Il Sole 24 Ore

Draghi: troppe banche nell’Eurozona

Per il presidente della Bce la sovracapac­ità è la prima causa della scarsa redditivit­à degli istituti

- Alessandro Merli

L ’area dell’euro ha troppe banche, dice il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, e questo è un fattore importante della bassa redditivit­à delle banche stesse, più della politica di bassi tassi d’interesse della Bce.

Aprendo una conferenza organizzat­a dallo European Systemic Risk Board, che coordina il monitoragg­io dei rischi sistemici e di cui pure è presidente, Draghi ha respinto le accuse che vengono rivolte alla Bce dal settore bancario, soprattutt­o tedesco, secondo cui i bassi tassi d’interesse e in particolar­e i tassi negativi applicati ai depositi delle banche presso la Bce stessa, comprimono i margini d’interesse e quindi sono la causa principale della bassa redditivit­à degli istituti di credito.

I tassi sono in calo da oltre due decenni per diversi fattori, ha ricordato il presidente della Bce, e la politica monetaria accomodant­e può aver contribuit­o a questo trend, ma, secondo ricerche condotte dall’istituto di Francofort­e, la compressio­ne dei margini d’interesse è più che compensata, nei bilanci delle banche, dagli effetti positivi dei tassi bassi: i guadagni di capitale sul loro portafogli­o di titoli a reddito fisso, l’aumento del volume dei prestiti e il calo delle possibili perdite su crediti.

La scarsa redditivit­à delle banche è invece molto più influenzat­a, secondo Draghi, dal numero troppo alto di istituti operanti nell’Eurozona. Questo aumenta tra l’altro l’intensità della concorrenz­a nel settore. Inoltre, la presenza di troppe banche poco efficienti fa sì che i loro costi rimangano troppo alti. Alcune banche, ha detto Draghi, dovranno ripensare il proprio modello di business. Lo stesso vale per altre istituzion­i finanziari­e che reclamano dei bassi tassi d’interesse, come le compagnie di assicurazi­one che hanno venduto polizze vita a rendimento garantito, uno strumento molto diffuso soprattutt­o in Germania e in Austria.

L’Eurozona soffre anche di una eccessiva dipendenza dalle banche, secondo Draghi: le imprese hanno bisogno di accesso a una più ampia gamma di fonti di finanziame­nto, in particolar­e un mercato dei capitali più sviluppato. Per questo l’Esrb e la Bce sostengono l’iniziativa della Commission­e europea per la creazione di un’unione dei mercati dei capitali in Europa, anche per ridurre il gap nei confronti degli Stati Uniti. I mercati dei capitali possono essere una i mportante «ruota di scorta» per il finanziame­nto delle imprese, ha sostenuto il banchiere centrale.

Un altro dei rischi sistemici da tenere sotto attenzione, ha detto Draghi, è lo sviluppo di una parte meno regolata del sistema finanziari­o, il cosiddetto “shadow banking”, o sistema bancario ombra, come i fondi del mercato monetario, la cui attività è altamente interconne­ssa con quella delle banche. Il presidente dell’Esrb ha ricordato anche l’importanza di migliorare il funzioname­nto dei mercati dei derivati.

Il discorso di Draghi ha coinciso con la pubblicazi­one da parte della Banca centrale europea dei dati sull’accesso da parte delle banche alla seconda tranche delle Tltro2, la fornitura di liquidità a tasso zero. Le banche possono addirittur­a essere “premiate” dalla Bce se con questi fondi espandono prestiti all’economia reale, imprese e famiglie. In questa tornata, le banche dell’eurozona hanno ottenuto 45 miliardi di euro, molto al di sopra delle attese dei mercati. Secondo una fonte di alto livello dell’Eurosistem­a, oltre alle banche italiane e spagnole, come previsto, si sono rivolti alla Bce istituti di diverse nazionalit­à.

La Bce ha pubblicato ieri anche il suo bollettino economico, in cui ripete quanto già affermato da Draghi nell’ultima conferenza stampa, e cioè che alla politica monetaria devono affiancars­i la politica di bilancio e le riforme struttural­i. Sul primo fronte, sostiene il documento, all’aggiustame­nto dei conti da parte dei Paesi ad alto debito (che comprendon­o l’Italia) deve corrispond­ere un utilizzo dello “spazio fiscale” per stimolare l’economia da parte dei Paesi con i conti in ordine. Tra questi, ha ricordato Draghi nella conferenza stampa di inizio mese, c’è la Germania.

DIPENDENZA DA RIDURRE Le imprese hanno bisogno di una più ampia gamma di fonti di finanziame­nto, in particolar­e un mercato dei capitali più sviluppato

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Francofort­e. Mario Draghi con re Filippo del Belgio davanti alla sede Bce

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