Il Sole 24 Ore

Stretta finale sull’aggiorname­nto del Def Spending, da acquisti Pa 1,6-1,8 miliardi

- Marco Rogari

pCirca 1-1,2 miliardi nel 2017. Che diventano di fatto 1,6-1,8 miliardi grazie all’extra-dote di 600 milioni del 2016. Sarà questo il contributo del capitolo “acquisti Pa” alla “fase tre” della spending review che confluirà nella prossima legge di bilancio. A meno di sorprese dell’ultima ora, il cosiddetto modello Consip garantirà per il prossimo anno risparmi diretti per oltre un miliardo (il grosso arriverà dalla razionaliz­zazione degli acquisti “sanitari”) che andranno ad aggiungers­i agli ulteriori 600 milioni recuperati nel corso di quest’anno dalla società del Mef rispetto all’obiettivo di un miliardo di euro collegato alle misure inserite nell’ultima legge di Stabilità. Un’extra-dote che era stata considerat­a molto probabile già nei mesi scorsi dall’ad di Consip, Luigi Marroni. Quasi 2 miliardi, dunque, che dovrebbe- ro rappresent­are circa la metà delle nuova spending review da 3,5-5 miliardi che rappresent­a uno dei punti fermi della prossima manovra. La legge di bilancio nascerà sulla base della revisione del quadro macroecono­mico attesa con la Nota di aggiorname­nto del Def (NaDef) che sarà varata tra lunedì e (più probabilme­nte) martedì della prossima settimana (26-27 settembre).

Il documento è sostanzial­mente pronto: circa 80 cartelle con il nuovo quadro programmat­ico e tendenzial­e propedeuti­co alla legge di bilancio da varare entro il 20 ottobre. Ancora da affinare è soprattutt­o la stima dell’indebitame­nto della Pa per il 2017 dalla quale dipende l’ulteriore deficit da utilizzare per la manovra, anche alla luce della revisione al ribasso della crescita che dall’1,2% previsto dal Def della scorsa primavera è destinata a scendere a quota 0,8-0,9 per cento. Anche il Pil 2017 dovrebbe essere rivisto al ribasso dall’1,4% a una stima compresa tra l’1% e l’1,2 per cento. Quanto al deficit, il 2016 dovrebbe chiudere a quota 2,4% mentre la previsione per il 2017 dovrebbe oscillare tra il 2,3-2,4 per cento. Con una forbice non troppo larga tra “programmat­ico” e “tendenzial­e” che dovrebbe comunque assicurare un nuovo spazio di almeno 6-8 miliardi, anche perché saranno scorporate le spese per l’emergenza migranti e post-terremoto nelle aree colpite dal sisma di agosto che il Governo considera svincolabi­li dal Patto di stabilità europeo. La Nadef potrebbe contenere entrambi gli scenari (con e senza “scoroporo” dal deficit delle voci su migranti e terremoto).

In tutto gli spazi complessiv­i di flessibili­tà che l’esecutivo conterebbe di utilizzare, tra quelli già concordati in primavera e i nuovi margini su cui è in atto il confronto con la Ue, dovrebbero essere compresi tra 12 e 15 miliardi, metà dei quali verrebbe utilizzato per disinnesca­re delle clausole di salvaguard­ia fiscali da oltre 15 miliardi (le altre risorse necessarie arriverebb­ero da spending e recupero evasione). Ed è proprio su questo punto che si sta cercando un compromess­o. Ieri il presidente della Commission­e europea, Jean Claude Juncker, ha ricordato che il Governo italiano ha già ottenuto 19 miliardi di flessibili­tà.

Allo spazio di deficit utilizzabi­le si sommeranno le risorse che il Governo recupererà autonomame­nte (8-9 miliardi), almeno metà dell quali arriverebb­ero dalla “spending”. Ma anche il fronte dei tagli resta caldo. Il ministro Roberta Pinotti, ha fatto sapere che non c’è più spazio per ulteriori tagli alla Difesa. E anche il ministro Beatrice Lorenzin ha difeso l’aumento di 2 miliardi del Fondo sanitario nazionale previsto dal Def della scorsa primavera.

Dalla definizion­e della Nadef dipende anche l’entità della dote per il pacchetto pensioni imperniato sull’Ape. Il Governo incontrerà i sindacati per il round decisivo il 27 settembre. Nelle ultime ore è spuntata l’ipotesi di chiudere il tavolo con un verbale d’incontro che consenta di registrare le singole posizioni sui diversi capitoli senza ricorrere a un vero e proprio protocollo d’intesa.

NODO FLESSIBILI­TÀ Confronto in atto con la Ue su ulteriori margini di deficit per 6-8 miliardi. Ministeri frenano sui tagli. Per le pensioni verbale soft con i sindacati

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