Il referendum e i «balletti» sui conti italiani
Un giorno dopo l’altro, la Commissione europea “ammonisce” o “promuove” l’Italia. E tutta la stampa e le televisioni via a dare, di volta in volta, la “verità” del giorno. In particolare mi sembra che in questo futile esercizio si distingua il commissario francese Pierre Moscovici. L’ultima sua uscita è negativa dopo le precedenti di segno opposto. Ora dice che i numeri presentati sul deficit dal Governo italiano non erano quelli concordati con l’Europa e che l’esame con l’Italia sarà «esigente» e severo. Mi domando quanto può durare ancora questo balletto, considerato che sarà poi la Germania – e non il commissario francese- a decidere sui nostri destini. Altro che regole europee! Lo sappiamo tutti come funzionano le cose a Bruxelles e almeno ci venga risparmiato questo siparietto continuo. Anche il Governo italiano dovrebbe dire “basta” una volta per tutte. Il nostro Presidente del Consiglio Renzi, che fa tanto il decisionista, e il ministro dell’Economia Padoan dovrebbero rispondere che la Francia del commissario Moscovici sfonda regolarmente il tetto e del deficit e che l’Europa non ha preso provvedimenti punitivi. Tanto, la Germania non farebbe nulla contro Parigi e si vede. Almeno, che ci venga risparmiato questo disgraziato su e giù che serve solo a confondere le idee della gente che ha problemi molto più seri a cui pensare ogni giorno.
Giovanni Fichera
(Bari) In effetti, caro Fichera, un po’ di balletto c’è ed è innegabile. Ma non credo che sia così semplice gettarlo alle ortiche perché non basterebbero né i toni sbrigativi né un decisionismo politico spiccio. In particolare, siamo di fronte questa volta a una partita molto più complessa del solito, visto che il 4 dicembre si vota sì o no alle riforme costituzionali proposte dal Governo Renzi. L’appuntamento, piaccia o no, è guardato con interesse dall’Europa che vede nella riforma (e dunque nella vittoria del sì e nella stabilità di questo esecutivo) un passo avanti sulla strada del cambiamento. D’altra parte, la stessa Europa ha anche presenti i punti deboli e insoddisfacenti della legge di bilancio 2017 che il governo italiano ha appena varato. Di qui, nei fatti, la ricerca di un equilibrio sostenibile nel rapporto col Roma. La Commissione ha ora due settimane di tempo per respingere, eventualmente, il progetto di bilancio italiano ma tenderei ad escludere questa possibilità. Un esame più approfondito ci sarà intorno alla metà di novembre e da qui ad allora i “balletti” continueranno alla ricerca di un’intesa. La posta in gioco è molta alta per tutti.
@guidogentili1