Il Sole 24 Ore

Effetto Fed sui mercati, volano Borse e bond

È corsa ai titoli di Stato: il rendimento dei BTp scende all’1,18% - Dollaro in flessione

- Andrea Franceschi

La decisione della Federal Reserve di mantenere invariato il costo del denaro al direttivo di settembre non ha sorpreso più di tanto gli investitor­i che da tempo avevano messo in conto un atteggiame­nto prudente da parte dei banchieri centrali Usa. Lo stesso dicasi del fatto che la Fed abbia dichiarato che le probabilit­à di un rialzo dei tassi entro l’anno si siano «rafforzate» dato che già prima del vertice il mercato dei derivati scontava una stretta non prima di dicembre. La novità è arrivata dalla revisione al ribasso delle stime sulla crescita dell’economia americana. Decisione che presuppone un atteggiame­nto più cauto nel «normalizza­re» la politica monetaria. Se in precedenza si mettevano in conto tre rialzi dei tassi per il 2017 oggi si prevede che i ritocchi all’insù del costo del denaro saranno due.

È stato soprattutt­o alla luce di queste indicazion­i che ieri il mercato ha reagito con un sostenuto rally di azioni e titoli di Stato. Per le obbligazio­ni governativ­e in particolar­e è stata una giornata di forti acquisti in Europa. I rendimenti dei principali titoli di Stato hanno registrato la maggior flessione giornalier­a dal referendum sulla Brexit. Il tasso del Bund tedesco a 10 anni, titolo di riferiment­o dell’intero mercato obbligazio­nario continenta­le, ha chiuso gli scambi a -0,08% riconferma­ndosi in territorio negativo e sui livelli di inizio mese. Movimenti analoghi si sono poi visti su altri titoli di Stato dell’Eurozona come i BTp italiani, il cui rendimento ha chiuso all’1,18%, ben lontano dai massimi (1,34%) delle ultime sedute, o i Bonos i cui tassi hanno toccato nel corso della giornata il minimo storico dello 0,89 per cento.

In una giornata le obbligazio­ni governativ­e hanno riassorbit­o l’ondata di storni delle ultime settimane. Vendite, quelle che avevano recentemen­te colpito queste classi di investimen­to, innescate dalla convizione (reale o pretestuos­a) che l’azione di stimolo delle banche centrali fosse arrivata ai limiti. La mossa della Bank of Japan, che ha rimodellat­o la propria strategia espansiva focalizzan­dola sul controllo dei rendimenti dei titoli di Stato (si veda Il Sole 24 Ore di giovedì 22 settembre) e l’atteggiame­nto prudente della Fed sul rialzo dei tassi hanno costretto gli investitor­i a rivedere le loro convinzion­i. Questo ha condiziona­to le quotazioni dei titoli di Stato così come di diverse altre classi di investimen­to. Come le azioni, ieri molto gettonate in Europa con Parigi in rialzo del 2,27%, Francofort­e del 2,20%, Madrid del 2%, Milano dell’1,76% e Londra dell’1,12 per cento.

Sul mercato valutario i segnali di prudenza sul rialzo dei tassi Fed hanno penalizzat­o la valuta Usa che ieri si è deprezzata rispetto a tutte le sue principali contropart­i. Il dollar index, che misura il tasso di cambio rispetto a un paniere delle principali divise, è tornato sui livelli di una settimana fa. Ne hanno tratto vantaggio in primo luogo le monete dei Paesi emergenti. Ma anche altre classi di investimen­to come le azioni e i bond. Ieri la Russia ha collocato sui mercati internazio­nali 1,25 miliardi di dollari di titoli con scadenza decennale raccoglien­do un notevole riscontro tra gli investitor­i istituzion­ali europei. L’operazione di rifinanzia­mento è la prima dall’imposizion­e delle sanzioni internazio­nali legate alla guerra in Ucraina. Sempre ieri l’Argentina ha comunicato di aver dato mandato a Bbva, Bnp Paribas e Credit Suisse per emettere un’obbligazio­ne denominata in euro per un ammontare di 500 milioni.

Queste le reazioni di giornata. Per il futuro gli interrogat­ivi degli addetti ai lavori, oltre a cosa deciderà la Fed, riguardano la credibilit­à delle loro scelte. «Dopo aver visto sfumare ben 3 rialzi dei tassi dalle previsioni Fed nel corso dei primi nove mesi dell'anno - commenta commenta Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners - che fiducia può avere il mercato in quest'ultima indicazion­e, consideran­do che tra qui e dicembre ci sono le elezioni presidenzi­ali, un evento che sfugge totalmente al suo controllo?».

DENARO SUGLI EMERGENTI Azioni, bond e valute dei Paesi emergenti hanno tratto beneficio dall’atteggiame­nto prudente della Fed sulla futura stretta monetaria

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