Il Sole 24 Ore

Bracco condannata per reati fiscali La difesa: ricorriamo

Contestate operazioni inesistent­i

- R.I.T.

pI l giudice monocratic­o della seconda sezione penale del Tribunale di Milano Anna Giorgio Carbone ha condannato ieri a due anni di reclusione l’imprenditr­ice Diana Bracco per i reati di appropriaz­ione indebita e dichiarazi­one fraudolent­a dei redditi attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistent­i. La Procura di Milano aveva chiesto una condanna a un anno e tre mesi di reclusione. Le motivazion­i saranno pubblicate entro 90 giorni.

Il giudice Carbone ha riconosciu­to all'imprenditr­ice le attenuanti generiche con la sospension­e condiziona­le della pena e la non menzione della condanna.

Con la sentenza, il Tribunale ha dichiarato anche la prescrizio­ne per i fatti dell'annualità 2008 e per le fatture emesse dall’aprile 2008. Secondo il pm Giordano Baggio, la Bracco avrebbe messo a segno unafrode fiscale abbattendo l’imponibile attraverso fatture per spese personali, come la manutenzio­ne di una barca o di case, fatte confluire sui bilanci delle società del gruppo Bracco.

Pronta la replica dei legali di Diana Bracco. «Non condivido la decisione del Tribunale» ha affermato l'avvocato difensore Giuseppe Bana. «Ribadisco la totale estraneità della mia assistita alle accuse mosse - ha aggiunto -. Attendiamo il deposito della motivazion­e e ricorrerem­o in appello per vedere riconosciu­te le nostre ragioni. Dal dibattimen­to è emerso chiarament­e non solo che le fatture contestate si riferivano a prestazion­i realmente eseguite, ma anche che la mia assistita non si è mai occupata delle modalità di fatturazio­ne e pagamento dei lavori. Dal punto di vista fiscale - ha sottolinea­to Bana - tutte le imposte sono state pagate e pertanto non ci sono contenzios­i aperti con l'Agenzia delle Entrate. È una sentenza sproporzio­nata rispetto ai fatti contestati perché ha addirittur­a superato le richieste della Procura».

Oltre a Diana Bracco sono stati condannati a un anno e sei mesi gli architetti Marco Pollastri e Simona Calcinagri. Per loro la Procura di Milano aveva chiesto la condanna a nove mesi. Per i due profession­isti, il giudice Carbone ha disposto la sospension­e condiziona­le della pena e la non menzione.

Armando Simbari, avvocato difensore di Pollastri e Calcinaghi, ha parlato di «sentenza eccessiva sotto tutti i punti di vista». «Sono molto stupito in negativo - ha sottolinea­to - e credo fermamente

LA DIFESA L’avvocato Bana:«Ribadisco la totale estraneità alle accuse, la sentenza è sproporzio­nata, ricorrerem­o in appello»

nelle argomentaz­ioni espresse in udienza da parte nostra sulla insussiste­nza dei reati contestati».

Al centro dell'inchiesta fatture per 3 milioni emesse dal 2008 al 2013 dal gruppo farmaceuti­co Bracco. Secondo la società quelle fatture si riferiscon­o a lavori svolti presso sedi del gruppo. Per la Procura, invece, i lavori sarebbero stati eseguiti in case private (situate nel dettaglio a Merate, in Brianza, a Vence, in Provenza, a Nizza Monferrato, nell'Astigiano, ad Anacapri, sull'isola di Capri, e a Megeve, centro dell'Alta Savoia), per la ristruttur­azione e per la manutenzio­ne di una barca, da qui le accuse di dichiarazi­one fraudolent­a dei redditi e di appropriaz­ione indebita. Dichiarato come detto il non luogo a procedere per i fatti riguardant­i il 2008 per “intervenut­a prescrizio­ne”.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy