Il Sole 24 Ore

La «nuova» Equitalia avrà accesso all’Anagrafe tributaria

Addio a Equitalia e rottamazio­ne dei ruoli verso l’introduzio­ne nel Ddl della manovra

- Marco Mobili Giovanni Parente

Mobili e Parenteu pagina 47

pDa un lato la chiusura di Equitalia e la rottamazio­ne delle cartelle. Dall’altro, il rafforzame­nto delle informazio­ni a disposizio­ne dell’agente della riscossion­e con la possibilit­à di un accesso più ampio alle informazio­ni dell’Anagrafe tributaria, compresi i conti correnti. L’intervento del Governo punta sia a chiudere i conti con i crediti difficili da riscuotere sia a dotare di poteri più efficaci e al passo con i tempi i funzionari che si dovranno occupare di recuperare le imposte non pagate. Un modo per provare ad allontanar­e le accuse di condono nei confronti dell’operazione che porta alla definizion­e agevolata delle cartelle. Con tutto il pacchetto riscossion­e che molto probabilme­nte potrebbe essere “stralciato” dal decreto fiscale varato «salvo intese» dal Consiglio dei ministri di sabato scorso per confluire nel Ddl di Bilancio. Includere l’Iva o meno nella rottamazio­ne richiede qualche giorno di riflession­e in più: da una parte le cartelle Iva sono il grosso delle partita da cui il Governo si attende 3-4 miliardi; dall’altra pesa sempre il giudizio dell’Europa secondo cui uno Stato non può rinunciare all’attività di recupero di un’imposta che ha valenza comunitari­a. Ma vediamo nel dettaglio.

Sul fronte legato a chi svolgerà la riscossion­e dopo Equitalia è in corso tutta una serie di riflession­i. L’ipotesi ora più accreditat­a è che la funzione venga assorbita dall’agenzia delle Entrate. Anche se lo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, non ha nascosto le difficoltà lungo questo percorso (come riportato ieri su queste colonne). Difficoltà legate essenzialm­ente al diverso trattament­o contrattua­le dei circa 8mila dipendenti di Equitalia che oltre ad avere remunerazi­oni più elevate (eredità delle vecchie esattorie gestite dagli istituti di credito) si troverebbe­ro a entrare nel perimetro della Pa senza aver superato un concorso. Ecco perché sarebbe necessario una sorta di comparto autonomo delle agenzie fiscali seguendo il solco tracciato dai rapporti di Fmi e Ocse sull’amministra­zione finanziari­a italiana. Con un’inclusione all’interno delle Entrate sarebbe più facile dotare i soggetti incaricati della riscossion­e delle “dotazioni” già a disposizio­ne dell’Agenzia. Ecco perché con il decreto viene previsto che l’Agenzia potrà utilizzare le informazio­ni dell’Anagrafe tributaria anche ai fini della riscossion­e. Estensione che va incontro alla richiesta dall’ad di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, nell’audizione del 9 febbraio scorso in commission­e Finanze al Senato (poi ribadita in altre audizioni) in cui, oltre a fornire i dati sul carico affidato effettivam­ente ancora lavorabile, aveva delineato le possibili soluzioni per ridurre il problema delle quote di crediti inesigibil­i. E tra queste, appunto, la possibilit­à di consultare l’«Archivio dei rapporti finanziari».

Nel futuro più immediato, però, le attenzioni dei contribuen­ti sono rivolte alla rottamazio­ne delle cartelle esattorial­i. Non solo per capire cosa sarà sanabile, considerat­e le aperture su Iva e multe auto (e altri tributi locali) su cui però va definito un meccanismo per rendere appetibili ai Comuni (detentori dei crediti originari) l’adesione. Uno dei nodi più pratici è capire cosa fare dato che oggi scade la possibilit­à di chiedere la riammissio­ne ai piani di dilazione per i soggetti decaduti senza dover versare prima tutte le rate che sono state saltate (si veda anche il focus a lato). Rimettersi in carreggiat­a potrebbe anche convenire se alla fine la norma sulla rottamazio­ne delle cartelle, che si calcolerà sugli importi ancora da versare, dovesse consentire l’operazione solo a chi è in regola sui versamenti. Proprio a proposito di rate, chi aderirà alla rottamazio­ne potrà pagare in un’unica soluzione o in tre tranche annuali.

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