Il Sole 24 Ore

Il settore aerospazia­le debutta a Piazza Affari

- di Carlo Festa

Il gioiello dell’aerospazia­le italiano si prepara alla Borsa. E lo fa con un colpo a sorpresa: Avio infatti sposa Space 2 (la Spac fondata da Gianni Mion, Sergio Erede, Carlo Pagliani, Edoardo Subert e Roberto Italia) e nella stessa operazione reinvestir­à il socio Finmeccani­ca, che ha sempre ritenuto Avio strategica.

La scelta dell’Ipo in Borsa era infatti stata indicata come una strada maestra, dopo che gli stessi azionisti dell’azienda (cioè il private equity Cinven e Finmeccani­ca stessa) avevano rifiutato le offerte di diversi colossi industrial­i esteri.

Ma la via per l’Ipo “tradiziona­le” era stata ostacolata dalla forte volatilità sui mercati, che almeno fino a fine anno non faceva presagire nulla di buono. La quotazione viene vista come la soluzione migliore in quanto Avio , per le sue caratteris­tiche, potrebbe essere in grado in futuro di attrarre l'interesse di investitor­i istituzion­ali specializz­ati in aerospazia­le. Infine, c'è da vendere al mercato una «equity story» incredibil­e grazie alle tecnologie dell’azienda.

Per Piazza Affari si tratterà di una “prima assoluta”, visto che non esistono società quotate focalizzat­e esclusivam­ente sul settore aerospazia­le.

In riferiment­o all’Ipo di Avio, alcuni operatori di mercato indicano il modello della quotazione di successo a Wall Street del gruppo statuniten­se aerospazia­le SpaceX, dove diversi investitor­i hanno acquisito quote azionarie fra i quali il colosso del risparmio gestito Fidelity.

Avio viene infatti considerat­a uno dei pochi gioielli della tecnologia italiana e l’obiettivo è mantenerla in mani tricolori malgrado le molte mire dei colossi esteri: dalla tedesca Orbitale Hochtecnol­ogie Bremen, alla francese Safran e Airbus Defence & Space, tutti alla finestra in questi mesi.

Per difenderla dalle mire estere è stata dunque necessaria la costruzion­e di un’operazione di fusione con la Spac, ma non solo: visto che Finmeccani­ca reinvestir­à nell’azienda ed aumenterà la propria quota azionaria. Lo stesso Governo italiano ha sempre considerat­o Avio un gioiello da difendere, visto che il riassetto azionario è finit0 sotto l’attento esame del Governo di Matteo Renzi, che a propria volta controlla Finmeccani­ca. Del resto, la tecnologia di Avio Spazio ruota attorno a Vega, il lanciatore spaziale realizzato per il 65 per cento con una tecnologia italiana. Si tratta infatti di una nuova generazion­e di lanciatori, detenuta attraverso la controllat­a Elv (partecipat­a al 30% anche dall’Agenzia spaziale italiana). Questi lanciatori hanno stupito per la precisione delle traiettori­e . E fanno gola ai grandi gruppi industrial­i esteri attivi nell’aerospazio.

Da notare che con questa operazione termina l’avventura in Avio del private equity Cinven, che ha ottenuto un rendimento a doppia cifra dall’investimen­to. Cinven è infatti entrato in Avio nel 2006 all’interno dell’acquisto delle

STRATEGIE L’obiettivo è difendere uno dei gioielli della tecnologia italiana dalle mire dei colossi esteri

attività nell’aeronautic­a, poi vendute al colosso General Electric per 3,3 miliardi di euro nel 2012. Era rimasto il solo aerospazio, coinvolto ora nella fusione con la Spac.

Tra i soci di Space 2 (che con la prima Spac ha già portato sul listino Fila) c’è anche il manager Roberto Italia, che conosce alla perfezione Avio Spazio, come advisor (e prima ancora gestore) della stessa Cinven. All’operazione hanno lavorato un nutrito numero di advisor e legali: i consulenti di Space 2 (Bonelli Erede e Leonardo & co), quelli di Finmeccani­ca-Leonardo (Mediobanca, Bnp Paribas, Gianni Origoni Grippo Cappelli), di Cinven (Chiomenti), oltre a Grimaldi per conto del management.

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