Per Atlantia maxi-investimenti e 15% di Autostrade sul mercato
Nei prossimi anni il gruppo investirà 5 miliardi l’anno in Autostrade e 2,5 in Adr
«Accelerare la crescita sui mercati internazionali», portando il margine operativo lordo (Ebitda) generato all’estero dal 25% di oggi al 50 per cento. Con le radici però ben piantate in Italia, attraverso un maxipiano di investimenti da 7 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, suddivisi fra i 5 di Autostrade per l’Italia e i 2,5 di Aeroporti di Roma (Adr).
È il messaggio che l’amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, ha portato ieri alla comunità finanziaria della City, illustrando gli obiettivi di sviluppo del gruppo el’imminente vendita sul mercato di una fetta del 15% di Autostrade: operazione il cui calendario prevede la presentazione delle offerte entro novembre.
«Credo che gli investitori si siano sentiti confortati dalla nostra volontà strategica e dalle nostre competenze». Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia chiude il roadshow di Londra con la percezione di aver compiuto una missione decisiva per tracciare il cammino del suo gruppo negli anni a venire. Atlantia, infatti, cambia pelle, o meglio rende più spessa quella che già ha, accelerando l’internazionalizzazione di un business che comincerà con la riorganizzazione aziendale illustrata nel dettaglio agli investitori che ieri mattina hanno affollato il salone del London stock exchange. Alla quotata Atlantia faranno riferimento aree di business ristrutturate per linee orizzonatali con Austrade italiane che avrà in Autostrade per l’Italia il perno che controllerà le altre partecipazioni nazionali; Austostrade estere a cui faranno capo tutte le partecipazioni del settore non italiane; Aeroporti che avranno sia AdR che l'aero- porto di Nizza; business correlati che si muovono attorno a Telepass e analoghe società del ramo. «Una struttura del genere – ha precisato Giovanni Castellucci – razionalizza le attività riconducendole tutte ad Atlantia, ma consentendo di sviluppare ciascuna in modo indipendente». Un impianto dal quale partirà la trasformazione del gruppo chia- mato a raddoppiare l’ebitda generata all’estero nel giro di quattro anni. Entro il 2020 la società prevede di far lievitare il margine operativo lordo non italiano al 50% del totale in una dinamica che, è stato ribadito ieri, conta di portare le revenue a 6,8 miliardi di euro rispetto ai 5,5 attuali con i core earnings in aumento del 7,7% l'anno e l’innalzamento del dividendo agli azionisti del 10% l’anno. Una progressione solida e costante in un quadro che guarda al lungo periodo.
La strategia prossima ventura di Atlantia prevede da un lato la cessione del 15% di Autostrade per l’Italia, dall’altro nuove acquisizioni all'estero. «Nei prossimi 5 anni investiremo in Italia oltre cinque miliardi – ha detto il ceo – in Autostrade per l’Italia e circa 2,5 miliardi in AdR». L’obiettivo strategico resta però l'internazionalizzazione che in un certo senso passa anche per la vendita della quota di Autostrade per l’Italia che dovrebbe portare 2,5 miliardi nelle casse del gruppo. Il roadshow londinese è servito per mostrare alla City il contesto globale entro quale va letta l’operazione. «Entro febbraio – ha detto Castellucci – sarà pronto per la firma il contratto preliminare, entro la fine di novembre dovranno essere presentate le offerte». La lista degli aspiranti partner , giura il ceo, è fitta di nomi. Non aggiunge altro, soprattutto sui valori di riferimen- to, anche perché l’interesse di investitori con orizzonti di lunga durata è davvero elevato e il prezzo potrebbe lievitare. Secondo Bloomberg fra i nomi in lista ci sono Allianz, Kuwait investment authority, Macquarie, Caisse de depot del Quebec e altri interessati a un business che su strade e aeroporti s’è consolidato e si svilupperà, accompagnando verso più solida crescita anche il sistema correlato, direttamente o indirettamente, a Telepass. Sugli aeroporti gli sviluppi recenti - il 64% dello scalo di Nizza è stato acquisito in giugno mentre è dei giorni scorsi l’intesa per il 21% della Save che gestisce l’aeroporto di Venezia – sono targati Europa. Ed è proprio nell’area Ue che il gruppo di Castellucci guarda per le future acquisizioni nonostante ci sia forte interesse per il Sudamerica, Messico e Cile in testa. «Guardiamo a strada e aeroporti – ha aggiunto Castellucci – e l’Europa è l’area su cui siamo concentrati anche perché il gap fra costo del denaro e return on equity s’è molto ampliato».
LA CESSIONE DEL 15% Entro novembre le offerte per la vendita del 15% di Autostrade per l’Italia che dovrebbe portare in cassa 2,5 miliardi di euro