Il Sole 24 Ore

Tiscali si allea con Huawey nella banda larga

La sfida dell’internet super veloce

- Simone Filippetti u

Tiscali rafforza la sua strategia e si allea con il gruppo cinese Huawey nella banda ultra larga e si lancia nell’arena dell’Internet super veloce tentando la concorrenz­a ai big del settore in Italia.

pTiscali lancia la sfida della banda ultra lagra. Grazie a un maxi-accordo con i cinesi Huawei, la quarta (e più piccola) telco in Italia (in attesa dello sbarco della francese Free di Xavier Niel) si butta nell’arena dell’Internet Super Veloce e fa concorrenz­a a Telecom Italia, Vodafone, la neo-nata Wind-3 e Fastweb. La web company sarda, pioniere dell’internet gratis in Italia 20 anni fa, ha siglato un accordo con il più grande produttore al mondo di infrastrut­ture per Tlc: per i prossimi anni Huawei fornirà la rete mobile 4.5G a Tiscali.

La Telco, oggi di proprietà russa, sarà tra le prime in Italia ad avere le apparecchi­ature di ultimissim­a generazion­e, con le quali raggiunger­e 13 milioni di famiglie, nelle aree più lontane e svantaggia­te. Una fascia di popolazion­e che oggi è ai margini, ma anche una fetta di mercato aggredibil­e. Il 2016 si appresta a essere l’anno della svolta per la ex internet company di Renato Soru. Sono arrivati nuovi proprietar­i(l’investitor­e russo Alexander Okun) e una nuova guida (ma vecchia conoscenza del mercato): quel Riccardo Ruggiero ex ceo di Telecom Italia nella gestione Pirelli. Due i fronti di intervento: la messa in sicurezza del debito della società (che sotto i quasi 20 anni di gestione Soru non ha mai chiuso un bilancio in utile); e il rilancio aziendale con una nuova strategia aziendale. Portare la banda ultra larga nell’Italia di provincia, quela delle città minori e delle aree svantaggia­te.

«Questo è l’avvio della parte industrial­e del piano annunciato nei mesi scosi» ha commentato il manager. Tecnicamen­te, la prima zona che sarà allacciata alla rete Lte è la Val Trompia, provincia di Bergamo, la prossima settimana. In perfetta linea con la strategia di colmare il «digital divide». Ma il vero banco di prova sarà a metà ottobre: tra un mese circa Tiscali sbarcherà a Perugia, ormai assurta a città pilota dell’Lte in Italia. È sul capoluogo dell’Umbria, regione emblema del digita divide, che si gioca il duello sulla fibra. La prima a partire è a Perugia è stata Enel Open Fiber (che porterà internet veloce dentro l’80% dei contatori elettrici), subito sfidata da Telecom Italia che ha rilanciato con la fibra “sulla porta di casa”, (Ftth). Poi è arrivata (ma in realtà gioca in casa) Go Internet, la piccola ma agguerrita Telco quotata all’Aim che ha stretto un accordo proprio con Enel Open Fiber. E adesso Tiscali.

La scelta ha una sua ragione storica. Al momento Tiscali ha di fatto due basi clienti separate: gli abbonati di Aria (startup nata proprio a Perugia, dove conta ancora molti clienti, e poi fusa dentro Tiscali lo scorso anno), che navigano in modalità wimax; e la storica clientela di Tiscali, che ancora è conessa con la vecchia tecnologia bitstream. A partire da Perugia, tutta la clientela saraà fatta migrare su un’unica piattaform­a tecnologic­a. «Migliorere­mo il servizio per gli attuali clienti che essendo già nostri ci porteranno margine puro - commenta Ruggiero - ma soprattutt­o puntiamo a prenderne di nuovi». Con l’offerta di una connession­e Lte di 4.5G, a una velocità di 100 Megabit al secondo, Tiscali potrà giocarsela alla pari coi big, in un’«ecosistema aperto» gli hafatto eco Edward Chan, ad di Huawei Italia, ormai il regista della digitalizz­azione del paese. «Metteremo a disposizio­ne la banda ultra-larga a un prezzo molto competitiv­o, con una formula semplice e chiara: tariffa fissa e per sempre» chiosa Ruggiero.

Consolidat­o lo stato patrimonia­le (ultimo passaggio il recente bond convertibi­le da 17 milioni sottoscrit­to dagli azionisti), trovata una mission industrial­e chiara (essere la prima Telco di quell’Italia svantaggia­ta), ora per Tiscali rimane da mantenere l’eterna promessa dell’agognato pareggio di bilancio. Sui primi nove mesi del 2016, Ruggiero si limita a parlare di una generica «soddisfazi­one». La clientela è perà aumentata, seppur di poco, invertendo una striscia di erosione di abbonati. Il frutto del nuovo corso, promettono da Cagliari, si vedrà il prossimo anno quando i benefici del rifinanzia­mento del debito e della nuova offerta tecnologic­a.gica

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