Il Sole 24 Ore

I discount crescono oltre quota 5mila

A luglio i negozi sono arrivati a 5.065 mentre le vendite nel semestre segnano +6,3% Giro d’affari a 13 miliardi, il 16% delle vendite del largo consumo

- Emanuele Scarci

I discount sfondano il tetto dei 5mila punti vendita in Italia e le vendite, a rete corrente, crescono, nel primo semestre dell’anno, del 6,3% a valore e dell’8,5% a volume; la crescita delle vendite arriva grazie ai nuovi punti vendita e al travaso di quote da altre insegne low cost. Questa situazione potrebbe accelerare il processo di concentraz­ione nel canale, anche per l’arrivo del colosso tedesco Aldi. Secondo Nielsen, allo scorso luglio i negozi discount erano 5.065, 165 in più rispetto a luglio 2015 e 700 in più rispetto al 2010. Il giro d’affari è arrivato a 13 miliardi con una peso del 16% delle vendite del largo consumo.

«Il balzo del discount è evidente - commenta Romolo De Camillis, direttore retail di Nielsen Italia - e credo che ci siano ancora spazi di crescita. Se si hanno competenze il business garantisce buoni risultati, ma si tratta di un canale per specialist­i». La Puglia è la regione regina dei discount con una quota di mercato del 30%, seguita da Sardegna (26%), Sicilia (25,5%) e Basilicata (24%). In coda Valle d’Aosta (6%), Lombardia ed Emilia Romagna (11%).

Nell’ultimo quinquenni­o sono stati inaugurati mediamente 150 discount l’anno(mentre chiude- vano diversi supermerca­ti): un elevato numero di aperture ha sostenuto le vendite ma ha generato inevitabil­mente una caduta dei ricavi per negozio. Infatti nel primo semestre del 2016 le vendite nel canale discount, a parità di rete, sono calate del 2,7%, più dell’1,9% degli ipermercat­i e dello 0,7% di supermerca­ti e libero servizio. I negozi low cost hanno cambiato, almeno in parte, pelle, aumentan- do il numero delle referenze, facendosi percepire come supermerca­ti e offrendo addirittur­a prodotti premium. «È in atto - aggiunge De Camillis - un processo di cannibaliz­zazione tra insegne. E con l’arrivo di Aldi in Italia lo scenario potrebbe cambiare. Dipende dal tipo di sviluppo scelto: per vie interne, per acquisizio­ne o un mix dei due».

Nonostante la crescita dei discount avvenga solo con nuove aperture, la formula del commercio low cost garantisce ritorni co- spicui ai Big, sicurament­e superiori alla grande distribuzi­one che nel 2015 ha registrato un utile operativo medio striminzit­o, intorno all’1,9% dei ricavi.

Campione di crescita e redditivit­à del discount rimane la veneta Eurospin, seguita da Lidl e gruppo Md. I Big 3 controllan­o metà della rete con un giro d’affari di oltre 10 miliardi. Eurospin, società controllat­a da Migross, Shop, Dao cooperativ­a e Vega, conta su 1.050 punti vendita, con ricavi nel 2015 per 4,4 miliardi (+6,7%) e un risultato operativo di 189 milioni (176 l’esercizio precedente). L’azienda (32% di quota di mercato) guidata dall’ad Romano Mion dispone di un patrimonio netto di un miliardo e di una liquidità di 565 milioni. Obiettivo di Mion è continuare ad aprire negozi di proprietà, a gestione diretta o con partner.

Lidl Italia, con 560 negozi, insegue con 3,4 miliardi di ricavi (3) e un Ebit di 91 milioni (56). Sul podio anche il gruppo Lillo (che comprende l’insegna Md)con i suoi 710 negozi, di cui 486 diretti: ha realizzato un fatturato nel 2015 di 2,1 miliardi (1,97), un risultato operativo di 66,9 milioni e un utile di 31 milioni (10). I debiti del gruppo di Patrizio Podini verso le banche ammontano a 250 milioni ma dispone di liquidità per 177 milioni.

LOW COST LUCROSO Il commercio low cost è un business dorato: Eurospin, Lidl e Md realizzano un giro d’affari di oltre 10 miliardi con circa 350 milioni di utile operativo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy