Sui migranti le colpe di Bruxelles e dei governi della Ue
Anche all’assemblea dell’Onu il premier Matteo Renzi ha sottolineato la fase di stallo dell’Europa in materia di migranti. Ha puntato il dito sulle istituzione europee responsabili di essere pura burocrazia. Mi chiedo che effetto possa avere una presa di posizione così diretta a Bruxelles: qualcuno si metterà la mano sulla coscienza e finalmente proverà ad agire, a fare una pianificazione vera per gestire le migrazioni epocali di questi anni? Oppure come Italia pagheremo la “voce grossa” che fa Renzi da alcuni giorni? Certo non è di aiuto neppure Angela Merkel che, per la prima volta, ha detto: “non rifarei più quel che ho fatto sui migranti”. Dove finiranno queste persone disperate in fuga dalla guerra? Ancora annegate nel Mediterraneo?
Mario D'Andrea
Udine
Caro D’Andrea, il problema delle mi- grazioni bibliche credo ci accompagnerà per decenni in un mondo globalizzato dove gli scompensi di sviluppo sono vistosi e inevitabilmente spingono poveri e disperati della terra a viaggi della speranza spesso trasformati in incubo.
L’Europa, i suoi Governi e le opinioni pubbliche sono quasi sempre culturalmente oltre che psicologicamente im-
preparati a governare una sfida che trasforma in multirazziali e multiculturali società finora piuttosto omogenee. Di qui gli egoismi e i muri che vi proliferano. Matteo Renzi fa la voce grossa perché la geografia non aiuta l’Italia e neanche la solidarietà europea. Accusare però di questo la solita Bruxelles e la sua burocrazia è sbagliato, perché sono sempre i Governi Ue quelli che decidono. La Commissione Ue deve istituzionalmente limitarsi a presentare proposte. Spesso respinte dai Governi, appunto.
I limiti della flessibilità
Parole molto dure da Bruxelles: ma l’Italia ascolta e valuta? Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, manda un messaggio chiaro al governo Renzi: basta alle richieste di flessibilità perché - dice Juncker - «nel Patto di stabilità, che non deve essere un patto di flessibilità, abbiamo già introdotto molti elementi di flessibilità combattendo contro chi sapete” e senza i quali elementi “l'Italia quest'anno avrebbe potuto spendere 19 miliardi di meno». Dopo queste parole che farà il governo renzi? Andrà ancora in giro per le capitali europee a sbandierare richieste di flessibilità ulteriore, magari prendendo a pretesto la questione dei migranti? Il nostro governo deve imparare a rispettare le regole, come sono rispettate dagli altri Paesi membri dell’Unione. Stare nella Ue significa accettare le regole e non fare i furbi, come troppo spesso piace fare a noi italiani.
Lettera firmata