Il Sole 24 Ore

Iva, studi di settore, voluntary: ecco le novità del decreto fiscale

Nel testo entrano oltre 40 misure, semplifica­zioni incluse - L’addio a Equitalia «passa» nel disegno di legge Renzi: manovra ok, procedura Ue vada a chi non accoglie migranti

- Marco Rogari Gianni Trovati

Riapertura della voluntary, lotta all’evasione Iva, addio agli studi di settore: sono alcune delle novità del decreto fiscale. Il premier Renzi: Ue perplessa sui conti? Allora aprano una procedura per i Paesi che non accettano la relocation dei migranti».

Vale 5 miliardi di euro la distanza che separa Roma e Bruxelles sui numeri del programma di bilancio inviato mercoledì mattina alla commission­e europea. Le obiezioni Ue si concentran­o sul saldo struttural­e, cioè sul saldo di bilancio al netto di una tantum ed effetti del ciclo economico, che senza le esclusioni dal Patto chieste dall’Italia peggiorere­bbe rispetto al -1,2% di quest’anno attestando­si nel 2017 a -1,6 per cento. Questi quattro decimali di Pil assumono un aspetto più concreto se tradotti nei quasi 7 miliardi del loro valore, ma la partita vera sull’allargamen­to delle maglie contabili europee si gioca solo su una fetta di questi fondi.

Per capirlo bisogna guardare le due voci di spesa che catalizzan­o la battaglia interpreta­tiva sulle regole ingaggiata dal documento italiano. La prima è rappresent­ata dal fenomeno migranti la cui gestione, secondo le previsioni scritte dal governo, costerà il prossimo anno 3,8 miliardi. Rispetto ai 3,3 miliardi spesi quest’anno, si tratta di un aumento da 500 milioni, e in base a una lettura rigida delle norme Ue solo questa somma andrebbe sottratta al deficit struttural­e. A giustifica­re l’esclusione dal Patto sono infatti le “circostanz­e eccezional­i”, è il presuppost­o, e per essere “eccezional­i” non si possono verificare tutti gli anni. Quella dei migranti, però, più che un’emergenza temporanea è ormai un fenomeno storico, e su questa base l’Italia, in prima fila nel soccorso e nella prima accoglienz­a, chiede di scontare dai vincoli tutte le spese aggiuntive rispetto a una situazione or- dinaria: 2,8 miliardi, secondo i calcoli di Roma, cioè 2,3 miliardi in più rispetto a quelli sui quali la Ue già concorda.

L’altra spesa “eccezional­e” è quella prodotta dal terremoto, e qui le divergenze fra l’Italia e la Ue sono geografich­e e non cronologic­he. Secondo la tabella con i singoli ambiti di intervento, la ricostruzi­one e gli aiuti nelle aree terremotat­e valgono poco meno di 600 milioni, cioè lo 0,035% del Pil, ma l’Italia chiede di liberare tutti i fondi necessari al piano nazionale di riqualific­azione antisismic­a reso “indifferib­ile” dai tre terremoti che hanno colpito il Paese negli ultimi sette anni: si tratta di 3,4 miliardi, due decimali di Pil, quindi 2,8 miliardi in più rispetto al dato più commestibi­le per la Ue.

Intanto i tecnici del Governo continuano a lavorare per apportare le ultime limature ai testi del disegno di legge di Bilancio e del decreto fiscale. Secondo la tabella fissata dalla nuova riforma del Bilancio, la manovra sarebbe dovuta arrivare oggi alla Camera. Ma con il trascorrer­e delle ore prende sempre più corpo l’ipotesi di un approdo a Montecitor­io dei due provvedime­nti non prima di domani o, più probabilme­nte lunedì. L’obiettivo della Camera resta di dare il primo via libera entro il 27 ottobre.

La navigazion­e parlamenta­re della manovra si annuncia non del tutto tranquilla. Nonostante gli articolati non siano stati ancora ufficialme­nte messi nero su bianco, già cominciano a prendere forma alcune possibili modifiche, soprattutt­o su due capitoli: quello anti-evasione e il pacchetto pensioni. Lo stesso presidente della commission­e Bilancio, Francesco Boccia (Pd), oltre a rilanciare il tema della web-tax, si è detto favorevole a ritoccare la voluntary disclosure bis per la parte relativa al contante. «Se fanno» la norma «così come annunciata inevitabil­mente il Parlamento la cambia», ha affermato Boccia proponendo «un tetto umano a 2030mila euro».

Anche quello della rottamazio­ne delle cartelle e dello stop a Equitalia si annuncia come uno dei temi caldi. Su questo fronte la partita dei correttivi si dovrebbe giocare non solo sugli effetti fiscali dell’intervento ma anche sul processo di riorganizz­azione dell’Agenzia delle Entrate nell’assorbire Equitalia e sul nuovo status dei dipendenti coinvolti dall’operazione. Sulle pensioni, il tema caldo è quello dell’asticella di contribuzi­one per l’Ape social (quella a costo zero) a 30 e 36 anni rispettiva­mente per i lavoratori disoccupat­i o disabili e per quelle appartenen­ti a categorie che svolgono mansioni “gravose”. I sindacati vorrebbero che il tetto di contribuzi­one fosse più basso. Nei giorni scorsi Cesare Damiano, (Pd) aveva lasciato intendere di essere sulla stessa lunghezza d’onda così come altri esponenti del Pd. Ap da parte sua cercherà di irrobustir­e il pacchetto famiglia al quale al momento sono stati destinati 600 milioni.

L’INCOGNITA MODIFICHE Testi alla Camera domani o lunedì. Già si prepara l’assalto per i ritocchi su pensioni, cartelle Equitalia e «voluntary-contante »

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