Il Sole 24 Ore

Nuova stagione di diplomazia economica in Sud America

- Di Antonio Tajani

Il mondo è uno, l’economia è globale e nessuno lo sa meglio dei nostri imprendito­ri che non si sono mai arresi di fronte alla globalizza­zione. Eppure, proprio Il Sole 24 Ore ha riportato la frenata dell’export italiano, punto di forza della nostra economia, soprattutt­o verso l’area Mercosur (-22,2 per cento) e l’America centromeri­dionale (-15,7) nei primi 7 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Mercosur e Alleanza del Pacifico, i due blocchi economici dell’America Latina, contano oltre mezzo miliardo di abitanti con fitti e articolati legami storici, familiari e culturali, oltre che economici, con Europa e Italia. Il rischio è che questo bacino di cruciale importanza per la crescita della nostra economia sia da noi sottovalut­ato e lasciato nelle mani dei cinesi, i quali in America Latina e in Africa stanno intensific­ando la loro politica di espansione economica e commercial­e.

Per contrastar­e questa deriva e rafforzare la nostra presenza nel continente sudamerica­no, ho presentato a Montevideo, in Uruguay, una relazione sui rapporti commercial­i tra noi e loro approvata dall’Assemblea parlamenta­re euro-latinoamer­icana (Eurolat), che raccoglie e rilancia lo spirito delle “missioni per la crescita” condotte in Messico, Uruguay, Paraguay, Argentina, Brasile, Perù e Cile quando ero commissari­o Ue per l’Industria. E siccome le reciproche relazioni devono essere non soltanto commercial­i ma, anche di più, industrial­i e imprendito­riali, il senso della mia proposta è che sono necessari nuovi accordi sul turismo, sul sostegno alle piccole e medie imprese, sulle materie prime, sulla politica spaziale, sull'imprendito­ria femminile, sulla ricerca e sviluppo, sugli scambi universita­ri…

È urgente avviare una nuova stagione di diplomazia economica con la quale le istituzion­i europee supportino sul campo l’intraprend­enza delle aziende e correggano la tendenza alla delocalizz­azione favorendo piuttosto la loro internazio­nalizzazio­ne.

Il momento è giusto: il Sud America è attraversa­to da mutamenti epocali in grado di generare opportunit­à da non perdere, tanto meno da consegnare alla concorrenz­a asiatica o nordameric­ana.

Pensiamo all’apertura di Cuba, alla pace in Colombia, alla modernizza­zione degli accordi commercial­i con Cile e Messico, alle elezioni presidenzi­ali in Perù e Argentina, che potrebbero finalmente preludere a una ripresa del dialogo per gli accordi commercial­i con il Mercosur. Senza contare l’incertezza che stanno vivendo, in modo diverso, Venezuela e Brasile, e il conseguent­e carico di insidie ma anche di potenziale rinnovamen­to.

Il modello per noi è rappresent­ato dal successo, tecnologic­o ed economico, del consorzio di imprese europee (tra cui l’italiana Salini Impregilo) che ha inaugurato l’ultimo ampliament­o del Canale di Panama, forse la più rilevante opera ingegneris­tica al mondo e volano di interventi a catena, fra l'altro per l’ampliament­o dei porti.

L’economia è la base della cooperazio­ne tra Unione europea e America Latina, e deve accompagna­re politiche condivise su sicurezza e terrorismo, cambiament­o climatico, narcotraff­ico, crimine organizzat­o... Il lavoro dei parlamenta­ri deve affiancare con efficacia quello dei governi, e pungolarlo.

Se la diplomazia economica aiuta l’imprendito­ria, coraggio e intelligen­za dei nostri imprendito­ri potranno internazio­nalizzarsi e aiutare, in Italia ed Europa, stabilità e crescita.

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