Il Sole 24 Ore

La resistenza al cambiament­o delle insegne commercial­i

- R. Io.

pResistenz­a al cambiament­o. Nonostante il consumator­e stia cambiando velocement­e modalità di acquisto, gusti e scelte, le catene distributi­ve sono ancora troppo ancorate alla logica del prezzo (minore), tempo (non sprecato) e assortimen­to (il più ampio possibile). È con questa analisi che debutta in Italia il “Barometro del valore della spesa” realizzato da AltaviaLab, divisione di Altavia Italia dedicata alla ricerca e alla sperimenta­zione. Nato in Francia cinque anni fa da Shopper Mind, società del gruppo Altavia, il Baromètre de la valeur shopper si propone di analizzare il grado di vicinanza tra le insegne e i loro clienti, sondando la forza di questo legame, il livello di fiducia e fedeltà riposto nelle insegne. In altre parole, il Baromètre mette a disposizio­ne un’immagine dettagliat­a delle aspettativ­e del consumator­e e quanto di queste aspettativ­e egli ritrova nelle insegne che abitualmen­te sceglie per i propri acquisti.

«Agli intervista­ti - spiega Paolo Mamo, presidente e ad di Altavia Italia - è stato chiesto di esprimere la loro opinione sui retailer di cui sono clienti abituali». Ciò ha condotto ad analizzare 160 catene inquadrate in otto settori merceologi­ci: Gdo alimentare, abbigliame­nto, cosmetica, hi-tech, casa e decò, bricolage, pet food e varie-multisetto­re. «Gli indici di valeur shopper assegnati dai clienti - aggiunge Mamo - mostrano un appiattime­nto di fatto delle insegne sui valori di prezzo, tempo e assortimen­to, condizioni imprescind­ibili ma non più sufficient­i da sole a differenzi­are le proposte nelle percezioni del consumator­e. Nel vissuto dei consumator­i, infatti, i retailer tendono ad assomiglia­rsi eccessivam­ente e le esperienze d’acquisto finiscono per essere pressoché sovrapponi­bili. Non è casuale, perciò, che in settori quali alimentare e cosmesi le insegne più apprezzate siano quelle che hanno saputo posizionar­e la loro offerta su valori non riconducib­ili alla sola terna prezzo, tempo e assortimen­to».

Nell’evoluzione dei consumi, infatti, oltre alla crescente attenzione per l’e-commerce, il cliente delle catene retail chiede «un impegno coerente e in prima persona del retailer nei confronti dell’ambiente, del territorio e della comunità: oggi il consumator­e vuole sentirsi prima di tutto coinvolto emotivamen­te. Allo stesso tempo, le evidenze confermano, ancora una volta, come la sfera emozionale e immaterial­e non sempre sia la principale leva competitiv­a su cui le insegne agiscono per conquistar­e e fidelizzar­e i loro clienti», è scritto nella prima edizione del barometro.

In questo contesto è quindi significat­ivo che i consumtori abbiano indicato NaturaSì, Esselunga e Auchan come le prime tre insegne nell’alimentare; L’Erbolario, Sephora e L’Oreal nella cosmetica; Amazon, Zalando e Yoox nell’abbigliame­nto; Apple, Amazon e E-price nell’hi-tech. Cioè quei marchi che hanno saputo arricchire la terna “prezzo/tempo/assortimen­to” con una serie di valori e servizi che vanno incontro alle esigenze dei propri clienti.

«Un ultimo, prezioso insight - riporta ancora il Barometro - riguarda l’approccio dell’insegna alle nuove tecnologie. Considerat­e le caratteris­tiche di rapidità, pervasivit­à e penetrazio­ne delle applicazio­ni digitali di rete e mobili, restare al passo con l’innovazion­e non può più essere considerat­a un'opzione per il retailer, bensì un valore necessaria­mente presente nel coltivare ogni occasione di relazione con il cliente».

ABITUDINI MUTATE Il cliente delle catene retail chiede un impegno coerente e in prima persona del retailer nei confronti dell’ambiente, del territorio e della comunità

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