Morcone: sugli immigrati la Ue non rispetta il patto
pL’Unione europea ci impone «un monitoraggio costante e ossessivo» sui flussi di immigrazione ma poi non rispetta i patti. Il capo del dipartimento Libertà civili del ministero dell’Interno, Mario Morcone, ieri in audizione al comitato Schengen, fa parlare i dati. «I ricollocamenti, per esempio: a oggi ne abbiamo fatti appena 1.318 e non certo per colpa nostra ma degli egoismi nazionali. Le nostre richieste di disponibilità di posti non trovano risposta. La Spagna ce ne ha dati appena 13 e in Germania, che ne aveva promessi 500 al mese, abbiamo mandato solo 17 adulti e 3 bambini». Aggiunge: «Persiste un forte pregiudizio» da parte dei Paesi del Nord e Centro Europa. «Un’ossessione nei confronti dell’Italia. Sono disposti a dare risorse in cambio di centri chiusi. Ma lo dico chiaramente: noi non faremo i campi chiusi, non faremo i campi di concentramento nel nostro Paese». Morcone sottolinea che «da metà del 2015 siamo irreprensibili, sotto il profilo dello sbarco e dell’accoglienza. Lo stesso non vale per i Paesi che non hanno rispettato il piano Juncker». C’è poi il capitolo dell’impegno dei Comuni nell’acco- glienza. «Sono 2.600 su 8mila. Ciò ha creato grandi disomogeneità, con aggregazioni imponenti e l’esclusione di un numero importante» di centri abitati. Così «ci si è posti il problema di costruire degli incentivi e un sostegno ai sindaci» e il Consiglio dei ministri ha trovato la soluzione del «fondo di riconoscenza di 100 milioni, che sarebbe destinato ai comuni che accolgono». Una norma tuttavia che va ancora messa a punto e articolata in un testo. «Credo - ha aggiunto - che il fondo di riconoscenza non abbia un vincolo di destinazione»: le risorse andranno al Comune, che sarà «libero di interpretarle in base alle esigenze». Morcone ha precisato che il fondo «riguarda il 2016, non la manovra in legge di stabilità 2017». Un’indicazione, infine, sui costi: «L’accoglienza» migranti «costa circa cento milioni al mese: complessivamente 1,2 miliardi all’anno, di cui una parte l’abbiamo pagata. Ad oggi servono 650 milioni. Le risorse sono state rese disponibili con la manovra varata dal governo» come ha già sottolineato il ministro Angelino Alfano.