Curiel, Redstone punta su prêt-à-porter e retail
«Curiel è una maison dalla storia ultracentenaria, la prima a portare il made in Italy nei department store degli Usa e del Regno Unito. E ha coinvolto quattro generazioni di donne della stessa famiglia. Una gemma da valorizzare, insomma». Zhao Yizheng, fondatore del gruppo cinese Redstone, ha le idee ben chiare. E tutte convergono su un concetto: l’importanza del made in Italy. In questo solco si inserisce la joint venture con la maison Curiel, finalizzata prima dell’estate dopo un anno e mezzo di trattative.
L’azienda di moda , dai cui archivi è stata realizzata la mostra “Curiel. History and Future” presentata ieri a Milano e poi partita alla volta di Shanghai,fino ad oggi è stata guidata da Raffaella Curiel e dalla figlia Gigliola Castellini: «L’accordo con RedStone è fondamentale per la crescita della nostra attività. Cercavamo il partner giusto e Mr Zhao lo è: ha grande sensibilità ed è innamorato della moda italiana» dice quest’ultima, che oltre a sovrintendere lo stile delle collezioni Curiel, ricoprirà il ruolo di country manager Italia della newco Curiel Ltd con sede ad Hong Kong.
L’intento dell’imprenditore cinese è quello di fare leva sui punti di forza della maison Curiel per espandere il business a livello globale: «All’haute couture, che vorrei portare a sfilare a Parigi, affiancheremo una linea pret-à-porter che chiameremo Curiellino: più accessibile, rivolta a un pubblico più giovane. E poi ci sarà il kidswear» dice Zhao.
Questa evoluzione non poteva non riflettersi sul fronte commerciale e distributivo: «Partiamo da Milano - dice Zhao - con un nuovo showroom-atelier in via Monte Napoleone: la via del lusso per eccellenza. A gennaio apriremo un negozio a Shanghai, poi uno showroom a New York. Vorremmo aprire 5 store all’anno nei primi 3 anni».
Redstone non è estraneo ai “rilanci” dei brand made in Italy: nel 2006 ha rilevato Giada e lo ha lanciato in Cina, oggi primo mercato della griffe: «a livello globale abbiamo messo a segno un +20% nel primo semestre 2016, tra luglio e agosto le vendite sono salite di oltre il 50%. Se aggiungeremo altri marchi italiani al nostro portfolio? Forse. Ci interessa la qualità e l’Italia è il bacino giusto per trovarla: qui la moda è un’arte che si tramanda».