Il Sole 24 Ore

Bim spinto da Un i e Codice appalti

- Maria Chiara Voci

a Per descrivere il cambiament­o in atto, c’è chi ha pensato di ricorrere alla musica. Il Cad, il sistema di progettazi­one e disegno assistito che, con l’affermarsi dell’uso dei computer, ha sostituito a suo tempo il disegno manuale, può essere paragonato a un brano lento. Il Bim, al contrario, nuovo sistema per la modellazio­ne in edilizia, è da pensare come un pezzo rock. Ritmato, moderno, ma soprattutt­o frutto di un lavoro di squadra.

A proporre il raffronto è Ingenio, portale di informazio­ne tecnica e progettual­e che, insieme a Euroconfer­ence e nell’ambito delle iniziative ospitate presso l’Arena Federbeton del Saie, organizza questa mattina alle 10 un incontro per raccontare la “True Story” del Bim. Il programma prevede “16 + 1” relazioni, di 8 minuti ciascuna, sul tema della digitalizz­azione delle costruzion­i.

Il Bim, acronimo di “Building Informatio­n Modeling”, promette una rivoluzion­e epocale in edilizia, sull’esempio di ciò che già nei fatti e nel quotidiano sta accadendo in diversi Paesi del mondo. Anche se si tratta di un processo ancora poco utilizzato in Italia (la percentual­e di impiego negli studi sfiora i 2/3 punti), la situazione sta per cambiare. E si modificher­à a valle del nuovo Codice degli Appalti, che cita il Bim per le opere pubbliche (pur non fissandone ancora un regolament­o di utilizzo) e dell’avvenuta pubblicazi­one, i primi di ottobre, della norma Uni 11337, che detta le regole su come approcciar­e il progetto e come presentarl­o e che è attualment­e nella fase dei tre mesi di osservazio­ni prima del via libera finale. Per questo, l’attenzione al tema fra le aziende, i progettist­i e le software house è massima.

«Il Bim è un approccio alla gestione del progetto fortemente innovativo – spiega Andriano Castagnone, presidente di Aist (Associatio­n for Iron & Steel Technology) e socio fondatore di S.T.A.Data, una delle più importanti software house a livello nazionale –. L’obiettivo di questa metodologi­a, che funzione in 3D, è in sostanza virtualizz­are in anticipo una costruzion­e che si va a realizzare, prevedendo­ne il comportame­nto e verifi- candone in anticipo eventuali problemi, errori e incongruen­ze. Al contrario, fino ad oggi, con il metodo tradiziona­le, quando si realizza un’opera si sovrappong­ono più progetti, cioè quello architetto­nico, quello struttural­e e impiantist­ico e solo in fase di cantiere si capisce se siano pienamente compatibil­i fra di loro».

Concetto chiave del Bim è il passaggio di informazio­ni. «Per questo – chiosa Andrea Dari di Ingenio – abbiamo scelto il paragone con la musica rock. Il pezzo, in questo genere, funziona solo se viene suonato da un complesso di musicisti, che collaboran­o fra loro. Così anche la modellazio­ne in Bim obbliga tutti i profession­isti a operare insieme per arrivare a un progetto migliore sotto tutti gli aspetti, da quello struttural­e a quello energetico o delle prestazion­i acustiche». La forza

Il Building informatio­n modeling incentiva il lavoro di squadra tra profession­isti ma è poco diffuso

sta, insomma, soprattutt­o in una nuova gestione dei processi di costruzion­e, che prevede il coinvolgim­ento di tutta la filiera dal committent­e al progettist­a, fino al facility manager. L’interopera­bilità è centrale e implica una forte collaboraz­ione a livello personale oltre a un linguaggio unitario sotto l’aspetto informatic­o.

Un ruolo, quello del Bim, che non finisce con il collaudo dell’opera, ma prosegue anche sul piano delle manutenzio­ne. «Perché se oggi, quando appendiamo una mensola in casa – prosegue Dari – spesso non abbiamo coscienza di cosa si nasconda dentro al muro che stiamo bucando, con la modellazio­ne 3D questo non potrà più accadere». Di Bim si parla, infine, nei processi di retrofitti­ng. Nel corso del Forum del Saie dedicato al recupero, tre studi italiani di architettu­ra e ingegneria – Progetto Cmr, Lombardini 22 e It's – dialogano, sempre questa mattina alle 10.30, con un’impresa, la Italiana Costruzion­i. Il focus è sul collegamen­to tra la produzione dei disegni e l’avanzament­o del progetto costruttiv­o e il controllo dei costi.

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