Nuova stagione di diplomazia economica in Sud America
Il mondo è uno, l’economia è globale e nessuno lo sa meglio dei nostri imprenditori che non si sono mai arresi di fronte alla globalizzazione. Eppure, proprio Il Sole 24 Ore ha riportato la frenata dell’export italiano, punto di forza della nostra economia, soprattutto verso l’area Mercosur (-22,2 per cento) e l’America centromeridionale (-15,7) nei primi 7 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Mercosur e Alleanza del Pacifico, i due blocchi economici dell’America Latina, contano oltre mezzo miliardo di abitanti con fitti e articolati legami storici, familiari e culturali, oltre che economici, con Europa e Italia. Il rischio è che questo bacino di cruciale importanza per la crescita della nostra economia sia da noi sottovalutato e lasciato nelle mani dei cinesi, i quali in America Latina e in Africa stanno intensificando la loro politica di espansione economica e commerciale.
Per contrastare questa deriva e rafforzare la nostra presenza nel continente sudamericano, ho presentato a Montevideo, in Uruguay, una relazione sui rapporti commerciali tra noi e loro approvata dall’Assemblea parlamentare euro-latinoamericana (Eurolat), che raccoglie e rilancia lo spirito delle “missioni per la crescita” condotte in Messico, Uruguay, Paraguay, Argentina, Brasile, Perù e Cile quando ero commissario Ue per l’Industria. E siccome le reciproche relazioni devono essere non soltanto commerciali ma, anche di più, industriali e imprenditoriali, il senso della mia proposta è che sono necessari nuovi accordi sul turismo, sul sostegno alle piccole e medie imprese, sulle materie prime, sulla politica spaziale, sull'imprenditoria femminile, sulla ricerca e sviluppo, sugli scambi universitari…
È urgente avviare una nuova stagione di diplomazia economica con la quale le istituzioni europee supportino sul campo l’intraprendenza delle aziende e correggano la tendenza alla delocalizzazione favorendo piuttosto la loro internazionalizzazione.
Il momento è giusto: il Sud America è attraversato da mutamenti epocali in grado di generare opportunità da non perdere, tanto meno da consegnare alla concorrenza asiatica o nordamericana.
Pensiamo all’apertura di Cuba, alla pace in Colombia, alla modernizzazione degli accordi commerciali con Cile e Messico, alle elezioni presidenziali in Perù e Argentina, che potrebbero finalmente preludere a una ripresa del dialogo per gli accordi commerciali con il Mercosur. Senza contare l’incertezza che stanno vivendo, in modo diverso, Venezuela e Brasile, e il conseguente carico di insidie ma anche di potenziale rinnovamento.
Il modello per noi è rappresentato dal successo, tecnologico ed economico, del consorzio di imprese europee (tra cui l’italiana Salini Impregilo) che ha inaugurato l’ultimo ampliamento del Canale di Panama, forse la più rilevante opera ingegneristica al mondo e volano di interventi a catena, fra l'altro per l’ampliamento dei porti.
L’economia è la base della cooperazione tra Unione europea e America Latina, e deve accompagnare politiche condivise su sicurezza e terrorismo, cambiamento climatico, narcotraffico, crimine organizzato... Il lavoro dei parlamentari deve affiancare con efficacia quello dei governi, e pungolarlo.
Se la diplomazia economica aiuta l’imprenditoria, coraggio e intelligenza dei nostri imprenditori potranno internazionalizzarsi e aiutare, in Italia ed Europa, stabilità e crescita.