Per comprare casa servono 33mila mesi di stipendio
a Il Venezuela viaggia verso il baratro. L’economia sprofonda, il popolo è stremato, le imprese non producono quasi più. Il mercato immobiliare è inchiodato in una morsa, anche se resta forse l’ultimo baluardo di difesa di chi i capitali non è riuscito a smobilitarli dal Paese.
La sicurezza è un termine che non si conosce più. La gente non cammina per strada, scippi, rapine e agguati sono la norma. E pensare che località come Isla Margarita, Maracaibo o Los Roques avevano sedotto forse quanto il Costa Rica negli anni del turismo immobiliare. Già tra il 2008 e il 2010 la normativa sulla proibizione degli aggiustamenti dei prezzi per inflazione - la piaga del Paese, pari al 275% nel 2015 e che dovrebbe chiudere il 2016, secondo il Fmi, al 720% su base annua - aveva ridotto al lumicino i nuovi progetti di sviluppo, affossati quasi definitivamente dalla Ley de Arren- damiento del 2010. Dal 2012 con la normativa contro la “Estafa inmobiliaria” ( le truffe immobiliari, interpretate come operazioni per aggiustare i valori immobiliari tenendo conto dell’inflazione) il settore delle nuove costruzioni entra in orbita negativa. E, dato che nulla si muove sul fronte immobiliare, è dal 2014 che nessuno produce report o statistiche. In poche parole, il real estate venezuelano non esiste più. Il tasso di cambio del Bolivar imposto dal governo non rende nemmeno quantificabili eventuali prezzi in valute straniere. Per i venezuelani la situazione è drammatica: fonti locali sottolineano come ormai sia impossibile, per i locali, comprare casa, dato che con i prezzi ufficiali e lo stipendio minimo in picchiata, si parla di oltre 33mila mensilità. Di più è difficile aggiungere.
– Ev. M.