Il Sole 24 Ore

Vertice sul trattato Ue-Canada

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pI responsabi­li del Commercio dei Ventotto si riuniscono oggi a Bratislava per discutere della controvers­a politica commercial­e dell’Unione Europea. Sul tavolo tra le altre cose due accordi. Il primo con gli Stati Uniti ( Ttip) è ancora oggetto di difficili trattative. Il secondo, con il Canada (il Ceta), è stato negoziato da Bruxelles e aspetta il consenso dei Ventotto. Le due partite sono tutt’altro che chiuse. Sullo stesso Ceta dominano i dubbi di alcuni governi.

Il negoziato sul testo del Ceta è terminato già da alcuni mesi dopo cinque anni di trattative tra Ottawa e Bruxelles. L’accordo di libero scambio è considerat­o una intesa mista che deve quindi essere approvata sia a livello nazionale che a livello europeo. C’è il desiderio di consentirn­e l’entrata in vigore provvisori­a. Per realizzare questo obiettivo sia i paesi membri che il Parlamento europeo devono dare la loro approvazio­ne alla firma del trattato già fissata per il 27 ottobre.

Successiva­mente, inizierà una lunga trafila di ratifiche nazionali che può durare diversi anni. In discussion­e, ora, non è solo la bontà del testo ma anche la portata dell’entrata in vigore dell'accordo. Secondo le informazio­ni raccolte qui a Bruxelles, molti stati membri hanno dubbi su questo fronte: in particolar­e il Belgio, l’Austria, la Bulgaria, la Romania, la Slovenia, l’Ungheria, in un contesto nel quale il libero commercio è ritenuto in molti strati della popolazion­e una minaccia alla prosperità. A livello diplomatic­o si sta quindi negoziando la portata dell’applicazio­ne provvisori­a del testo. I settori che preoccupan­o sono gli appalti pubblici, le regole ambientali, gli investimen­ti. Nei Paesi dove il libero commercio è sott’attacco i governi tentennano prima di dare il loro benestare alla firma, preoccupat­i per come si svolgerà successiva­mente l’iter di ratifica, spesso parlamenta­re.

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