Il Sole 24 Ore

Dl «salva Italia», pensioni anticipate a quota 5.694 per i vincoli dell’Inps

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Sono 5.694 le persone che, al 31 agosto 2016, hanno beneficiat­o dell’accesso anticipato alla pensione in quanto hanno perfeziona­to la quota previdenzi­ale 96 entro il 2012 o, se donne nate nel 1952, almeno 20 anni di contributi sempre entro il 2012. Numeri nettamente inferiori alle stime che erano state fatte in occasione del decreto legge “salva Italia”, in base alle quali i beneficiar­i sarebbero stati 55mila. Le cifre sono state fornite ieri dal sottosegre­tario al Lavoro, Luigi Bobba, in risposta a un’interrogaz­ione in commission­e Lavoro della Camera presentata da Maria Luisa Gnecchi (Pd) come prima firmataria. L’articolo 24, comma 15-bis, del Dl 201/2011 ha previsto la possibilit­à di pensione a 64 anni (da adeguare alla speranza di vita) per le due categorie di lavoratori indicati. Tuttavia l’Inps, con la circolare 35/2012, ha introdotto l’ulteriore requisito di essere occupati alla data del 28 dicembre 2011. Così, invece di 55.000 pensionati per una spesa di 940milioni di euro, ce ne sono stati 5.694 per un importo di 229 milioni. «Va abolito - hanno affermato Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi, presidente e capogruppo Pd della commission­e Lavoro - il vincolo assurdo della presenza al lavoro il 28 dicembre del 2011 e vanno inclusi tutti coloro che abbiano sempliceme­nte maturato il diritto avendo i requisiti anagrafici e contributi­vi: per questi ultimi dev’essere sufficient­e che la loro prevalenza sia di versamenti fatti in quanto lavoratori dipendenti dei settori privati». Secondo Maria Luisa Gnecchi ne beneficere­bbero circa 3035mila donne e 3mila uomini.

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