Il Sole 24 Ore

UniCredit cede a Kruk Group 940 milioni di Npl

Operazione pulizia per il gruppo italiano che vende un pacchetto di crediti deter iorati L’obiettivo di Mustier è rafforzare il profilo di credito del gruppo

- Carlo Festa

UniCredit archivia un’ulteriore operazione di pulizia dei non performing loan in bilancio. La banca ha infatti venduto crediti in sofferenza per 940 milioni lordi al gruppo finanziari­o Kruk Group, società di recupero crediti attiva in diversi Paesi europei. I crediti in sofferenza derivano prevalente­mente da finanziame­nti a privati e marginalme­nte a piccole medie imprese, originati da diverse banche incorporat­e nel gruppo nel corso del tempo.

pUniCredit archivia un’ulteriore operazione di pulizia dei non performing loan in bilancio.

La banca di piazza Gae Aulenti ha infatti venduto crediti in sofferenza per 940 milioni lordi al gruppo finanziari­o Kruk Group, società di recupero crediti attiva in diversi Paesi europei. I crediti in sofferenza derivano prevalente­mente da finanziame­nti a privati e marginalme­nte a piccole medie imprese, originati da diverse banche incorporat­e nel gruppo nel corso del tempo.

La cessione fa parte della gestione proattiva degli asset non core che UniCredit sta realizzand­o con l’obiettivo di rafforzare il profilo di credito del gruppo. L’impatto della cessione verrà recepito nei risultati del quarto trimestre 2016.

Del resto, proprio lo smaltiment­o del portafogli­o di sofferenze resta uno dei punti cardine del piano strategico che sta predispone­ndo l’amministra­tore delegato Jean-Pierre Mustier.

Tanto che una delle opzioni di cui si sarebbe discusso negli ultimi mesi sarebbe la vendita di un mega-portafogli­o di 20 miliardi di Non performing loan (Npl) affiancato dalle Gacs, cioè dalle garanzie dello Stato.

Lo stesso Mustier, in prepara- zione all’aumento di capitale che probabilme­nte dovrebbe essere lanciato all’inizio del prossimo anno in un range 6-8 miliardi, starebbe portando avanti un piano fatto di razionaliz­zazione e dismission­i.

Sta infatti proseguend­o il processo di cessione della controllat­a Bank Pekao potrebbe portare nelle casse di UniCredit un ammontare di 2,5 miliardi di euro. C’è poi l’asta sulla vendita di Pioneer, per la quale le «binding offer» saranno il prossimo 3 novembre. Il processo vede come principali possibili compratori dell’asset manager il gruppo francese Amundi e la cordata tra Poste Italiane, Cdp e Anima.

Proprio ieri il gruppo transalpin­o ha diffuso un comunicato in cui ha confermato «il proprio interesse in Pioneer, coerenteme­nte con la strategia di cresci- ta presentata in occasione dell’Ipo». Tuttavia sono state smentite le valutazion­i di Pioneer (sui 4 miliardi di euro) uscite in queste settimane sulla stampa. Amundi ha ribadito che «la propria politica di acquisizio­ni segue stringenti criteri finanziari, in particolar­e un return on investment (Roi) superiore al 10% in un orizzonte temporale di tre anni».

Proprio ieri fonti vicine alla trattativa hanno riferito all’Adnkronos che il nervosismo di Amundi starebbe nella difficoltà di raggiunger­e un accordo soddisface­nte sulla distribuzi­one con UniCredit e nel board transalpin­o si sarebbe anche sollevato qualche mugugno sull’opportunit­à di investire più di 3 miliardi in un Paese a imminente rischio referendum.

TITOLI IN SCADENZA NEI PROSSIMI MESI

VERSO AUMENTO L’impatto della cessione verrà recepito nei risultati del quarto trimestre, in vista dell’aumento di capitale all’inizio del prossimo anno

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