Il Sole 24 Ore

Quagliarie­llo: «Rischio contenzios­o Camera-Senato»

- Barbara Fiammeri

«Meglio nessuna riforma che una cattiva riforma». Gaetano Quagliarie­llo è perentorio. L’ex ministro delle Riforme del governo Letta e prima ancora tra i saggi per le riforme costituzio­nali nominati nel 2013 dall’allora capo dello stato, Giorgio Napolitano, è uno degli esponenti più critici del Ddl Boschi, tant’è che subito dopo l’approvazio­ne decise di abbandonar­e il Nuovo centrodest­ra, il partito del ministro dell’Interno Angelino Alfano e conseguent­emente di lasciare la maggioranz­a per fondare il movimento Idea.

Senatore lei ha sempre sostenuto la necessità di rivedere la Carta, oggi si schiera con il No: non teme il rischio che di riforme non se ne vedranno più per almeno un altro decennio?

Certo ne sono consapevol­e. Tuttavia vorrei ricordare che per far passare nel 2001 la sciagurata riforma del titolo V fu utilizzata la stessa argomentaz­ione. Ma quella riforma ci è costata almeno un punto di Pil e infiniti ricorsi davanti alla Consulta. Adesso rischiamo di ripetere l’errore.

Ma il Ddl Boschi diminuisce il contenzios­o Stato-Regioni?

Non ne sarei cosi certo. In compenso avremo un altro e ben più pericoloso contenzios­o: quello tra Camera e Senato, visto che, contrariam­ente a oggi, ci troveremo di fronte a una pluralità di processi legislativ­i poiché su alcune materie il Senato è chiamato a esprimersi. A garantire quale procedimen­to utilizzare, ovvero se consentire o meno la navetta, dovrebbero essere i presidenti delle due Camere ma se non si trovano d’accordo? Dovremo attendere che si pronunci la Corte costituzio­nale. E questo solo uno dei pasticci di questa riforma. E poi questo nuovo Senato fa tante cose tranne che essere la Camera delle Regioni.

Il governo inizialmen­te aveva proposto il Senato dei sindaci ma poi tanto la minoranza dem che le opposizion­i spinsero per una rappresent­anza regionale...

Non ci sono pero i governator­i bensì consiglier­i regionali in rappresent­anza dei partiti e quindi non c’è un collegamen­to diretto tra quanto espresso dagli elettori nel voto locale e quanto rappresent­ato in Senato. Per fare un esempio: i senatori del M5S della Lombardia voteranno come gli detta il loro partito o con il centrodest­ra che ha i voti della maggioranz­a dei lombardi?

Ritiene anche lei che la nuova costituzio­ne rischi di rafforzare eccessivam­ente il potere del governo e del premier, creando i presuppost­i di un “regime”?

No il problema semmai è che il combinato disposto tra riforma costituzio­nale e Italicum. Non è la Costituzio­ne che garantirà, come invece avrebbe dovuto, la stabilità perché non c’è né la sfiducia costruttiv­a né il potere di nomina e revoca dei ministri in capo al premier. In compenso la legge elettorale consente di dare a un premier votato da una minoranza di elettori il potere di decidere le massime cariche dello stato visto che per raggiunger­e il quorum avrebbe bisogno solo di un ulteriore 6 per cento.

A proposito di legge elettorale: come giudica la disponibil­ità manifestat­a da Renzi e la recente approvazio­ne della mozione di maggioranz­a per la modifica dell’Italicum?

Non è una cosa seria. Ricordo che sulla legge elettorale, il governo, con una forzatura senza precedenti, ha posto la fiducia. Spetta quindi all’esecutivo assumersi la responsabi­lità di indicare le modifiche. Invece abbiamo anche assistito al giubilo per la decisione della corte costituzio­nale di rinviare l’udienza sull’Italicum mentre ancora non si conosce la data in cui saremo chiamati a votare per il referendum costituzio­nale.

 ??  ?? Ex ministro.
Gaetano Quagliarie­llo
Ex ministro. Gaetano Quagliarie­llo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy