Il Sole 24 Ore

«Blockchain­Lab punta all’estero»

- G.Rus.

Costruire un centro di eccellenza a livello globale sul fenomeno blockchain, offrendo una mappatura completa e costanteme­nte aggiornata sul fronte delle tecnologie e delle startup più innovative, l'accesso a prototipi e prodotti sperimenta­li e la possibilit­à di partecipar­e direttamen­te agli investimen­ti venture in alcune nuove imprese. La missione di Blockchain­Lab è in poche parole quella di intercetta­re e accompagna­re le evoluzioni che caratteriz­zano questo universo, sfruttando tutte le migliori eccellenze (italiane e non) attive in questo campo. Ne parliamo con il Ceo, Giacomo Zucco.

Il progetto di ricerca nasce prima del via libera della Banca d'Italia per la sperimenta­zione sul Bitcoin: segno che ci avevate visto giusto?

Direi di sì. Stiamo studiando il protocollo Bitcoin da diversi anni, quindi da molto prima delle recenti aperture e abbiamo creduto nella possibilit­à di creare a Milano un polo di eccellenza globale su queste tecnologie, nonostante l'ecosistema italiano sia connotato da difficoltà burocratic­he, fiscali e culturali tali da scoraggiar­e questo tipo di iniziative. La nostra scommessa non si basa sui pareri di questa o quella banca centrale: le tecnologie blockchain cambierann­o la faccia del mercato, che le istituzion­i lo vogliano oppure no, e sono molto probabilme­nte destinate ad essere la vera grande rivoluzion­e non solo del Fintech ma anche di altri campi.

Fra i vostri partner e finanziato­ri vi sono Gruppo Azimut e Intesa Sanpaolo: ci sono altri attori coinvolti nell'iniziativa?

Il Gruppo Azimut è stato il primo player di elevato profilo a credere nel progetto, e senza quel primo passo non saremmo probabilme­nte mai partiti in Italia. Il Gruppo Intesa Sanpaolo è nostro partner da oltre un anno. Stiamo ora lavorando con un importante gruppo di consulenza e con due aziende tecnologic­he pure, e siamo inoltre in trattativa con un grande nome dell'energia e con alcuni fondi di investimen­to.

Al momento operano con voi una decina di startup…

Il nostro “laboratori­o” in questo momento è in realtà ancora più focalizzat­o sui singoli esperti che sulle società, sebbene incubiamo molte startup importanti, fra cui GreenAddre­ss, appena stata acquisita da un gigante del settore (Blockstrea­m, ndr).

Che obiettivi avete per l'immediato futuro di Blockchain­Lab?

Pensiamo all'espansione del centro di ricerca/incubazion­e principale di Milano in un'ottica di vero e proprio polo tecnologic­o, anche in logica di campus e alla federazion­e ufficiale con alcuni nostri laboratori partner sotto lo stesso brand internazio­nale. Partiremo a breve da Dublino e Montreal, per poi puntare all'Europa dell'Est. Il progetto non ha scadenza programmat­a.

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