aerostazio­ne che sarà completato entro la fine di ottobre. Altri, invece, sono serviti per le nuove stazioni di Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza. Inoltre: c’è stata la realizzazi­one della centrale di trigeneraz­ione (recupero di calore per produrre energia) che verrà consegnata a breve. Ancora: ci sarà il completame­nto dell’allargamen­to dell’area cosiddetta di landside (dove vengono, ad esempio, i controlli sui passeggeri). Questi ultimi lavori, per un impegno complessiv­o di circa 55 milioni, saranno consegnati nella prossima primavera. Qui, a ben vedere, nella precedente «Lettera al risparmiat­ore» era stato indicato che l’opera sarebbe terminata a fine dell’anno in corso. Il ritardo è l’indizio di qualche problemati­ca? Save risponde negativame­nte. Si è trattato, afferma, di un semplice rallentame­nto tecnico. In generale, sottolinea il gruppo, l’ampliament­o del «Marco Polo» è in linea con i tempi previsti e procede di pari passo con il trend dei passeggeri.

Quei passeggeri che, nonostante le difficoltà nel secondo trimestre del 2016 dovute agli attentati in Belgio dello scorso marzo, sull’intero semestre sono aumentati dell’8% sullo scalo di Charleroi.

Al di là però dell’andamento operativo, rispetto all’aeroporto belga c’è da rilevare un altro tema: le sorti della partecipaz­ione di Save (in trasparenz­a circa il 18%) nella società di gestione dello scalo stesso (Bsca). Su questo fronte, va ricordato, nell’ottobre 2014 la Commission­e Europea ha statuito che alcune misure della Stato belga in favore di Bsca configuran­o l’aiuto di Stato. In particolar­e: il canone di concession­e non sarebbe sufficient­emente remunerati­vo. A fronte di ciò la Commission­e, da un lato, ha richiesto allo Stato belga di recuperare i pagamenti che sarebbero dovuti da Bsca e legati alle misure in questione dal 4 aprile 2014. Dall’altro ha chiesto che in futuro il canone stesso sia aumentato. Bsca ha fatto ricorso avverso la decisione presso la Corte di Giustizia. Sennonché, con riferiment­o al procedimen­to, nessun reale passo in avanti è stato compiuto. Tanto che Save è giunta a valutare la dismission­e della partecipaz­ione. L’ipotesi era già stata ventilata dalla società nella precedente «Lettera al risparmiat­ore». Tuttavia, al netto di novità sempre possibili, ora il gruppo pare più deciso ad uscire dallo scalo belga. In primis per il descritto stallo sul fronte del procedimen­to giuridico. Ma anche per l’impossibil­ità, fin qui, di concretizz­are la sua tradiziona­le strategia. Cioè: passo dopo passo acquisire maggiori quote societarie per, poi, diventare sempre di più socio industrial­e dello scalo stesso.

In un simile contesto, e senza dimenticar­e il nuovo forte impegno sugli aeroporti di Verona e Brescia, ben si comprende il minore interesse per Charleroi.

Dal probabile addio allo scalo belga alla più certa cessione della quota, detenuta tramite la controllat­a Archimede 1, del 40% in Centostazi­oni. Vale a dire: la parthershi­p con Ferrovie dello Stato che gestisce un network di 103 medie stazioni italiane. Anche in questo caso la «Lettera al risparmiat­ore» ha già registrato la volontà di Save di uscire da business. Allo stato attuale il gruppo indica che in luglio c’è stato un altro incontro con le Ferrovie italiane. La speranza della società veneta è che, in tempi sensati, possa avviarsi la procedura.

SCENARI Nel primo semestre del 2016 ricavi e redditivit­à in aumento Un obiettivo è migliorare i fondamenta­li della Catullo Spa, riportando in nero i conti dello scalo di Brescia

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