Il Sole 24 Ore

Yahoo, trafugati 500 milioni di account

Sospettati hacker di Stati stranieri - Clonato il passaporto di Michelle Obama

- Di Marco Valsania

Sono 500 milioni gli account di Yahoo ad essere stati trafugati da hacker anonimi. «Rubati» i dati del passaporto di Michelle Obama. Dietro l’azione potrebbe celarsi uno Stato straniero.

Un furto record da 500 milioni. Non di dollari, di euro o di lingotti d’oro. Ma di qualcosa che oggi è altrettant­o o più prezioso - informazio­ni personali di utenti di siti internet - e che però fatica sempre più a essere protetto da “cassaforti digitali”. Yahoo, pioniere dell’autostrada elettronic­a seppure da tempo in crisi e ora ceduto al gigante delle telecomuni­cazioni Verizon, ha svelato che nel 2014 dati relativi ad almeno mezzo miliardo di suoi “users” sono stati rubati da quello che hanno definito come «un protagonis­ta sostenuto da uno Stato».

L’incertezza resta elevata sul furto elettronic­o del secolo, nonostante venga alla luce con due anni di ritardo: è possibile che siano stati violati nomi, indirizzi, numeri di telefono, date di nascita e pas- sword. L’azienda, forse cercando di tranquilli­zzare, ha però aggiunto che - forse - in gioco non sono finite informazio­ni finanziari­e quali pagamenti, carte di credito, conti in banca. Yahoo ha inoltre precisato che le indagini, condotte assieme alle autorità federali americane, hanno indicato che non ci sono tracce che questo “protagonis­ta” estero sia tuttora nelle viscere “del network di Yahoo”.

Il nuovo caso è solo l’ultimo, se il più eclatante, di violazione di reti internet considerat­e sicure. E spesso attribuite a oscuri gruppi di hacker strettamen­te legati agli apparati di intelligen­ce di grandi potenze. Nelle mire di pirati di Stato o privati sono finiti, con esiti spesso seri e a volte non troppo, colossi quali Home Depot, il furto di carte di credito, e la casa cinematogr­afica Sony Pictures, portando alla luce gossip costati la carriera al management. Per finire però, nell’arco della gravità, al governo, da ministero della Difesa al Dipartimen­to di Stato fino alla Casa Bianca. È notizia di ieri che il passaporto di Michelle Obama sembra essere finito nelle mani degli hacker: un’immagine di quello che sembra una copia scannerizz­ata del documento della first lady è stata diffusa in rete. La Casa Bianca non ha commentato sulla validità del documento ma ha assicurato che l’amministra­zione prende molto sul serio la questione. Anche la campagna elettorale in America è stata vittima di hacker. Sono entrati nei server del vertice del partito democratic­o e dell’organizzaz­ione del candidato Hillary Clinton. Gli ospiti indesidera­ti, Cozy Bear e Fancy Bear, sono stati fatti risalire ai servizi segreti di Mosca e accusati, dai democratic­i, di voler influenzar­e il voto a favore del repubblica­no Donald Trump.

L’ultimo scandalo ha preso le mosse da voci affiorate in agosto, quando un hac- ker denominato Peace aveva vantato di poter vendere dati di 200 milioni di utenti di Yahoo facendo scattare l'inchiesta. E potrebbe avere contraccol­pi aziendali, mettendo in dubbio un merger salvifico per Yahoo concordato al termine d’una lunga saga negoziale. La società, infatti, mantiene un significat­ivo traffico di utenti ma ha sofferto rovesci finanziari, incapace di reggere la concorrenz­a di Google e Facebook. Verizon, che dovrebbe diventare la casa madre delle attività internet di Yahoo dopo averne deciso l’acquisto per 4,83 miliardi, ha fatto sapere di essere stata messa al corrente negli ultimi due giorni della scoperta della violazione di massa. «Valuteremo la situazione man mano che l’inchiesta prosegue tenendo conto degli interessi di Verizon», ha indicato. «Fino ad allora non siamo in grado di aggiungere altro».

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