La bellezza cresce più veloce del lusso
A trainare la cosmesi il segmento luxury in salita del 5,7% e i Paesi emergenti
a Il mercato mondiale della cosmetica ha chiuso il 2015 a 203 miliardi di euro, in crescita del 3,9% rispetto all’anno precedente. Un ritmo quattro volte superiore rispetto a quello registrato dal mercato dei beni di lusso personali, che ha archiviato lo scorso anno a 253 miliardi di euro, in crescita del 13% a cambi correnti che,in termini “reali” e quindi a cambi costanti, si attesta su un tiepido +1%. La cosmetica di lusso, di contro, nel 2015 ha messo a segno un incoraggiante + 5,7%, grazie anche alle vendite online.
I dati emergono dalla sesta edizione dello studio annuale The luxury and cosmetics financial factbook realizzato da EY e basato sull’analisi dell’andamento di 30 società di cui 23 del settore lusso e sette attive nella cosmetica. «Il mercato del lusso nel suo complesso sta vivendo una fase critica, di rallentamento - dice Roberto Bonacina, partner di EY Tas fashion and luxury e autore dello studio -e insieme un’evoluzio- ne: oggi contano più che mai l’attenzione al consumatore, che è sempre più informato, e al digitale, uno strumento chiave sia sul fronte delle vendite sia su quello della comunicazione».
L’industria del beauty non è esente da queste trasformazioni. Sembra, anzi, riuscire a interpretarle al meglio con i colossi del settore impegnati nel cercare di intercettare le esigenze dei Millennials. La cosmetica mondiale nel 2015 ha coronato un lungo periodo di crescita stabile, anche a tassi di cambio costante, che si deve in gran parte alle performance dei mercati emergenti. Questi ultimi, tra i quali spiccano India, Sudafrica e Turchia, assorbono circa i due terzi della crescita dei ricavi del settore.
Nello specifico degli oltre 200 miliardi di euro di ricavi della cosmetica nel mondo il 36% va nell’area Asia- Pacifico, il 24% negli Usa, il 20% in Europa Occidentale, l’ 11% in America Latina. Tra i prodotti più venduti ci sono creme e trattamenti skin care che assorbono il 36% del fatturato di settore seguiti da hair care (23%), make up (17%), con i rossetti a guidare la classifica dei trucchi più performanti nel 2015, fragranze ( 12%) e prodotti per l’igiene ( 11%).
« Il consumatore - continua Bonacina - è alla ricerca di prodotti di qualità che siano allo stesso tempo efficaci. Un altro tema chiave è quello della personalizzazione che deve riguardare sia il prodotto comprato sia l’esperienza di acquisto». Il tema della shopping experience è in cima alla lista delle priorità delle aziende del lusso che si trovano a fare i conti con la digital disruption da un lato - oggi le vendite online valgono circa il 7% dell’intero mercato del lusso - e la “crisi” del modello retail. Un modello che ancora funziona, visto che assorbe il 34% del mercato dei beni personali di lusso e che le aziende esposte al retail secondo EY crescono il doppio rispetto a quelle wholesale, ma che, complice il rallentamento dei mercati emergenti, si espande a ritmi decisamente inferiori rispetto al passato incidendo negativamente sulla marginalità delle aziende.
Le imprese della bellezza - che, secondo l’analisi di EY nel 2015 hanno mantenuto una marginalità media del 18%, sostanzialmente stabile - hanno modelli di distribuzione diversi rispetto a quelli del lusso: «Il retail è ancora praticamente inesistente: la maggior parte delle realtà poggia su una rete di punti vendita multimarca - chiosa Bonacina - ma anche loro stanno traendo molti benefici dal web». Le vendite online di cosmetici, infatti, nel 2015 hanno messo a segno un +20% a livello globale e hanno assorbito il 6% dell’intero fatturato di settore.
Puntare sulla Rete è una delle strategie chiave per colpire un target quanto mai interessante: i Millennials, un a fascia di mercato che si stima nel 2018 avrà un potere d’acquisto pari a 3,4 triliardi di dollari nei soli Stati Uniti. E che è popolata da potenziali esigentissimi consumatori di cosmetici.
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