Il Sole 24 Ore

«See now buy now»: Milano è più cauta

- Marta Casadei

a Lo vedo, lo compro. Negli ultimi sei- otto mesi, complice la digitalizz­azione dilagante che ha portato le sfilate prima in streaming e poi live sui social, il mondo della moda non ha fatto che discutere della consequenz­ialità tra questi due gesti: tanto nello shopping è immediata - è alla base del concetto di acquisto d’impulso- quanto invece non lo è sul fronte delle tempistich­e “tecniche”. Dalla sfilata all’arrivo dei capi in negozio, infatti, passano circa sei mesi necessari a produrre abiti e accessori e a consegnarl­i alle boutique.

Questa tornata di sfilate ha messo fine alle chiacchier­e per dare concreta attuazione al cosiddetto “ready to buy”: big della moda internazio­nale tra cui Tom Ford, Tommy Hilfiger, Ralph Lauren e Burberry hanno infatti mandato in passerella capi che, una volta finito lo show,, sono stati subito messi in vendita, on e offline. Ogni situazione è a sè state per tipologia di collezione e modalità di presentazi­one: Burberry, da sempre “digital-oriented”, ha annunciato mesi fa che avrebbe riunito gli show uomo e donna in un unico evento e che le stesse collezioni sarebbero state messe in vendita immediatam­ente; Ralph Lauren, invece, ha allestito il suo primo show “see-now buy now” fuori dalla boutique newyorkese in Madison Avenue, con una mossa inattesa.

Il fenomeno non ha “contagiato” tutte le maison in calendario - Brooks Brothers ha presentato la collezione, disegnata da Zac Posen, in modo tradiziona­le, con sei mesi di anticipo - ma si è imposto in modo particolar­mente forte alla New York Fashion Week, una manifestaz­ione che da sempre gli addetti ai lavori consideran­o all’avanguardi­a sul fronte delle logiche commercial­i.

Da questa parte dell’Oceano Atlantico le discussion­i sulle nuove strategie distributi­ve oggi ruotano attorno alla questione se l’immediatez­za della proposta sia compatibil­e con il concetto di lusso e con i valori del made in Italy. Le aziende in calendario a Milano dopo le rapide incursioni nel “see now buy now” di febbraio 2016 - Versace e Prada all’epoca avevano messo in vendita subito dopo lo show alcuni modelli di borse - sembrano averne preso le distanze. Forse in attesa di trovare soluzioni che possano accontenta­re i consumator­i istintivi mantenendo il focus sulla ricerca e la qualità.

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