Il Sole 24 Ore

Renzi: rispettiam­o le regole ma su sisma e migranti fuori dal patto c’è consenso

- Gianni Trovati

Nel pacchetto fiscale della prossima legge di Bilancio potrebbe rientrare anche l’Iri, l’imposta sul reddito individual­e delle piccole imprese prevista dalla delega fiscale ma finora mai introdotta davvero.

A citarla ieri è stato il premier Matteo Renzi, parlando della manovra economica a Otto e Mezzo su La7. Il taglio Irpef torna in calendario «per il 2018», in linea con le indicazion­i offerte nelle settimane scorse dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ma il premier conferma l’obiettivo dichiarato del Governo sui tagli fiscali. L’anno prossimo, elenca Renzi, «vanno giù l’Ires, l’Iri sulle piccole imprese (l’aliquota sarà la stessa dell’Ires, ndr), confermiam­o gli 80 euro e l’impegno che non si paga più la tassa sulla casa». Tra le opzioni allo studio, poi, restano in prima fila i nuovi ecobonus, di cui si studia una proroga più lunga rispetto alla solita replica annuale e una spinta ulteriore in chiave antisismic­a, e la conferma “rafforzata” del superammor­tamento, al centro anche del piano Industria 4.0 (si vedano i servizi a pagina 8 e 9). «Vediamo se riusciamo a dare un aiuto a chi investe, magari nel suo albergo o azienda con uno sconto fiscale a chi crea occupazion­e, non si mette in tasca i soldi ma li mette in azienda».

Gli spazi d’azione dipendono dall’incrocio fra la disciplina eu- ropea di bilancio e la crescita italiana. Sul primo punto, Renzi si dice fiducioso sul «consenso nell’Unione europea» sul fatto che «tutto ciò che servirà per immigrazio­ne e scuole è prioritari­o, quindi sarà fuori dal patto di stabilità». Sul piano più generale, il presidente del Consiglio chiarisce che «noi rispettere­mo le regole ma le regole ci dicono che in pre-

VERSO LA CRESCITA Probabile un incremento dello 0,9%: «Il Pil dell’anno prossimo andrà meglio del 2016, che è andato meglio del 2015»

senza di eventi eccezional­i si può utilizzare un margine diverso».

L’altro versante è rappresent­ato dalla crescita italiana, che sarà fotografat­a con colori meno vivaci del previsto nella nota di aggiorname­nto al Def in arrivo all’inizio della prossima settimana: «Il Pil dell’anno prossimo - sostiene Renzi - andrà meglio del 2016, che è andato meglio del 2015, che era andato meglio del 2014»: una formula, quella utilizzata da Renzi, per ribadire la “progressio­ne” del Pil, che sembra confermare l’ipotesi di una crescita allo 0,9% nella nota di aggiorname­nto (un decimale in più rispetto al 2015), mentre la previsione del 2017 potrebbe attestarsi all’1,1-1,2 per cento.

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