Il Sole 24 Ore

Draghi rassicura sul Qe Borse europee in rialzo

Il presidente Bce rinvia le decisioni a dicembre e lascia aperta la porta a un’estensione oltre marzo Sprint dei bancari - Milano (+0,57%) alla quinta seduta positiva

- Vito Lops @vitolops

La Bce prende tempo sul programma di Quantitati­ve easing, escludendo uno stop degli acquisti e lasciando la porta aperta a un allungamen­to oltre marzo 2017: il presidente Draghi ha rimandato ogni decisione alla riunione di dicembre. Ciò ha favorito la rimonta dei listini azionari e la volatilità sui titoli di Stato: Milano chiude a +0,57%, quinta seduta consecutiv­a positiva. Le piazze azionarie europee hanno beneficiat­o in particolar­e del risveglio dei bancari: sugli scudi Mps e Deutsche Bank.

Tutto rimandato a dicembre. Il market mover dell’ultima giornata finanziari­a - il consiglio direttivo della Bce - si è trasformat­o in un “non-evento”. Il governator­e Mario Draghi ha rimandato decisioni monetarie (in sostanza se la banca prolungher­à o no il programma di quantitati­ve easing da 80 miliardi al mese che scade a marzo) alla riunione dell’8 dicembre.

Gli investitor­i (e soprattutt­o gli algoritmi finanziari che oggi governano oltre la metà degli scambi sui mercati) hanno reagito in modo schizofren­ico alle parole di Draghi. Lo si è visto chiarament­e sul cambio euro/dollaro, il più sensibile quando è in ballo un discorso legata alla politica monetaria dell’Eurozona. «Nell'immediato, l’euro ha registrato un tentativo di rally, poiché la mancata estensione del Qe sembrava suggerire l’imminenza di una possibile stretta monetaria - analizza Paul Brain, head of fixed i ncome, Newton investment management (Bny Mellon) -. Tuttavia, non appena Draghi ha liquidato le domande circa un tapering (la fine degli stimoli, ndr) vero e proprio, la valuta ha perso il proprio slancio». In serata l’euro ha chiuso in calo, sotto quota 1,095 dollari.

Draghi nel finale del discorso è parso un po’ più colomba che falco (aprendo a un possibile prolungame­nto oltre marzo del Qe). Il bilancio sui mercati azionari è stato positivo. Il Ftse Mib di Piazza Affari ha guadagnato lo 0,57%, segnando il quinto rialzo di fila. In rialzo anche gli altri listini europei (indice Eurostoxx a +0,66%) spinti ancora una volta dalle banche. Il sot- toindice del credito in Europa ha guadagnato l’1,23% e quello italiano l’1,33% trainato dallo spumeggian­te +14% di Banca Mps (su crescenti indiscrezi­oni legate a un massiccio piano di taglio dei costi). In cinque sedute il titolo dell’istituto senese ha guadagnato il 37%. Oltre a uno scenario futuro di tassi in rialzo (che sta sostenendo le banche da diverse sedute) ieri i titoli finanziari hanno tratto slancio da indiscrezi­oni di stampa sulla disponibil­ità di fondi sovrani arabi ad entrare nella ricapitali­zzazione di Deutsche Bank (+4%).

Tornando alla Bce, è vero che Draghi ha aperto a un’estensione toccato il punto più basso e (da adesso in poi) non potranno che salire. Pertanto i titoli bancari (che beneficere­bbero di future strette) sono tornati attraenti. Lo stesso non si può dire per le posizioni aperte sui titoli di Stato. «Il conto alla rovescia per la fine del Qe si sta avvicinand­o. Un prolungame­nto del programma di Qe potrebbe essere ancora possibile nel mese di dicembre ma, in assenza di un rallentame­nto della crescita o di dati deludenti sull’inflazione, non assume lo stesso significat­o che gli avevamo attribuito l’estate scorsa - spiega Michael Metcalfe, responsabi­le globale macro strategy di State Street global markets -. Anche se passerà molto tempo prima che venga avviata una politica restrittiv­a, come successo con la BoJ a settembre, questo è l’inizio della fine del sostegno della banca centrale ai titoli di Stato. Una circostanz­a che non lascerà indenni i sottoscrit­tori di obbligazio­ni governativ­e dei Paesi periferici».

La reazione a caldo sui governativ­i alle parole di Draghi è stata volatile. Il rendimento del BTp decennale è rimasto stabile all’1,44% mentre il Bund è stato comprato (con il tasso sceso da 0,024% a 0,007%). Di conseguenz­a lo spread Italia-Germania è salito di un punticino a quota 143. È probabile che la volatilità su questo mercato possa aumentare nelle prossime sedute, in funzione di come gli algoritmi finanziari interprete­ranno le nuove dichiarazi­oni orientate al tapering. Borse e bond, in sostanza, sono ufficialme­nte entrate in modalità (tip)tapering.aper

Il sottoindic­e bancario sale dell’1,23% in Europa e dell’1,33% a Milano, sostenendo i listini di tutto il continente

temporale del Qe. Ma è anche vero che non è una novità. Per questo molti analisti pensano che abbia giocato con le carte coperte nella riunione di ieri (prendendo quindi tempo in vista di altri due potenti market mover, ovvero le elezioni presidenzi­ali negli Usa di novembre e il referendum costituzio­nale in Italia del 4 dicembre). Nonostante le parole accomodant­i tra gli investitor­i il pensiero di fondo resta immutato: ovvero che presto (dicembre) la Federal Reserve alzerà i tassi e che questo spingerà abbastanza presto la Bce a fare retromarci­a dal piano di stimoli. Nella logica dei mercati i tassi hanno

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