Il Sole 24 Ore

Quei cambi di direzione dei mercati sui rendimenti

- Walter Riolfi

Se si ritiene affidabile il sondaggio condotto da Bank of America tra i suoi clienti, la maggior spinta al mercato azionario nei prossimi sei mesi dovrebbe arrivare dai rendimenti dei titoli di Stato. Lo pensa quasi il 45% dei gestori di fondi, un buon 10% in più di un mese fa. Ma, mentre in passato erano i rendimenti in calo ad aver dato una spinta a Wall Street, ora sarebbero quelli in crescita a darle nuovo alimento. Un’ondata di vendite sui Treasury, con rendimenti in salita, dunque, renderebbe più appetibili le azioni, secondo gli investitor­i: ribaltando il ragionamen­to dei mesi scorsi per il quale le borse avrebbero tratto giovamento proprio dalla loro presunta sottovalut­azione rispetto ai bond. Che questa logica sia strumental­e a far crescere ancor più Wall Street pare evidente. Ma c’è qualche dubbio che sia pure filante.

Per prima cosa non è detto che i rendimenti dei Treasury debbano salire. Infatti da una settimana sono in calo e lo sarebbero perchè il mercato pare meno convinto che la Fed debba alzare i tassi a dicembre: così avrebbe inteso il mercato dalla lettura delle minute della Fed e, più recentemen­te, dall’aver constatato che i timori di una risorgente inflazione sono alquanto sovrastima­ti. Non a caso anche ieri i rendimenti dei Treasury americani sono rimasti stabili e semmai in lieve calo. E i future sui Fed fund di dicembre segnalano pure una lieve minor attesa di un rialzo dei tassi d’interesse. A indicare una ipotetica stretta monetaria sarebbe solo il dollaro, salito sull’euro ai massimi dal marzo scorso. Ma forse solo per qualche fattore tecnico.

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