Riattivazione rate possibile entro oggi ma la scelta è al buio
L’annuncio di modifiche al sistema della riscossione e quello della rottamazione dei ruoli sta creando enormi aspettative tra i contribuenti, allettati da una possibilità in più di definire, a costi sembrerebbe estremamente ridotti, le proprie pendenze fiscali. La mancata diffusione di un testo sta ingenerando, però, incertezze che complicano le modalità di gestione del rapporto tributario.
Si pensi, per esempio, alle procedure attivate per valutare la perseguibilità di un accordo transattivo con il Fisco, principalmente nel caso delle conciliazioni che, da poco, sono possibili anche in secondo grado. In tali casi, sembrerebbe di capire che la nuova norma non dovrebbe produrre effetti, posto che l’ambito applicativo dovrebbe limitarsi alle sole iscrizioni a ruolo, già in carico all’attuale agente della riscossione, Equitalia. In alcune situazioni limite, però, potrebbe ipotizzarsi una convenienza a non definire in conciliazione la vicenda, posto che l’abbattimento in termini di imposte ottenuto sarebbe più che compensato dalla presunta, totale, eliminazione delle sanzioni. Intanto la scelta potrebbe essere quella di attendere e questa attesa avrebbe un costo per lo Stato che comincerebbe a non incassare somme che, altrimenti, sarebbero state incamerate. Più in generale, resta il tema della scelta di fondo che sembrerebbe essere stata compiuta, di eliminare, del tutto, le sanzioni e, quindi, il “costo” dell’inadempimento tributario. Su questa scelta non si possono fare commenti in termini di opportunità, essendo rimessa al legislatore. Si possono, però, fare delle valutazioni in termini di equità e, in particolare, in questa prospettiva, sarebbe discutibile non estendere un’agevolazione così significativa a rateizzazioni in corso relative ad accordi transattivi già sottoscritti con l’Erario. In questo modo, si potrebbe premiare chi abbia atti- vato un contenzioso, magari infondato, con il Fisco e penalizzare chi ha riconosciuto i propri errori nell’interesse proprio, ma anche dell’Erario.
Anche la stessa riscossione pare “a rischio” in assenza di regole certe. Si pensi alla scelta di non onorare le rateizzazioni già attivate per evitare versamenti a titolo sanzionatorio che, di qui a pochi giorni, dovrebbero diventare non più necessari. Non è escluso, infatti, che alcuni contribuenti, confidando nelle nuove disposizioni, sospendano i versamenti delle rate, considerando che circa la metà degli importi potrebbero diventare non dovuti e, se versati, non sarebbero più recuperabili.
Già oggi, termine ultimo per riattivare le rateizzazioni già scadute, ci si imbatte nelle prime difficoltà operative. Infatti, coloro che non avevano onorato le rateizzazioni possono essere riammessi ai relativi piani, ma solo se versano l’ammontare complessivo degli importi già scaduti. Tutto facile in questo caso? Nient’affatto, perché i contribuenti non hanno assolutamente idea di quale sia la loro reale convenienza. È giusto versare lo scaduto, in modo da avere una rateazione in corso alla data di entrata delle nuove norme? È meglio non procedere ad alcun versamento, nella speranza che le nuove disposizioni non pongano alcun limite di accesso alle rateazioni decadute? Quel che sembra certo è che quanto già versato a titolo di sanzioni non sarà più recuperabile post decreto.
Insomma, nelle slide presentate a palazzo Chigi, non si trovano dettagli tecnici, ma solo sintesi accattivanti. È urgente, però, completare il percorso e dire con chiarezza ai contribuenti ciò che è possibile fare, mettendoli nelle condizioni di compiere le scelte migliori, pur nel rispetto della legge. Il nuovo rapporto tra Fisco e contribuente, infatti, passa da un modo di legiferare che non si perda nei dettagli ma che sia attento ai dettagli.