Il Sole 24 Ore

In Sicilia senza bilancio due Comuni su tre

- Di Gianni Trovati gianni.trovati@ilsole24or­e.com

L’autunno è appena iniziato, e fra poco sarà tempo di tirare le somme anche sul 2016: ma per 250 Comuni siciliani, cioè il 64% dei municipi dell’Isola, è ancora difficile «prevedere» la propria situazione di bilancio.

Il termine per approvare i preventivi, fissato dopo il solito tira e molla sulle proroghe, quest’anno è scaduto il 30 di aprile. Nell’Italia a statuto ordinario l’assenza di un rinvio ulteriore ha preoccupat­o parecchio le amministra­zioni locali, che sono corse ai ripari approvando più o meno in fretta i loro bilanci. In Sicilia, invece, l’assenza di quello che a tutti gli effetti è il documento più importante dell’anno nella vita di un Comune non sembra aver scaldato troppo gli animi, visto che a settembre inoltrato il bilancio è chiuso in una minoranza di enti.

Insieme all’ansia, del resto, fino a ieri in Sicilia è mancato anche il rischio concreto di arrivare al commissari­amento: lo dimostra, per esempio, il caso di Messina che quest’anno ha approvato sì un preventivo, ma del 2015 (il consuntivo dell’anno scorso invece non c’è ancora). Il quadro cambia con la legge regionale 17 del 2016, che come spiega una circolare diffusa qualche giorno fa dall’assessorat­o delle Autonomie locali, fa decadere sindaco, giunta e consiglio nei Comuni senza bilancio. La nuova regola scatena la rivolta dei sindaci dell’Isola, che promettono «ogni iniziativa legale» possibile per salvare il posto ai sindaci senza bilancio. Resta da capire se questa “linea del rigore” colpirà la Regione anche in fatto di sblocco dei fondi locali, dai quali dipende larga parte della vita comunale nell’«autonomia» siciliana.

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