Call center, 80mila posti a rischio
L’audizione su Almaviva Contact che ha annunciato 2.511 tagli: a Palermo due giorni di stop L’allarme dei sindacati ascoltati ieri al Senato in commissione Lavoro
Anche Giorgio Serao (Fistel), Pierpaolo Mischi (Uilcom) e Riccardo Saccone (Slc-Cgil), si appellano a governo e Parlamento perchè intervengano con norme di contrasto alle delocalizzazioni - applicando la legge del 2012 che garantisce la sicurezza dei dati dei cittadini e rende più complicate le delocalizzazioni all’estero -, perchè a partire dalla Pubblica amministrazione vengano bandite gare nel rispetto dei minimi contrattuali, e si garantiscano ammortizzatori sociali stabili per un triennio. «Per un settore labour intensive come il nostro, in cui l’80% dei costi è legato al costo del lavoro, - spiega Saccone - bandire gare al massimo ribasso con importi ben inferiori al contratto nazionale favorisce le imprese irregolari o che delocalizzano dove il costo del lavoro è molto più basso».
Proprio il principale operatore, Almaviva Contact, ha annunciato licenziamenti (2.511 dipendenti fra Roma e Napoli) e trasferimenti (154 unità da Palermo a Rende). Questo pome- riggio è previsto un nuovo incontro al Mise: ieri i lavoratori hanno occupato la sede del call center di Palermo per sollecitare un intervento del governo (i trasferimenti sono legati alla dismissione della commessa Enel in scadenza a dicembre). I sindacati hanno proclamato due giorni di sciopero e chiedono ad Almaviva di ritirare la procedura di chiusura delle sedi ed i trasferimenti.
Dal canto suo, l’amministratore delegato di Almaviva Contact, Andrea Antonelli, ha ricordato che la società ha avuto ricavi ridotti del 50% negli ultimi quattro anni, pari a 100 milioni di euro, ma ha mantenuto una forza lavoro di circa 9mila unità «sostanzialmente invariata», a fronte di uno scenario in «continuo deterioramento». Antonelli sollecita misure di «politica industriale che sappiano misurarsi con la presa d’atto di un mercato totalmente fuori equilibrio, e affrontino con carattere strutturale la profonda crisi del settore».