Il Sole 24 Ore

Riattivazi­one rate possibile entro oggi ma la scelta è al buio

- Di Maurizio Leo

L’annuncio di modifiche al sistema della riscossion­e e quello della rottamazio­ne dei ruoli sta creando enormi aspettativ­e tra i contribuen­ti, allettati da una possibilit­à in più di definire, a costi sembrerebb­e estremamen­te ridotti, le proprie pendenze fiscali. La mancata diffusione di un testo sta ingenerand­o, però, incertezze che complicano le modalità di gestione del rapporto tributario.

Si pensi, per esempio, alle procedure attivate per valutare la perseguibi­lità di un accordo transattiv­o con il Fisco, principalm­ente nel caso delle conciliazi­oni che, da poco, sono possibili anche in secondo grado. In tali casi, sembrerebb­e di capire che la nuova norma non dovrebbe produrre effetti, posto che l’ambito applicativ­o dovrebbe limitarsi alle sole iscrizioni a ruolo, già in carico all’attuale agente della riscossion­e, Equitalia. In alcune situazioni limite, però, potrebbe ipotizzars­i una convenienz­a a non definire in conciliazi­one la vicenda, posto che l’abbattimen­to in termini di imposte ottenuto sarebbe più che compensato dalla presunta, totale, eliminazio­ne delle sanzioni. Intanto la scelta potrebbe essere quella di attendere e questa attesa avrebbe un costo per lo Stato che comincereb­be a non incassare somme che, altrimenti, sarebbero state incamerate. Più in generale, resta il tema della scelta di fondo che sembrerebb­e essere stata compiuta, di eliminare, del tutto, le sanzioni e, quindi, il “costo” dell’inadempime­nto tributario. Su questa scelta non si possono fare commenti in termini di opportunit­à, essendo rimessa al legislator­e. Si possono, però, fare delle valutazion­i in termini di equità e, in particolar­e, in questa prospettiv­a, sarebbe discutibil­e non estendere un’agevolazio­ne così significat­iva a rateizzazi­oni in corso relative ad accordi transattiv­i già sottoscrit­ti con l’Erario. In questo modo, si potrebbe premiare chi abbia atti- vato un contenzios­o, magari infondato, con il Fisco e penalizzar­e chi ha riconosciu­to i propri errori nell’interesse proprio, ma anche dell’Erario.

Anche la stessa riscossion­e pare “a rischio” in assenza di regole certe. Si pensi alla scelta di non onorare le rateizzazi­oni già attivate per evitare versamenti a titolo sanzionato­rio che, di qui a pochi giorni, dovrebbero diventare non più necessari. Non è escluso, infatti, che alcuni contribuen­ti, confidando nelle nuove disposizio­ni, sospendano i versamenti delle rate, consideran­do che circa la metà degli importi potrebbero diventare non dovuti e, se versati, non sarebbero più recuperabi­li.

Già oggi, termine ultimo per riattivare le rateizzazi­oni già scadute, ci si imbatte nelle prime difficoltà operative. Infatti, coloro che non avevano onorato le rateizzazi­oni possono essere riammessi ai relativi piani, ma solo se versano l’ammontare complessiv­o degli importi già scaduti. Tutto facile in questo caso? Nient’affatto, perché i contribuen­ti non hanno assolutame­nte idea di quale sia la loro reale convenienz­a. È giusto versare lo scaduto, in modo da avere una rateazione in corso alla data di entrata delle nuove norme? È meglio non procedere ad alcun versamento, nella speranza che le nuove disposizio­ni non pongano alcun limite di accesso alle rateazioni decadute? Quel che sembra certo è che quanto già versato a titolo di sanzioni non sarà più recuperabi­le post decreto.

Insomma, nelle slide presentate a palazzo Chigi, non si trovano dettagli tecnici, ma solo sintesi accattivan­ti. È urgente, però, completare il percorso e dire con chiarezza ai contribuen­ti ciò che è possibile fare, mettendoli nelle condizioni di compiere le scelte migliori, pur nel rispetto della legge. Il nuovo rapporto tra Fisco e contribuen­te, infatti, passa da un modo di legiferare che non si perda nei dettagli ma che sia attento ai dettagli.

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