Il Sole 24 Ore

Jumbo bond dell’Arabia: 17,5 miliardi di dollari

Riad colloca titoli per 17,5 miliardi di dollari e raccoglie richieste per 67 miliardi

- di Mara Monti Servizio

È la prima emissione da 25 anni quella di ieri dell’Arabia Saudita che al debutto ha battuto tutti i record: 17,5 miliardi di dollari con ri- chieste degli investitor­i per 67 miliardi. Bruciato il precedente primato dell’Argentina (16,5 miliardi di dollari). L’operazione arriva mentre il petrolio ha ripreso a salire sopra i 50 dollari al barile. Il jumbo bond di Riad è l’ultimo di una serie di emissioni dei Paesi del Golfo che da gennaio hanno chiesto al mercato 48,3 miliardi di dollari, fondi destinati a modificare il loro profilo da creditori internazio­nali a debitori a causa del calo del petrolio.

pEra atteso da tempo il bond dell’Arabia Saudita, arrivato sul mercato con un timing perfetto nei giorni in cui il prezzo del petrolio è tornato a salire sopra 50 dollari al barile. Condizione indispensa­bile per la prima emissione di Riad dopo 25 anni, battendo tutti i record tra i Paesi emergenti con un jumbo bond da 17,5 miliardi di dollari a cui il mercato ha risposto con ordini per 67 miliardi. Bruciato il precedente record assegnato all’Argentina quando lo scorso aprile nella sua prima emissione dal default del 2001, aveva raccolto 16,5 miliardi di dollari con richieste per 70 miliardi.

Il deal che arriva sul mercato dopo un lungo road show con gli investitor­i americani ed europei, essendo la prima emissione del Paese ha dovuto offrire un premio ai sottoscrit­tori per renderlo più attraente rispetto ad altri titoli già sul mercato, in particolar­e quello del Qatar che lo scorso maggio ha collocato un bond per 9 miliardi di dollari. La forte richiesta ha spinto l’emittente a collocare un ammontare superiore rispetto a quanto era stato programmat­o, in un range tra 10 e 15 miliardi di dollari: più basso anche il prezzo finale che all’avvio del collocamen­to aveva espresso una guidance di circa 50 punti base superiore al titolo di riferiment­o del Qatar e con un rating superiore all’Arabia Saudita (AA e A1 rispettiva­mente, entrambi investment grade), chiudendo a 44 punti base. «Il prezzo finale è interessan­te e l’emittente ha sorpreso il mercato collocando una quota superiore alle attese della tranche a 30 anni - ha commentato Angelo Rossetto trader di Gmsa Investment Ltd - l’emissione è arrivata in una fase in cui il prezzo del petrolio sta salendo, un aspetto che ha contribuit­o a migliorare il sentiment del mercato». Ieri il prezzo del petrolio ha chiuso poco sotto 53 dollari al barile, toccando il massimo dell’anno, un recupero dai minimi di 30 dollari dello scorso gennaio, ma ancora lontano dai massimi di due anni fa. Il bond è in tre tranche con differenti scadenze 5, 10 e 30 anni di ammontare rispettiva­mente di 5,5 miliardi le prime due e 6,5 miliardi quella a 30 anni e con rendimenti pari a 2,63%, 3,44% e 4,64 per cento. Prezzi al di sotto delle indicazion­i iniziali come quello del bond a dieci anni inizialmen­te fissato al 3,6 per cento.

L’emissione dell’Arabia Saudita è l’ultima di una serie di collocamen­ti avviati da inizio anno dai paesi del Golfo che hanno chiesto al mercato complessiv­amente 48,3 miliardi di dollari: dal bond del Qatar da 9 miliardi di dollari lo scorso maggio, Abu Dhabi 5 miliardi di dollari e Oman 4,5 miliardi di dollari. Per gli analisti questa raffica di emissioni rappresent­a una svolta per i paesi dell’area destinati a modificare il loro profilo da creditori internazio­nali a debitori, andandosi ad aggiungere alla pletora dei paesi Occidental­i.

Nel caso dell’Arabia Saudita, l’emissione di ieri rientra in un ampio piano di trasformaz­ione dell’economia obbligata a un radicale cambiament­o dopo il collasso del prezzo del petrolio che ha generato un crescente disavanzo nei conti pubblici con una economia in rallentame­nto: secondo l’Fmi, il Pil dell’Arabia Saudita quest’anno crescerà dell'1,2% contro il 3,5% del 2015. Durante il road show i rappresent­anti del governo hanno insistito sulla trasformaz­ione dell’economia nei prossimi 10 anni attualment­e dipendente dal petrolio, ma come farlo non è ancora chiaro.

TRE TRANCHE Scadenze a 5, 10 e 30 anni, ammontare di 5,5 miliardi le prime due e 6,5 miliardi quella a 30 anni e con rendimenti pari a 2,63%, 3,44% e 4,64%

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Svolta. Il Kingdom Centre Tower di Ryad

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