L’efficienza della «casa mediterranea»
Andil e Confindustria Ceramica valorizzano tecniche e tradizioni costruttive territoriali
a Dalla teoria, si è passati alla pratica. La Casa Mediterranea – il modello abitativo promosso da Andil (Associazione nazionale industriali laterizi) e da Confindustria Ceramica, che unisce pas- sato e futuro dell’edilizia italiana e punta a un immobile antisismico, efficiente e confortevole con l’impiego di materiali e tecniche costruttive del territorio – ha la sua prima e completa applicazione a Spoleto, in provincia di Perugia. Qui sono state realizzate dall’Ater locale e saranno consegnate, entro la fine dell’anno, le prime unità abitative a canone convenzionato di un complesso edilizio a schiera, realizzato in laterizio per un volume edificato totale di circa 5.500 metri cubi. Peculiarità di queste abitazioni è la resilienza sismica, delegata a una robusta struttura in muratura portante monostrato, e l’efficienza energetica, certificata secondo il protocollo CasaClima A.
La Casa Mediterranea e il suo manifesto è, in questi giorni, uno dei temi cuore dell’edizione del Saie in corso a Bologna. Il caso di Spoleto costitui-
Alta efficienza.
Il progetto Ater a Spoleto (Pg), in laterizio antisismico e certificato CasaClima A
sce l’esempio di come sia possibile utilizzare le qualità del laterizio, fornendo indicazioni puntuali e quantitative delle prestazioni del prodotto e delle soluzioni costruttive adottate. Secondo un modello “made in Italy”, che rappresenta la versione nazionale dello standard europeo Nzeb, edificio quasi a impatto zero. «Pensare che, dall’Islanda alla Sicilia, possa esistere un unico riferimento su come realizzare edifici efficienti – spiega infatti Marco Corradi, presidente dell’Acer di Reggio Emilia e fra i sostenitori di questo modello costruttivo – è un paradosso. Ogni territorio esprime precise esigenze, a partire dalla scelta dei materiali e dalla filiera locale». Aggiunge Alfonsina Di Fusco, ingegnere dell’area tecnica di Andil: «L’abitare mediterraneo si colloca al pari del patrimonio culturale, paesaggistico o della dieta. I
prodotti che derivano dall’argilla, realizzati da industrie consolidate e radicate nel nostro Paese, lavorano in questa direzione, perché assicurano sostenibilità, durata, valenza architettonica, nonché resistenza al fuoco e sicurezza sismica. Stiamo parlando di materiali naturali che, pur essendo tra i più antichi utilizzati dall’uomo, hanno avuto negli ultimi decenni uno sviluppo tecnologico tale da offrire performance tecniche ed estetiche di assoluto rilievo».
La Casa Mediterranea si caratterizza, però, oltre che per i materiali, per alcuni aspetti chiave, supportati da studi e ricerche, anche in ambito europeo e presentati a Bologna. «Innanzitutto – prosegue Di Fusco – è una casa dove si vive con le finestre aperte, per godere della vista, della luce naturale, del calore». Come ha confermato il recente progetto europeo Power House Nearly Zero Challenge, cui Marco Corradi ha partecipato in qualità di rappresentante delle associazioni di social housing: «Nelle case a basso consumo, predisporre una ventilazione naturale anziché meccanica controllata può generare ulteriori risparmi. Più il ricambio d’aria avviene in modo semplice, maggiori sono i vantaggi che si ottengono». Importanti sono anche le performance della Casa Mediterranea in termini di c”apacità aerica interna” e di “moisture buffering”. «Nel primo caso – spiega Rosario Alessandro Gulino, ingegnere Andil – significa che attraverso l’aumento dello spessore della massa termica interna si riesce a ridurre l’effetto negativo di un eccessivo isolamento, che non fa traspirare la casa, e si può stabilizzare la temperatura interna degli ambienti. Il secondo vantaggio, invece, riguarda il controllo dell’umidità grazie all’impiego di materiali porosi». Ancora, è stato dimostrato l’impatto dei tetti in coccio sulla riduzione delle isole di calore. In particolare, il progetto europeo Lifeherotile ha permesso di sviluppare due prototipi di tegola ventilata (una portoghese e una marsigliese) che, per il Sud Europa, promettono una riduzione del 10% delle emissioni di gas serra, del 5% dell'inquinamento atmosferico e del 5% di consumo elettrico per l’aria condizionata.
Al Saie viene, infine, presentato il progetto Insysme, che punta al consolidamento delle strutture. In Italia, una serie di partner scientifici insieme ad Andil stanno lavorano allo sviluppo e alla validazione di due soluzioni avanzate di tamponature antisismiche, che puntano ad incrementare la prestazionale globale dell'edificio non solo per nuove costruzioni, ma anche per quelle esistenti nel caso di interventi di sostituzione dei pannelli murari.