In sella al nuovo «ruote alte» italiano
Piaggio Medley sfida il re del mercato, l’Honda Sh - Come va la versione 150
pD a pochi mesi dai concessionari Piaggio, il nuovo ruote alte italiano nasce per contrastare il dominio nelle vendite del rivale Honda Sh.
Basta un’occhiata alla classifica delle vendite per capire l’importanza per il Gruppo Piaggio del Medley: il podio è da anni dominato dall’Honda SH, con le cilindrate 150, 125, e 300. Il primo Piaggio – il Beverly 300 – è quarto, il secondo è il Liberty 125 (al settimo posto) e non si trova nessun 150 Piaggio nei primi dieci posti. Il Medley, dunque, specie nella cilindrata 150 cc che consente di accedere ad autostrade e tangenziali, è chiamato a un compito difficile. Per capire se sarà in grado di svolgerlo, abbiamo provato la versione con motore i-get di 155,2 cc, il monocilindrico più recente e tecnologico della Casa di Pontedera. Oltre alla linea – che appare riuscita – i progettisti italiani hanno puntato sui punti deboli dell’Sh.
In primis, il vano sottosella: quello del Medley ha una capienza praticamente doppia rispetto al rivale nipponico (36,2 litri); vi entrano così due caschi integrali (non modulari, però) oppure vi si può stipare la pesante giacca da moto una volta arrivati a destinazione. Al vano si accede con un pulsante sul manubrio che richiede un primo step della chiave di avviamen-
to; il vano posto nel retroscudo non è enorme ma ospita anche una presa Usb. Tanto spazio sottosella si spiega con l’adozione della ruota posteriore da 14 pollici invece dei 16 dell’Sh: la differenza non si nota nella guida, se non per una particolare decisione nella risposta da parte delle sospensioni posteriori su buche e pavè.
Altra freccia all’arco del Medley è il motore Euro 4, raffreddato a liquido, cui è abbinato un riuscito sistema Start&Stop. Il monocilindrico eroga 15 cv, è molto regolare, con un buono spunto, e consente di arrivare ai 120 km/h indicati per affrontare tangenziali e qualche tratto in autostrada. Inoltre, consuma poco: non i 45,9 km/l dichiarati da Piaggio, ma 34-35 km/l sì, specie con un uso prevalentemente urbano; considerando i 5,5 litri di benzina prima che si arrivi alla riserva da
1,5 litri, significa circa 190 km prima di vedere la spia gialla. Lo Start&Stop (disattivabile) spegne il motore dopo 4-5 secondi che il veicolo si è fermato e lo riavvia silenziosamente, senza motorino perché ci pensa una macchina elettrica montata sull’albero motore. Anche a freddo, l’avviamento è istantaneo e silenzioso: Medley monta l’Abs di serie a due canali sui due freni a disco da 260 e 240 mm che compongono un impianto potente ma modulabile.
Ci è piaciuta poi la stabilità in curva del Medley che, pur con i suoi soli 132 kg a secco, si è rivelato preciso ed esente da ondeggiamenti. Infine, note positive anche dal portafogli: il Medley 150 costa 3.300 euro (3.450 euro nella versione S), in linea con la concorrenza, e ha tagliandi di manutenzione distanziati (10mila km per olio e fil- tro, 20mila km per la regolazione del gioco valvole). Il capitolo degli aspetti meno riusciti del Medley è molto corto, e composto per lo più di dettagli. Innanzi tutto, il sottosella oversize ha richiesto di spostare il bocchettone del serbatoio tra le gambe del pilota: niente pedana piatta, dunque, e piedi costretti in una sola posizione (comoda, comunque); in compenso si fa rifornimento senza scendere dalla sella. Inoltre, l’inserimento della chiave di avviamento è difficoltoso, specie per i più alti: in piedi e senza chinarsi, non si vede l’apertura e bisogna andare a tentoni. A proposito degli scooteristi “cestisti”: trovano tanto spazio per le ginocchia, peccato solo che l’appoggio lombare non consenta di arretrare sulla sella. Infine, il parabrezza (optional) è d’obbligo, almeno d’inverno.